Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

DOI issue:
Fasc.3
DOI article:
Severi, Aldo: Esposizione internazionale di belle arti: L'arte italiana
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0257

DWork-Logo
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI BELLE ARTI

L'ARTE ITALIANA.

UN uomo che ha dedicato tutto sè stesso all’arte ed agli artisti e che è sollecito, come
nessun altro, del buon nome e del successo degli artisti italiani, quando ebbe visto
l’Esposizione di quest’anno a Valle Giulia, ha esclamato — si dice — : gli Italiani sono stati
mandati al macello !

La frase è un po’ enfatica; ha la poca serenità di chi ama troppo, ma risponde tuttavia
assai bene al vero. Le disposizioni proibitive stabilite dal regolamento pare che non abbiano
avuto altro scopo che quello di deprimere le energie dei nostri artisti, e quello — necessaria
e dolorosa conseguenza ! — di avvilire l’arte italiana. Codesto vezzo però di magnificare tutto
ciò che ci vien di fuori e mortificare invece tutto ciò che è nostro, è vecchio, ed è così
radicato ormai nella nostra intima natura, ch’io non so quale mai sforzo di volontà e di
energie potrà sradicarlo e distruggerlo. Hanno non poco contribuito a creare questo andazzo,
i critici d’arte, quando — allora con giusta ragione — dovettero scuotere le coscienze e le
intelligenze intorpidite dei nostri pittori e scultori ed indurli ad accorgersi che in qualche
parte della nostra stessa Italia ed in Francia, è pili tardi in Germania, e nel più lontano e
freddo Nord, si cercavano nuove vie e nuovi orizzonti e si chiedevano alle virtù dei colori
e della modellatura emozioni nuove e diverse da quelle che potevano — anzi non potevano —
ammanirci, i quadretti di genere alla Favretto o quelli alla maniera del Fortuny e le com-
posizioni marmoree allegoriche o aneddotiche, bene accette alle Accademie.

Nel mal vezzo però persuadono a rimanere ancora i critici d’arte, i quali, alla lor volta,
non si sono accorti che le coscienze nuove s’erano formate anco fra noi e che occorreva
incitarle ed aiutarle e confortarle, senza porle continuamente a confronto con quelle degli
artisti innovatori stranieri. Se T incitamento e lo sprone e la sferza sono state utili per il
passato, minacciano di divenire assai nocive perchè sfiaccheranno le buone energie e indur-
ranno le cattive in una persistente imitazione dell’altrui. Ora è pur vero che nelle arti
plastiche, il plagio, questo orribile roditore, questo microbo deleterio non è così condannato
e combattuto, come nella letteratura e nella musica e nei ritrovati scientifici ; ma già nelle
condizioni più evolute della mentalità del pubblico si va sentendo che anche la pittura e la
scultura non possono esser pregevoli se siano forme d’imitazione, se non siano la estrinsé-
cazione di emozioni veracemente e fortemente sentite ; se non parlino la parola alata del-
l’artista che abbia inteso una voce della natura.

Nota. Non tutte le fotografie inviateci dagli artisti hanno potuto esser riprodotte perchè alcune di esse
non son giunte in tempo utile alla Rivista ed alcune altre, sia nella stessa riproduzione fotografica che in
quella metallica, non davano, con sufficiente evidenza, la giusta misura dei pregi per cui son lodevoli i quadri.

L'Arte. XIV, 29.
 
Annotationen