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P. LIEBAERT
certamente datata è un altro Salterio, il codice latino ppo della Biblioteca Estense di Mo-
dena, e si chiude al f° 237’ colla data: «Ego frater Matheus de Alexandria, monachus pro-
fessus domus Sancti Christofori ordinis Carthusie prope Ferrariam, librum hunc scripsi anno
Domini 1475 miniatumque per magistrum Guglielmum civem Ferrariensem, et Alexandrum
eius nepotens ». Ciò vuol dire che le poche opere certamente autentiche del Giraldi sono
tutte di molto posteriori alle nostre miniature. Infatti, il manoscritto Scotti è stato scritto
nel 1448, nel breve giro di pochi mesi, perchè cominciato quando già infuriava la peste
del 1448, era bell’ e finito al i° luglio dello stesso anno. Non si può escludere a priori l’ipo-
tesi che il codice sia stato miniato parecchi anni dopo ch’è scritto. Ma non vi è nessuna
ragione di crederlo poiché sappiamo come già nel 1445 G. Giraldi lavorava per Leonello
d’Este.1 D’altra parte vediamo come la nostra miniatura porti l’impronta di un ingegno
giovanile, che già possiede tutte le caratteristiche delle sue opere posteriori benché le mo-
stri usate con una certa inabilità, presto superata nell’evoluzione posteriore dell’arte sua. Sic-
ché possiamo credere che il codice dell’Ambrosiana, scritto in poco tempo, fu anche miniato
senza indugio. Ed allora questo lavoro di Giraldi assume un valore tutto speciale come
quello che, compiuto circa la metà del Quattrocento, dimostra il proprio stile dell’artista
quando non poteva ancora aver subito l’influsso dei grandi maestri che lavorarono dopo
il 1450 in Ferrara come Pier della Francesca, il Cossa e Cosmè Tura.
Ma ci è forza confessare che non possiamo con sicurezza affermare una data per l’ese-
cuzione del manoscritto Scotti. Avremmo, forse, qualche indizio se si potesse sapere di chi
furono le armi dipinte nello scudo del 20 foglio miniato, scudo che non ci riusci di ravvi-
sare. 2 Esse recano il campo rosso caricato da 6 gigli d’oro con due fascie d’oro.
* * *
Oltre le due pagine che riproduciamo, l’ornamentazione del codice consiste in piccole
iniziali disegnate a colori e sparse per tutto il volume. Solo qualche altra, più elegante, ma
pur’essa senza gran pregio d’arte, è tracciata in oro su fondo azzurro. Riproduciamo qui (fig. 6),
a completare la descrizione del manoscritto, un’iniziale di questa fattura.
P. Liebaert.
28 marzo 1471 e 23 dicembre 1472. (Cfr. Antonelli,
Documenti riguardanti i libri corali del Duomo di
Ferrara, ib. 1846, pag. 13). L’altro Salterio reca al
f° 216’ la firma dello scrittore: «Ego frater iohannes
de luca hunc librum transcripsi atque notavi Anno
dni 1472 die ultima junii ». Questi codici sono im-
portantissimi per lo studio dell’evoluzione artistica
di Giraldi e non furono fin qui degnamente illustrati.
L’Hermann (o. c. pag. 177) nella sua ricchissima col-
lezione di belle riproduzioni non ne offre che un pic-
colo fac-simile e questo riuscito malissimo. Speriamo
di tornarvi sopra fra breve per una più completa il-
lustrazione.
1 Campori, 1. c. pag. 26. Registro Camerale 1,146-
1452 : « 1445, dì 18 zenaro fue aminiato uno quinterno
pef Mr. Gulielmo de Giraldi al libro C. a c. 7. —
L. 7. io. o ».
1 Si potrebbe credere che il volume, essendo scritto
nella villa della famiglia Scannelli sia pure ad essa
destinato. Nel qual caso porterebbe le armi di codesto
casato. 11 Crollalanza (Dizionario Storico-Blasonico,
Pisa 1888, li, pag. 503) non conosce il nome Scannelli
ma bensì Scannello di Bologna. L’arma però, ivi ac-
cennata, non corrisponde al nostro scudo.
P. LIEBAERT
certamente datata è un altro Salterio, il codice latino ppo della Biblioteca Estense di Mo-
dena, e si chiude al f° 237’ colla data: «Ego frater Matheus de Alexandria, monachus pro-
fessus domus Sancti Christofori ordinis Carthusie prope Ferrariam, librum hunc scripsi anno
Domini 1475 miniatumque per magistrum Guglielmum civem Ferrariensem, et Alexandrum
eius nepotens ». Ciò vuol dire che le poche opere certamente autentiche del Giraldi sono
tutte di molto posteriori alle nostre miniature. Infatti, il manoscritto Scotti è stato scritto
nel 1448, nel breve giro di pochi mesi, perchè cominciato quando già infuriava la peste
del 1448, era bell’ e finito al i° luglio dello stesso anno. Non si può escludere a priori l’ipo-
tesi che il codice sia stato miniato parecchi anni dopo ch’è scritto. Ma non vi è nessuna
ragione di crederlo poiché sappiamo come già nel 1445 G. Giraldi lavorava per Leonello
d’Este.1 D’altra parte vediamo come la nostra miniatura porti l’impronta di un ingegno
giovanile, che già possiede tutte le caratteristiche delle sue opere posteriori benché le mo-
stri usate con una certa inabilità, presto superata nell’evoluzione posteriore dell’arte sua. Sic-
ché possiamo credere che il codice dell’Ambrosiana, scritto in poco tempo, fu anche miniato
senza indugio. Ed allora questo lavoro di Giraldi assume un valore tutto speciale come
quello che, compiuto circa la metà del Quattrocento, dimostra il proprio stile dell’artista
quando non poteva ancora aver subito l’influsso dei grandi maestri che lavorarono dopo
il 1450 in Ferrara come Pier della Francesca, il Cossa e Cosmè Tura.
Ma ci è forza confessare che non possiamo con sicurezza affermare una data per l’ese-
cuzione del manoscritto Scotti. Avremmo, forse, qualche indizio se si potesse sapere di chi
furono le armi dipinte nello scudo del 20 foglio miniato, scudo che non ci riusci di ravvi-
sare. 2 Esse recano il campo rosso caricato da 6 gigli d’oro con due fascie d’oro.
* * *
Oltre le due pagine che riproduciamo, l’ornamentazione del codice consiste in piccole
iniziali disegnate a colori e sparse per tutto il volume. Solo qualche altra, più elegante, ma
pur’essa senza gran pregio d’arte, è tracciata in oro su fondo azzurro. Riproduciamo qui (fig. 6),
a completare la descrizione del manoscritto, un’iniziale di questa fattura.
P. Liebaert.
28 marzo 1471 e 23 dicembre 1472. (Cfr. Antonelli,
Documenti riguardanti i libri corali del Duomo di
Ferrara, ib. 1846, pag. 13). L’altro Salterio reca al
f° 216’ la firma dello scrittore: «Ego frater iohannes
de luca hunc librum transcripsi atque notavi Anno
dni 1472 die ultima junii ». Questi codici sono im-
portantissimi per lo studio dell’evoluzione artistica
di Giraldi e non furono fin qui degnamente illustrati.
L’Hermann (o. c. pag. 177) nella sua ricchissima col-
lezione di belle riproduzioni non ne offre che un pic-
colo fac-simile e questo riuscito malissimo. Speriamo
di tornarvi sopra fra breve per una più completa il-
lustrazione.
1 Campori, 1. c. pag. 26. Registro Camerale 1,146-
1452 : « 1445, dì 18 zenaro fue aminiato uno quinterno
pef Mr. Gulielmo de Giraldi al libro C. a c. 7. —
L. 7. io. o ».
1 Si potrebbe credere che il volume, essendo scritto
nella villa della famiglia Scannelli sia pure ad essa
destinato. Nel qual caso porterebbe le armi di codesto
casato. 11 Crollalanza (Dizionario Storico-Blasonico,
Pisa 1888, li, pag. 503) non conosce il nome Scannelli
ma bensì Scannello di Bologna. L’arma però, ivi ac-
cennata, non corrisponde al nostro scudo.