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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 1
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Erbach-Fürstenau, Adalbert: La miniatura bolognese nel trecento, [1]: (Studi du Nicolò Giacomo)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0033

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LA MINIATURA BOLOGNESE NEL TRECENTO

(STUDI SU NICOLÒ DI GIACOMO)

IL nostro studio si propone in linea generale di completare lo studio dotto di Lisetta
Ciaccio 1 II sul maestro da lei battezzato per Pseudo-Nicolò e di fornire un contributo alla co-
noscenza dello sviluppo artistico di Nicolò di Giacomo. Speciale attenzione rivolgeremo ad un
Tribunale contro gli eretici, importantissimo per il significato della sua raffigurazione, e che
l’autore del presente articolo fu il primo a determinare quale opera di Nicolò.

E indispensabile esaminare più minutamente la pittura bolognese di miniatura più antica
in rapporto alle altre scuole e specialmente all’arte senese, per comprendere meglio le que-
stioni di cui si tratta.

Di fronte ad un numero rilevante di miniatori, che avevano spiegato la loro attività a
Bologna, si trova una raccolta straricca di manoscritti illustrati che ebbero probabilmente
origine a Bologna e di cui però una piccola parte soltanto è stata autenticata mediante do-
cumenti. Completamente assicurata è Torigine di parecchie matricole e di diverse antifonie ;
del resto non deve maravigliarci che egregi scienziati siano molto discordi tra loro circa la
classificazione dei manoscritti illustrati della fine del xm e del principio del xiv secolo,
poiché sebbene si sappia in quale maniera abbia dipinto qualche miniatore di Bologna e
qualche altro della Toscana fe specialmente di Siena), tuttavia non è possibile concludere sul
carattere generale della scuola dal numero relativamente piccolo delle opere classificate.

La miniatura bolognese e toscana degli ultimi decenni del secolo XIII ci appare quale
unità, nella quale le diverse forme hanno origine più dall’individualità degli artisti che dalla
tradizione della scuola.

Dvorak crede che nella miniatura senese preponderi l’influenza bizantina. Di fronte a
quest’asserzione accenniamo all’epistolario di Giovanni de Gaibana, dellTtalia settentrionale,

I II R. Archivio di Stato di Siena conserva vari
Statuti ornati di iniziali provenienti dal tardo Due-
cento e dal principio del Trecento. Meritano di essere
menzionati specialmente i seguenti :

Statuto del Comune 1287-1288.

Statuto del Comune 1296-1334. La maggior parte
delle iniziali, nelle quali le figure hanno una parte
secondaria, appartiene ancora alla fine del Duecento.

Statuto dei quattro provveditori della Bicherna del
Comune, anno 1306.

Le figure sedute e incorniciate da una architettura
romanica sono ancora abbastanza arcaiche. 1 meandri
sono relativamente ricchi.

II libro Corale della bibl. comunale di Siena I 1
io contiene diverse pitture iniziali eccellenti, p. esem-

pio : « L’adorazione dei re magi » e « La decapita-
zione di Giovanni Battista ». Esse sono eseguite com-
pletamente nello stile della pittura su tavola senese
del 1320 circa.

La pittura iniziale degli Statuti della Mercanzia
dell’anno 1326 nel R. Archivio di Siena fa compieta-
mente l’impressione di un ritaglio, da: le benedizioni
del governo buono del Lorenzetti.

Il libro Corale n. 2 del duomo di Siena contiene
lavori buoni, per quanto non siano di prim’ordine.
(« L’ingresso a Gerusalemme » e « La discesa dello
Spirito Santo »). Le miniature dei due libri Corali elen-
cati con il n. 180 della medesima biblioteca sono di
qualità alquanto inferiore.

L’Arte. XIV, 1.
 
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