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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 3
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Pittaluga, Mary: Eugène Fromentin e le origini de la moderna critica d'arte, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0274

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EUGÈNE FROMENTIN

E LE ORIGINI DE LA MODERNA CRITICA D' ARTE

(^Continuazione, vedi fato, precedente)

II.

Le origini de la critica del colore

(Dal Dolce al Delacroix).

i.

L' Aretino 1 di Lodovico Dolce, apparso nel 1557, rappresenta la protesta contro la
tendenza del tempo, che, inducendo a l'esaltazione illimitata di Michelangelo,
quindi del disegno, sprezzava la scuola veneta, quindi il colore.

Nel 1549 Anton Francesco Doni, nel Dialogo del disegno, confutando il concetto del
veneziano Paolo Pino, che celebrava il primato de la pittura su la scultura, per la pre-
senza del colore, scriveva: « Gli è differenza tanto da la scultura a la pittura, quanto è
l'ombra dal vero » e gravava l'elemento cromatico del consueto fardello d'accuse: il colore
è un accessorio, l'essenziale è il rilievo; il dipinto à pregio se s'accosta a la statua, se sfoggia
vigoroso, forte disegno. Quindi, la pittura fiorentina che ne] disegno mette ogni studio,
è sopra tutte eccellente; quindi, Michelangelo è il maggiore dei maestri antichi e moderni.

L'anno dopo comparivano le Vite del Vasari a ribadire più che mai questi concetti,
implicitamente ed esplicitamente.

E Lodovico Dolce, interprete dei pittori e dei letterati veneti, dava a la luce il
Dialogo della pittura, contrapponendo a Michelangelo Raffaello, esaltando sopra tntii
Tiziano.

« Dico adunque la pittura... non essere altro che imitazione de la natura: e colui
che ne le sue opere le si avvicina è più perfettamente maestro »2 — ma la definizione pare
a l'autore ristretta e manchevole, non distinguendo il pittore dal poeta, il cui scopo
è pure imitare; quindi soggiunge: « il pittore è intento a imitar per via di lince e di
colori tutto quello che si dimostra a l'occhio

Altrove insiste sul medesimo concetto, e specifica: « Quando il pittore va imitando
bene le tinte e la morbidezza de le carni e la proprietà di qualunque cosa, fa parere

1 L. Dolce, L'Aretino, dialogo detta pittura, 2 1.'Aret., pag. 24.

secondo l'ediz. Firenze, Le Monnier, 1910. 3 L'Aret,, pag. 24,
 
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