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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 4
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Lorenzetti, Giulio: De la Giovinezza artistica di Jacopo Bassano, [2]: Note ed appunti
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0273

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DE LA GIOVINEZZA ARTISTICA DI JACOPO BASSANO

(Continuazione e fine, vedi fase, precedente)

NOTE ED APPUNTI.

I 'evoluzione verso questo nuovo tipo d’arte tizianesca, verso questo secondo momento

_j in cui l’arte giovanile di Jacopo Bassano assume nuovo atteggiamento ci è sicuramente

segnata da la pala d’altare de la Parrocchiale di Borso, paesetto in quel di Bassano, la quale
reca la data del 1338 ' (fig. 6). E questo un documento importantissimo nello studio dell’arte
giovanile di Jacopo poiché ci mostra a chiare note verso qual tempo della sua giovinezza il
pittore abbia, sia pur temporaneamente, lasciato l’indirizzo bonifacesco per divenire seguace
e forse discepolo di Tiziano. 1 2

Nella pala di Borso insieme alla manifesta ispirazione, o meglio derivazione di alcune
figure da modelli tizianeschi, noi vediamo sopraggiungere ed accoppiarsi gli influssi di altri
due maestri di Palma il Vecchio e del Pordenone. Eppure nella pala di Borso dove con-

vergono ricordi e tipi della grand arte

1 II Verci a pag. ro3 della sua opera citata ricorda
come esistenti nella Chiesetta di Borso due opere di
Jacopo Bassano e le dice « ambe della sua prima ma-
niera, lavorate con grazia, forza e vaghezza». Sono
queste la Pala dell'aitar maggiore con la Vergine ed
ai lati San Zenone e San Giovanni Battista e una se-
conda pala che si trovava nell'aitar della Beata Ver-
gine del Carmine in cui era figurato « quando la Madre
di Dio per timore di Erode fugge collo Sposo suo...»

Dipoi il V. soggiunge: «dall’iscrizione che il pittore
vi pose (al secondo quadro) con il suo nome si racco-
glie esser essa fatta l’anno 1538 ». La seconda pala
a cui il V. accenna, ora più non esiste a Borso, a
meno che egli non voglia ricordare la piccola tela
raffigurante appunto la Fuga in Egitto in cui si ripro-
duce però la solita scena tipica, che vediamo svolta
nel periodo più maturo dell’arte dapontiana come ce
ne dà un esempio fra gli altri il quadretto delle Regie
Gallerie di Venezia : notiamo però che la Fuga in
Egitto che attualmente si trova a Borso non reca nè
nome nè data, nè ha dimensioni tali da potersi cre-
dere verosimilmente usato come pala d’altare, notando

Cinquecento, il giovane pittore non sa

per di più che essa davvero per i suoi caratteri sti-
listici non avrebbe potuto recare la data del 1538. Dob-
biamo pertanto concludere con questa ipotesi : o la
Fuga in Egitto ricordata dal Verci è andata smarrita
il che è più probabile, o si tratta di una svista in cui
incorse il Verci il quale riferì alla Fuga in Egitto no-
tizie che avrebbe dovuto in parte però, riportare alla
Paladell’altar maggiore la quale infatti reca sul gradino
dinanzi al trono della Vergine la data: MDXXXVIII,
senza però che vi compaia il nome dell’artista.

2 Gli anneddoti riportati dagli antichi biografi di
Jacopo Bassano, come pure la testimonianza del pit-
tore bassanese Giambattista Volpato che, per quanto
egli riferisce, avrebbe appresa la notizia da fonte au-
torevole, tenderebbero a dimostrare storicamente come
Jacopo ebbe a frequentare la bottega di Tiziano.

A queste notizie l’analisi stilistica aggiunge con-
ferme non incerte nè trascurabili, così che sembra ve-
rosimile supporre che il nostro Jacopo per un certo
periodo della sua giovinezza lavorasse sotto la guida
del grande maestro Cadorino.

L'Arte. XIV, 31.
 
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