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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 3
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0278

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238

BIBLIOGRAFIA

anzi che al secondo la Madonna di Santa Maria Novella;
ma non sono invece bene valutati il valore e l’importanza
di Cimabue. Nello svolgimento storico della pittura senese
l’A. vuol giungere a definizioni e a conclusioni troppo precise,
troppo assolute ; in modo che partendo da osservazioni spesso
acute ed esatte ed originali, finisce col venire ad afferma-
zioni che non rispondono e talora contrastano con la realtà.
Così il Coletti tenta stabilire una distinzione precisa fra la
scuola senese e la scuola umbra (ma quale scuola umbra ?),
e trova il tratto distintivo nel fatto che il misticismo senese
è mesto mentre il misticismo umbro è lieto. E a dubitare
che una teoria, così nettamente posta, trovi fortuna! Altrove
leggiamo che l’A. distingue una rinascita fiorentina di forza
e una rinascita fiorentina di grazia: tra i pittori senesi del
Quattrocento, Priamo della Quercia e Domenico di Bartolo
avrebbero seguito la prima, Francesco di Giorgio avrebbe
seguito la seconda. Nei primi due maestri è ammesso tut-
tavia un certo eclettismo; ma Francesco, secondo il C., ha
caratteri prettamente fiorentini e stretta affinità col Lippi e col
Botticelli ! Simile assolutezza nel concludere e nel definire (di
cui potrebbero moltiplicarsi gli esempi) è grave menda del
pregevole libro; nel quale l’abbondanza degli errori tipo-
grafici è pure difetto non lieve, sebbene non imputabile all’A.

126. Diehl (Charles), La peinture orientaliste en
Italie au temps de la renaissance. {Rev. de Vart anc.
et mod.y t. XIX, pag. 5-16 e 143-156; Paris, 1906).

Al modo stesso che i maestri primitivi di Siena e di Fi-
renze, specialmente Duccio, furono, sotto alcuni aspetti, con-
tinuatori ed eredi delle tradizioni bizantine ; i pittori italiani
del Rinascimento dovettero all’Oriente (e non all’Oriente greco
ma all’Oriente musulmano) alcune delle caratteristiche che co-
stituiscono il loro genio originale. Non che l’arte italiana del
Quattrocento abbia cercato in Oriente insegnamenti, ma essa
vi ha trovato ispirazioni e modelli che hanno improntato
alcune sue manifestazioni di un carattere speciale. Questa
tesi è brillantemente ed efficacemente svolta dal Diehl, con
esempi tratti da opere di Benozzo Gozzoli, del Pinturicchio
e specialmente di Gentile Bellini e del Carpaccio. In questi
due ultimi artisti, l’A. vede dei veri precursori del moderno
orientalismo.

127. Errerà (Isabella), Tessuti perugini. (Empo-
riunì, voi. XXIII, pag. 276-285; Bergamo, 1906).

Illustra brevemente alcuni tessuti appartenenti alla colle-
zione Rocchi, e ritenuti di fabbrica perugina. La valorosa
scrittrice non si pronuncia chiaramente sulla questione, ma
sembra inclini a non ammettere come provata l’esistenza di
un’antica industria tessile, propria di Perugia.

128. Guareschi (Icilio), La chimica e le arti.
{Annuario della R. Università di Torino per V anno
1905-906,-pag. 13-54; Torino, 1906).

Tenta di rintracciare nelle loro origini i rapporti che pas-
sano fra la chimica e le arti, e mostra come sino da remoti
tempi esse siano state congiunte. Riassume rapidamente le
più notevoli applicazioni della chimica alle arti, specie indu-
striali, nel medio evo e nei tempi moderni. Accenna breve-
niente alla funzione della chimica, come sussidio agli studi

di archeologia e di storia artististica. Chiude invocando un
indirizzo e un progresso nuovo dell’arte in relazione al pro-
gresso della scienza e dell’ intelletto umano.

129. Haseloff (Arthur), Hohenstaufische Erinne-
rungen in Apulien. (Estratto dal Westermanns Illu-
strierten Deutschen Monalsheften; Braunschweig, 1906).

E un bell’articolo che rivela una perfetta conoscenza dei
diversi monumenti romanici passati in rassegna ; ma lo scritto
è rivolto al gran pubblico e non pretende quindi di portare
nessun nuovo contributo alla storia dell’arte. I c.

130. Male (Émile), Une inftuence des Mystères sur
rart italien du XV siècle. (Gazette d. B.-A., t. XXXV,
pag. 89-94; Paris. 1906).

Segnala un esempio dell’ influenza del teatro sull’arte ita-
liana del secolo XV ; dimostrando che i profeti e le sibille
della serie incisa da Baccio Baldini vestono gli stessi costumi,
usati per la rappresentazione del Mistero dell’Annunciazione.
Osserva inoltre come le iscrizioni poetiche delle incisioni del
Baldini abbiano rispondenza quasi perfetta coi versi del mi-
stero attribuito a Feo Beicari.

13 r. Mtgeon (Gaston), Les faìences hispano-more-
ques. (Rev. de Vart anc. et niod., t. XIX, pag. 291-307;
Paris, 1906).

'Traccia in un chiaro e preciso riassunto la storia della
ceramica, quale fu praticata dai Mori nella Spagna, distin-
guendo le applicazioni più notevoli dell’ industria e i centri'
principali, ove essa ebbe sede e sviluppo.

132. Rossi (Attilio), L’art industriel dans les
Abruzzes. {Les Arts, 11. 50; Paris, février 1906).

Dotto e limpido riassunto della storia delle arti industriali
abruzzesi ; arricchito da riproduzioni splendide, in gran parte
inedite.

Storia particolare dei monumenti.

133. Barilli (Arnaldo), L’ allegoria della vita
umana nel dipinto correggesco della camera di San
Paolo in Parma. — Parma, L. Battei, 1906.

134. Bertaux (Émile), Trois chefs-d’oeuvre italiens
de la colledion Ayuard. {Rev. de l'art anc. et mod.,
t. XIX, pag. 81-96; Paris, 1906).

La collezione Aynard di Lione possiede tre notevoli opere
italiane : una Madonna col Ba?nbino, in terracotta, attribuita
a Jacopo della Quercia; una Madonna col Bambino, in bronzo,
attribuita a Donatello ; un enigmatico bassorilievo in marmo
(Sposalizio di Santa Catei'ina?J, attribuito ad Agostino di
Duccio. Ma trattasi proprio di tre capolavori? Il dubbio è
lecito, almeno per il bassorilievo ritenuto di Agostino che ha
particolari stilistici e iconografici tali da destar il sospetto che
si tratti di una falsificazione.

135. Cagnola (Guido), Intorno a due dipinti di Fi-
lippino Lippi. {Rassegna d’arte, a. VI, pag. 41-42; Mi-
lano, 1906).

Tratta di due dipinti di Filippino, appartenenti a una col-
lezione privata di Londra, e recentemente illustrati dal Phillips
(vedi n. 152).

136. Costa (Torquato), Un monumento sepolcrale
 
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