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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc.4
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Frizzoni, Gustavo: Opere di maestri antichi a proposito della pubblicazione dei disegni di Oxford
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0291

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GUSTAVO FRI ZZO NI

giunge quindi, « se non raggiungono tutta
la grandezza di concepimento spiegata nei
nudi di Michelangelo, per un altro verso
sono esenti di quel manierismo sovracarico
che riesce talvolta a scemare il merito
delle sue opere. Raffaello nullameno in
questo ed in analoghi soggetti manifesta
una potenza di disegno della figura umana
in una momentanea rapida azione, alla
quale, forse, Michelangelo non seppe mai
innalzarsi in eguale misura ». Nello stesso
tempo è giusta l’osservazione del Colvin
riferentesi a certe scorrezioni di cui non
va esente il disegno rammentato, del pari
che altri dell'Urbinate ; disegni da collocarsi
nella categoria di quelli dei combattimenti
di uomini nudi, già pubblicati nel III fa-
scicolo.

Che quello di che si è preso a ragionare
corrisponda ad un pensiero precedente
l’esecuzione dell’affresco lo proverebbe il
fatto ch’esso ci porge la composizione com-
pleta del quadro entro il quale era ima-
ginata, mentre nel dipinto rimane quasi
invisibile la figura giacente al suolo, da
che l’artista pose davanti ad essa una delle figure dal vero, appartenenti alla scena del grande
convegno di filosofi e d’uomini illustri, chiamato la Scuola d’Atene. Intendesi il personaggio
inteso rappresentare l’oratore Eschine, che standosene dietro il giovane guerriero in corazza
ed elmo (Alcibiade), stende orizzontalmente il braccio destro, quasi volesse dire ai sofisti, pro-
cedenti dalla parte opposta, di andarsene, come estranei alla sapienza rappresentata dagli
uomini rivolti verso i grandi pensatori, raffigurati nel centro della eletta accolta.

Il Correggio in codesto quarto fascicolo è rappresentato da uno schizzo di una Madonna
e il Bambino con due Santi, assai caratteristico per l’autore. Consiste in un vero embrione
rudimentale, interessante appunto come prova di una improvvisazione di colui che si potrebbe
forse chiamare il primo dei pittori impressionisti. Come bene osserva il Colvin, « l’artista
non avendo nella sua mente se non una nozione confusa, una nebbia per cosi dire, del suo
intento, coprì la maggior parte della superficie del foglio con vaghi suggerimenti di figure,
a matita rossa, da non potersi quasi distinguere. Intinto quindi un pennello, se ne servì
in modo più definito, per tracciare, ma sempre in modo più che altro suggestivo, i contorni
delle principali figure ». E non si può che essere pienamente d’accordo col nostro autore
anche là dove egli asserisce, che per quanto confuso apparisca l’aspetto del disegno, la
mano di un maestro quale il Correggio vi si riconosce in modo infallibile. E da notare in
fine, cosa che il Colvin non sembra avere avvertito interamente, che il fugacissimo schizzo
contiene degli elementi per due de’ suoi celebrati dipinti, e sono quelli della Madonna del
San Gerolamo di Parma e della Madonna del San Giorgio a Dresda.

L’atteggiamento che nel primo egli diede alla Maddalena, umanamente tenera verso il
Bambino con accostare il viso al suo corpicino, nello schizzo gli era balenato alla mente
rispetto al vecchio Santo, che nel quadro egli finì poi a collocare alquanto staccato dal
lato opposto ; il San Giovannino dal corpo assai mosso, secondo il genio dell’autore, sembre-
rebbe alludere invece a quello ch’egli introdusse, variandolo sensibilmente, nel suindicato
quadro di Dresda; quadro pel quale la galleria degli Uffizi possiede altro piccolo schizzo

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,T. Viti: Gesù. Brescia, Galleria Tosio
(Fotografia Alinari)
 
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