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Ramusio, Giovanni Baptista
Delle Navigationi Et Viaggi (Band 1): In Molti Lvoghi Corretta, Et Ampliata, Nella Qvale Si Contengono La Descrittione Dell'Africa, & del paese del Prete Ianni, con varij viaggi ... et la Nauigatione attorno il Mondo ... — Venedig, 1554

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https://doi.org/10.11588/diglit.9380#0366

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SOMMARIO
mo che caricano vn battello di essi,altro animai non vedemmo saluo topimolto grandi, Si n
ramarri co due eodi,^ alcune serpi;5£ fatta nostra prouisione, si partimmo perei vento fra
mezzo di,etlibeccio,percheteneuamo vn ordine del Re,che necomandaua,chequaIuque
delle natii 0 perdevo deirarmata,ò del suo capitano, dnzzalTeelsuo camino verso la ter*
rascoperta al viaggio passato , 8£cosi nati igati a detta terra,discoprimmo vn porto, che gli
mettemo nome,la Baia di tutti è santi,2£ piacque a Dio di' darne tanto buon tepo, che tti^
giorni fummo a pigliar terra in esTo,ch'era distante dallì'sola ben 300«leghe, doue no trotta*
mo ne il nostro capitano,né nelTun'altra naue dell'armata, nelqual porto aspettamo bedue
rnefì,2£ q uattro giorni. 6c visto che non veniua ricapito alcuno, deliberamo la conserua &
go,correr la costa,8£ nauigamo più innanzi zòo degne, tanto che giongemo in vn portolo-
ile accordammo far vna tortezza,^ la facemo,8C lasciamo in etTa z4.huomini christiani che
haueua la mia conserua raccolti della naue capitana che s'era perduta, nelqual porto (temo
cinque mesi in far la fortezza,8£ caricare nostre naui di verzino, perche nò poteuamo anda
re più innanzi,per cagion che non teneuamo genti,8£ ne macauan molti apparecchi» Fatto
tutto questo,accordàmo di tornarne a Portogallo, che ei shua per el veto fra Greco è tramo
tana,S£ lasfamo li z^huomini nella fortezza,co matenimeto g Tei mefì, 6£ dodeci bobarde,
8t~ molt'altre arme,8£ pacificamo tutta la gente di terra, dcllaquale non se fatto mentione in
questo viaggio.no perche no vedessimo, &C praticassemo con infinita gente di elTa, perche
fossimo in terra detro ben 30Jiuom1ni40.leghe.doue vidi tante cose, che per molti rispetti
le lascio di dire,riseruadole alle mie.4.giornate.questa terra sta oltra della linea equinottiale
alla parte d'ossro i8.gradi,ò£fuoradel matenimeto diLisbona 57»gradipiuaH'occidente3se^
codo che mostrano li nostri instrumenti.8£ fatto tutto qsto ci spedimmo da christiani Si dal
la detta terra ,8£ cominciamo nostra nauigationeal nornodeste ch'evento fra tramotanac^
greco,co proposito di andare a dirittura a questa città di Lisbona,8C in 77,giorni, dapoi tati
sranagli, ÒC pericoli,entramo in qsto porto,adi.i8.di giugno del 1504.DÌ0 lodato, doue funi
mo molto ben riceuuti,6£ fora d'ogni credere,nche tutta la città ci teneua perduti, general*
tre naui dell'armata tutte serano perdute p la supbia 8£ pazzia del nostro capitano, che coli
pagaDio lasuperbia.cY.al presentemitrouoqui inLisbona,cY non so quello ch'il Re vor* D
ra far di me,che molto desidero riposarmi. el presente apportatore ch'e Benuenuto di Do*
menico Benuenuti, dira a V. S* di mio esse^Sc" d'alcune cose che si [ono lasciate di dire5per
qualche rispetto,perche egli le ha viste ÒC sentite.
lo sono ito restringendo la lettera quanto ho potuto, ÒC si e lasciato a dire molte cose na*
turali,volendomi rapportar a lui.V.S. mi escusara,supplicandola a tenermi nel numero de
Tuoi seruitori,5£ gli raccomando ser Antonio Vespucci mio fratello,et tutta la casa mia, re*
sio pregando Dio che prosperi la vita SC honor de V.S. essalti di accrescha lo stato di cote
fìa magnifica 6dexceIsaRepubIica,come ladesidera.
SOMMARIO DI AMERIGO VESPVCCI FlOREN*
tino di due lue nauiaationi al Magnifico M* Pietro Soderini Gonfa*
lonier della Magnifica Republica di Firenze*
DelXisóle^ortundtehoggidi chiamate le gran Canarie di Cdpouer de altrimenti detto Besenegbé,
onero Nladangan^ da Tolomeo detto Ethiopo promontorio*
I giorni passati pienamente diedi auiso alla S. V. del mio ritorno : etseben
mi ricordo le raccontai di tutte queste parti del mondo nuouo, allequaluo
era andato con le carauelle del serenissimo Re di Portogallo.^ se diligente
mente saranno cònsiderare,parrà veramente che facciano vn'altro mondo.
Si che non senza cagione l'habbiamo chiamato mondo nuouo : perchegli
antichi tutti non n'hebbero cognitione alcuna:et le cose che sono state nuo
uametedanoi ritrouate,trapasTanolaIoro openione. Pensorono essioltra
(alinea equinottiale verso mezo giorno niente altro eiTerui,che vn mare larghissimo, etak
cune isole arse ÒC fìerih'il mare lo chiamarono Atlantico; et se tal volta confelTarono che vi
 
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