QUADRI SCONOSCIUTI NEL MUSEO CRISTIANO VATICANO
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quarto pezzo (0, n. X): la Risurrezione dei tre scolari morti di vaiolo. Tutte queste rappresen-
tazioni della vita di San Nicola hanno formato una predella, e dalla forma si vede che c’era
ancora un quinto pezzo, l’ultimo a destra della predella, ossia dopo la rappresentazione della
Risurrezione dei tre scolari. Nel mezzo, senza dubbio, ci fu il salvataggio nel pericolo di
tempesta sul mare, giacché questa rappresentazione è un poco più larga delle altre.
Fig. 9 — Bartolo di Predi: Annunziazione e Santi
Berlino, Kaiser Friedrichs Museum
Tutti questi piccoli quadri si distinguono per un verismo abbastanza palese, che si
rivela specialmente nei dettagli (alberi, ecc.) e che si può trovare appena nella metà del
Quattrocento nell’arte fiorentina. Ma d’altra parte qui c’è ancora assai convenzionalità tre-
centesca, nell’atteggiamento delle figure per poterlo ascrivere al primo quarto del XV secolo.
Il pittore dunque non può essere stato un vero fiorentino, benché la sua arte si accosti
molto alla scuola fiorentina. I suoi tipi ci dicono che deve esser cresciuto nell’Umbria.
Poiché una lunga discussione delle particolarità dello stile di questo quadro richiede-
rebbe troppe parole, diciamo subito che, secondo noi, il maestro dev’esser stato Gentile da
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quarto pezzo (0, n. X): la Risurrezione dei tre scolari morti di vaiolo. Tutte queste rappresen-
tazioni della vita di San Nicola hanno formato una predella, e dalla forma si vede che c’era
ancora un quinto pezzo, l’ultimo a destra della predella, ossia dopo la rappresentazione della
Risurrezione dei tre scolari. Nel mezzo, senza dubbio, ci fu il salvataggio nel pericolo di
tempesta sul mare, giacché questa rappresentazione è un poco più larga delle altre.
Fig. 9 — Bartolo di Predi: Annunziazione e Santi
Berlino, Kaiser Friedrichs Museum
Tutti questi piccoli quadri si distinguono per un verismo abbastanza palese, che si
rivela specialmente nei dettagli (alberi, ecc.) e che si può trovare appena nella metà del
Quattrocento nell’arte fiorentina. Ma d’altra parte qui c’è ancora assai convenzionalità tre-
centesca, nell’atteggiamento delle figure per poterlo ascrivere al primo quarto del XV secolo.
Il pittore dunque non può essere stato un vero fiorentino, benché la sua arte si accosti
molto alla scuola fiorentina. I suoi tipi ci dicono che deve esser cresciuto nell’Umbria.
Poiché una lunga discussione delle particolarità dello stile di questo quadro richiede-
rebbe troppe parole, diciamo subito che, secondo noi, il maestro dev’esser stato Gentile da