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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 3
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Mauceri, Enrico: Scilia ignota: monumenti di Randazzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0231

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SICILIA IGNOTA

Tutti cotesti lavori, tranne la croce, eran decorati di smalti che una mano imperita,
come si dice, rovinò completamente, avendo tentato di ravvivarli.

La croce è alta m. 0.96 e rappresenta nel diritto il Crocifisso quasi a tutto tondo; alle
estremità l’Aquila ed il Leone, simboli dei due Evangelisti, e le immagini di Maria e di
Giovanni ad altorilievo ; nel rovescio la sola figura del Cristo risorto. Attorno al nodo sferico
sono resi, a basso rilievo, l’Ecce Homo, San Sebastiano, Adamo ed Èva, San Niccolò, lo
stemma di Randazzo ed un altro gentilizio ; mancano due rappresentanzioni. In giro al fusto,
come in un nastro avvolto a spira, è incisa la seguente iscrizione con parole siciliane che
rivela il nome dell’artefice, Michele Gambino, rimasto finora incognito:1 MICAELI GAM-
BINV a BEATV S. N. ME FECIT — MCCCCLNXXXVIII.

L’ostensorio, alto m. 0.78, è in forma di candeliere con le figurine di due angeli oranti
alle due braccia laterali e con altre di apostoli attorno al fusto. Esso ò di esecuzione molto
accurata e ricorda in alcuni particolari qualche esem-
plare della Penisola, come, a mo’ d’esempio, il reli-
quiario della croce della chiesa di San Giovanni
Evangelista in Venezia.

Nella chiesa di San Martino è notevole il bat-
tistero di forma ottagonale, alto m. 1.13, e composto
di marmi rossi e bianchi. Attorno ai capitelli delle
colonnine sono rappresentate figure umane e zoo-
morfe in vario atteggiamento, come pure foglie e
grappoli d’uva, edera ed altre piante. In giro alla
parte superiore è incisa la seguente iscrizione in
lettere gotiche che fa conoscere un artefice della
prima metà del secolo xv, Angelo De Ricio da
Messina : « Qui crediderit et baptizatus fuerit salvus
erit. hoc opus exspeditum fuit per me magistrum
Angelum De Ricio de Messana ab anno Incarna-
cionis Domini MCCCCXXXXVII ».

Un altro lavoro di scultura, degno di esame,
è il grande ciborio di marmo della fine del se-
colo xv, sull’altare in fondo alla navata laterale sinistra, proveniente dalla distrutta chiesa
dellTtria presso l’Alcantara. Esso è di forma elegante con alte colonnine tortili ed esagonali
e con ricchezza di trafori. In alto vi è rappresentata la figura dell’Eterno a bassorilievo, ed
in basso, gli apostoli Pietro e Paolo a tutto tondo.

- Il Tesoro contiene una bella croce processionale d’argento, pregevole lavoro della fine
del secolo xiv o dei primi del seguente, ed una cassettina-reliquiario probabilmente dello
stesso tempo.

La prima, alta m. 0.55, su di un fondo lavorato elegantemente a squama e contornato
della simbolica edera, presenta, nel diritto, la figura del Crocifisso ad altorilievo, ed alle
estremità il Pellicano, la Vergine, San Giovanni ed il Toro; nel rovescio, il Cristo risorto
con un cartello in mano su cui è scritto RESVRESIT (sic) fra l’Agnello e gli altri tre
simboli degli Evangelisti.

La cassettina, delle dimensioni di m. 0.17 X 0.105 X 0.145, è decorata nelle faccie di
avori rappresentanti varie figure virili e muliebri a bassorilievo, fra le quali ve ne hanno
alcune di guerriero, uno con cappello piumato, scudo e spada, ed un altro che prende com-
miato da una donna.

Noto infine, nelle chiese di Randazzo, un quadro ed una statua della Madonna col Bam-
bino, meritevoli di studio. Il primo, un bellissimo trittico del secolo XIV, delle dimensioni 1

Randazzo, Chiesa di San Martino

1 Vedi Di Marzo, op. cit., voi. I, pag. 610.
 
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