OPERE D ARTE A MOGGIO
E A SAN PIETRO DI ZUGLIO
a chiesa dell’abbazia di Moggio, matrice di tutte le chiese del Canale del Ferro, fu
costrutta in seguito alla donazione del locale castello fatta nel 1084 a Federico patriarca
d’Aquileja, e consacrata nel 1119. Più e più volte rifatta, l’architettura non presenta arti-
stico interesse. E il tesoro che fu un tempo copioso e importante, saccheggiato una prima
volta nel 1251, poi, in tempi moderni, dai Francesi e da privati cittadini,1 conserva due
oggetti soltanto: una pisside cilindrica d’avorio e un pastorale.
La pisside, bene conservata con la cerniera e la serratura originali, mostra due scene
tratte dall’Antico Testamento svolgentisi ai lati di un’aquila ornamentale, di cui le ali spie-
gate avvolgono la serratura (fig. 1-3).
Girando dall’aquila verso destra si vede Mosè sul Sinai, che riceve le leggi dalla mano
di Dio, alla presenza del popolo, di tre uomini cioè che si spaventano e si meravigliano del
prodigio. Una simile scena, con la presenza del popolo spaventato, si trova riprodotta in
una pisside della collezione Basilewski di Parigi, ch’io conosco a traverso il disegno trattone
dal Garrucci.2
Segue Daniele fra i leoni, col berretto frigio in atto di orante, rappresentazione noto-
riamente comune. Nei sarcofagi romani la scena di Daniele, da prima limitata agli elementi
essenziali, Daniele e i leoni, si arricchisce poi di Abacuc e dei confortatori.3 Nell’avorio
di Moggio il posto dei confortatori è preso da due angeli che ammansano i leoni : spunto
iconografico questo- che contribuisce a indicare l’origine orientale della pisside. La scena si
chiude con la statua di Bel attorniata dal dragone, rappresentazione che si riferisce al capi-
tolo XIV (deuterocanonico) del libro di Daniele, il quale appunto motiva il supplizio per
avere Daniele dimostrata l’impostura dei preti di Bel e distrutta la statua, poi per avere
ucciso il dragone. Non conosco un’altra rappresentazione di questo speciale soggetto nel-
l’arte cristiana.
I due oggetti ai quali per uso, per tempo e per arte la pisside di Moggio più s’avvi-
cina, sono le due pissidi del Museo Oliveriano di Pesaro e del Museo Nazionale di Firenze.
E già queste sono state indicate come dipendenti dalle forme tipiche della cattedra di Mas-
simiano in Ravenna e datate nel secolo vi.4 La pisside di Moggio ha dal canto suo con
l’arte della cattedra di Massimiano affinità anche più evidenti, facendo la dovuta propor-
1 G. Marinelli, Guida del Canal del Ferro, Udine,
1S94, pag. 157, 203 e seg. Cfr. anche Tessitori, Al-
cuni documenti inediti che si riferiscono al regime
dell’antica abbazia di Moggio, Udine, 1887, per nozze
Franz-Lefèvre, pag. 13.
2 Storia dell’arte cristiana, VI, Prato, 1880, ta-
vola 440, 2.
3 Si vegga Garrucci, op. cit., V, tav. 322, 2;
364, 2 e 3; 365, 2; 366, 2 e 3; 384, 3.
4 A. Venturi, Storia dell’arte italiana, I, 1901,
pag. 535-
E A SAN PIETRO DI ZUGLIO
a chiesa dell’abbazia di Moggio, matrice di tutte le chiese del Canale del Ferro, fu
costrutta in seguito alla donazione del locale castello fatta nel 1084 a Federico patriarca
d’Aquileja, e consacrata nel 1119. Più e più volte rifatta, l’architettura non presenta arti-
stico interesse. E il tesoro che fu un tempo copioso e importante, saccheggiato una prima
volta nel 1251, poi, in tempi moderni, dai Francesi e da privati cittadini,1 conserva due
oggetti soltanto: una pisside cilindrica d’avorio e un pastorale.
La pisside, bene conservata con la cerniera e la serratura originali, mostra due scene
tratte dall’Antico Testamento svolgentisi ai lati di un’aquila ornamentale, di cui le ali spie-
gate avvolgono la serratura (fig. 1-3).
Girando dall’aquila verso destra si vede Mosè sul Sinai, che riceve le leggi dalla mano
di Dio, alla presenza del popolo, di tre uomini cioè che si spaventano e si meravigliano del
prodigio. Una simile scena, con la presenza del popolo spaventato, si trova riprodotta in
una pisside della collezione Basilewski di Parigi, ch’io conosco a traverso il disegno trattone
dal Garrucci.2
Segue Daniele fra i leoni, col berretto frigio in atto di orante, rappresentazione noto-
riamente comune. Nei sarcofagi romani la scena di Daniele, da prima limitata agli elementi
essenziali, Daniele e i leoni, si arricchisce poi di Abacuc e dei confortatori.3 Nell’avorio
di Moggio il posto dei confortatori è preso da due angeli che ammansano i leoni : spunto
iconografico questo- che contribuisce a indicare l’origine orientale della pisside. La scena si
chiude con la statua di Bel attorniata dal dragone, rappresentazione che si riferisce al capi-
tolo XIV (deuterocanonico) del libro di Daniele, il quale appunto motiva il supplizio per
avere Daniele dimostrata l’impostura dei preti di Bel e distrutta la statua, poi per avere
ucciso il dragone. Non conosco un’altra rappresentazione di questo speciale soggetto nel-
l’arte cristiana.
I due oggetti ai quali per uso, per tempo e per arte la pisside di Moggio più s’avvi-
cina, sono le due pissidi del Museo Oliveriano di Pesaro e del Museo Nazionale di Firenze.
E già queste sono state indicate come dipendenti dalle forme tipiche della cattedra di Mas-
simiano in Ravenna e datate nel secolo vi.4 La pisside di Moggio ha dal canto suo con
l’arte della cattedra di Massimiano affinità anche più evidenti, facendo la dovuta propor-
1 G. Marinelli, Guida del Canal del Ferro, Udine,
1S94, pag. 157, 203 e seg. Cfr. anche Tessitori, Al-
cuni documenti inediti che si riferiscono al regime
dell’antica abbazia di Moggio, Udine, 1887, per nozze
Franz-Lefèvre, pag. 13.
2 Storia dell’arte cristiana, VI, Prato, 1880, ta-
vola 440, 2.
3 Si vegga Garrucci, op. cit., V, tav. 322, 2;
364, 2 e 3; 365, 2; 366, 2 e 3; 384, 3.
4 A. Venturi, Storia dell’arte italiana, I, 1901,
pag. 535-