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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 3
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Ciaccio, Lisetta: Scoltura romana del Rinascimento, [1]: primo period (sino al pontificato di Pio II)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0218

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178

LISETTA CI ACCIO

monumento fosse ultimato, ad insaputa della Si-
gnoria di Firenze, subito dopo la partenza del
Filarete da Roma.

Quanto alla statua di Eugenio IV, contentan-
doci per ora di considerarla in sè indipenden-
temente dal monumento di cui fa parte, noteremo
che sembra di un poco posteriore a quella del
cardinale di Portogallo, per il trattamento della
frangia del drappo funebre meno convenzionale
e con ciocchette più mosse quali riscontriamo
anche nel trattamento dei capelli di tutte le opere
posteriori al monumento Chiaves.

Il rilievo di Santa Maria Maggiore offre forme
assai vicine a quelle degli angioli della lunetta
vaticana, con qualche cosa che si riscontra sol-
tanto nel tabernacolo di Viterbo, come il frequente
abbinamento delle penne delle ali, la leggerezza
delle chiome maggiore del solito ; onde, pur ri-
tenendolo eseguito in tempo molto vicino alla
lunetta di Sant’Andrea, sarei indotta a crederlo
di un poco posteriore.

Abbiamo così un periodo di attività artistica di circa un ventennio, di cui segnano il
principio le sculture del monumento Chiaves e la fine quelle di Viterbo, durante il quale
vediamo il nostro marmoraro passare da un classicismo esagerato a forme più moderne e
conformi al carattere che frattanto il Rinascimento era andato assumendo, adattandosi alle
quali per altro egli perde quella relativa perfezione della forma che distingue i suoi primi

Fig

io — Ricostruzione del tabernacolo
della chiesa della Trinità
Viterbo, Casa Vanni (calchi in gesso)
(Fotografia Gargiolli)

Fig ii — Monumento d’Albret. Particolare. Roma, Chiesa di Santa Maria in Aracoeli

(Fotografia Moscioni)

saggi, e, forse già vecchio e stanco, si abbandona ad un’esecuzione più affrettata, meno
elegante, che toglie molto al pregio dell’arte sua.

Ma chi è egli mai ?

Il riscontrare l’opera sua in due monumenti che sappiamo essere, almeno in parte,
dovuti ad Isaia da Pisa, e cioè il tabernacolo di Sant’Andrea ed il sepolcro di Euge-
 
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