STUDII SU LA SCULTURA VENEZIANA
DEL TRECENTO
(Continuaz. e fine, vedi fase, precedente)
li.
L’arca del patriarca Bertrando nel duomo d’Udine.
Sino alla venuta dei Dalle Masegne, noi possiamo tener ferme due correnti nella scultura
veneziana del Trecento, una innovatrice, pervasa dallo spirito gotico nella redazione
pisana , l’altra continuatrice di quello stile romanico-bizantino, non scevro d’influssi francesi
Fig. 16 — Arca del Patriarca Bertrando. Udine, Duomo
(Fotografia Alinari).
e di lombardi, che per il Dugento ha il suo maggiore rappresentante nell’arco dei mesi in
San Marco.
Il Meyer nel suo studio sul monumento funerario, scorge nel bassorilievo con la Ma-
donna ed il Bambino, all’entrata del chiostro dei Carmini, opera di Arduhio taia pi era con
la data 1340, un primo rappresentante della nuova era. Così anche il Gabelentz. Questo
rilievo mostra di fatti un progresso ; ma un progresso in un’arte per sè ritardataria. Onde
più che il testimonio di un’arte incipiente, io scorgo in esso, come nei tre bassorilievi che
ornano la facciata dell’ex-scuola della Carità (Madonna in trono col Bambino, fra due angeli
ed ai piedi donatori 1345; San Secondo 1377; San Cristoforo 1384), e in quello votivo del
DEL TRECENTO
(Continuaz. e fine, vedi fase, precedente)
li.
L’arca del patriarca Bertrando nel duomo d’Udine.
Sino alla venuta dei Dalle Masegne, noi possiamo tener ferme due correnti nella scultura
veneziana del Trecento, una innovatrice, pervasa dallo spirito gotico nella redazione
pisana , l’altra continuatrice di quello stile romanico-bizantino, non scevro d’influssi francesi
Fig. 16 — Arca del Patriarca Bertrando. Udine, Duomo
(Fotografia Alinari).
e di lombardi, che per il Dugento ha il suo maggiore rappresentante nell’arco dei mesi in
San Marco.
Il Meyer nel suo studio sul monumento funerario, scorge nel bassorilievo con la Ma-
donna ed il Bambino, all’entrata del chiostro dei Carmini, opera di Arduhio taia pi era con
la data 1340, un primo rappresentante della nuova era. Così anche il Gabelentz. Questo
rilievo mostra di fatti un progresso ; ma un progresso in un’arte per sè ritardataria. Onde
più che il testimonio di un’arte incipiente, io scorgo in esso, come nei tre bassorilievi che
ornano la facciata dell’ex-scuola della Carità (Madonna in trono col Bambino, fra due angeli
ed ai piedi donatori 1345; San Secondo 1377; San Cristoforo 1384), e in quello votivo del