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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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Ciaccio, Lisetta: Scoltura romana del Rinascimento, [2]: primo periodo (sino al pontificato di Pio II)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0395

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354

LISETTA CI ACCIÒ

listo III : non possono essere frammenti della sua tomba, ma potrebbero esserlo di alcuna
opera del suo pontificato (1455-1458).

L’Alfarano 1 ci parla di un sacellum esistente nel tempio di Santa Maria della Febbre,
annesso alla basilica vaticana, « sanctis Andree et Jacobo maiori apostoli dicatum a Cal-
listo III exornatum, in quo idem pontifex altare marmoreum marmoreisque apostolorum
imaginibus exornatum erexit ». Mancandoci notizia di qualsiasi altro monumento a cui sia
ragionevole riferire le nostre sculture,2 tutto induce a credere che esse non sieno se non
le imagines apostolorum ricordate dall’Alfarano, che probabilmente non dovevano costituire
proprio il paliotto dell’altare, bensì la balaustra che chiudeva dai quattro lati il sacello.

Anzi, poiché lo stesso Alfarano, che scriveva (sotto il pontificato di Gregorio XIII :
1572-1585) prima della demolizione del sepolcro di Callisto III, avvenuta nel 1586, ci
dice che questo sorgeva appunto nel detto sacello dei Santi Andrea e Giacomo, ciò
spiegherebbe come mai poterono esser creduti avanzi della sua tomba i frammenti della
balaustra.

Dello stesso marmoraro incognito che scolpì le figure degli apostoli e che sin d’ora,
tanto per distinguerlo da altri marmorari, chiameremo il maestro degli Apostoli, ci restano
ancora altri due frammenti, conservati pure nelle grotte vaticane.

Uno di questi è il n. 39 (fig. 9): una figuretta di San Giorgio (alta cm. 75), figurata
ad alto rilievo in un sol pezzo di marmo con un piatto pilastro ed il principio di un arco
ai quali aderisce. Che la scoltura sia dovuta alla stessa mano che lavorò gli Apostoli appare
evidente dalla modellatura del viso quadro, dagli occhi senz’ iride, grandi, come slargati a
fatica, dalla bocca larga, sporgente, strettamente chiusa, con le labbra grosse, specialmente
il superiore, dalla capigliatura a parrucca, e sopratutto dalla mano stranamente ristretta alla
attaccatura delle dita.

Anche le strette maniche a piegoline identiche a quelle del n. 51 delle Grotte ed il
panneggio a pieghe piatte, visibili nel padiglioncino che la clamide forma sul petto e
nella cintura, sono in tutto conformi alle maniere del maestro degli Apostoli. E di questo
la figuretta di San Giorgio ci presenta pure la finezza della tecnica e la durezza dei movi-
menti, per cui il braccio destro, la cui mano tiene la lancia infissa nella gola del piccolo e risi-
bile drago, è piegato goffamente, senza naturalezza.

Quello studio poi delle statue antiche che negli Apostoli si dimostra nel bel panneggio
della parte inferiore delle figure, qui traspare nell’armatura del giovane santo guerriero, che,
come nelle statuette della Fortezza e della Giustizia del monumento Chiaves in San Gio-
vanni Laterano, è costituita di una corazza di imperatore, finemente fregiata di ornati clas
sici; quantunque qui la fedeltà all’antico sia minore che non nelle Virtù; le braccia sono
medioevalmente ricoperte di maniche, ed è trasformato in una cintura comune il nastro
allacciato in sul davanti che vediamo nelle statue loricate romane, quale insegna impe-
ratoria.

A quale monumento appartenesse questo frammento non sappiamo : Sarti e Settele 3
lo supposero avanzo dell’altare innalzato ai Santi Lorenzo e Giorgio dal cardinale Jacopo

1 De sacrosancta basilica Beati Petrì in Vaticano
antiquissima et nova structura. Biblioteca Vallicelliana
in Roma, mss. G. 30, c. 78.

2 Lo stesso Alfarano accenna ad un organo fatto fare

pure da Callisto III nella basilica vaticana (mss. cit.,
c. 32), che il Mignantt (Istoria della sacrosanta basi-
lica vaticana, Roma-Torino, 1867, I, pag. 67) dice
opera dell’artefice Mosca (vedasi anche Muntz, Les
arts à la Cour des Papes, Paris, 1878, I, pag. 197),
contaminando, si vede, la suddetta notizia con quella
data dal Ciampini a proposito dell’organo di Alessan-

dro VI, collocato sopra all’altare dei Santi Processio
e Martiniano (De sacris aedificiis a Constantino Magno
constructis, Roma, 1693, pag. 57). Ora, essendo pre-
sumibile che quell’organo dovesse essere fornito di
un’adorna balaustra, potremmo supporre le nostre
sculture frammenti di essa ; senonchè mi sembra ben
poco ammissibile che in una cantoria potessero essere
rappresentati gli apostoli.

3 Ad Phs. Laur. Dionisii opus de vaticanis crypti
appendix, Roma, 1840, pag. 32-33.
 
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