NOTE SUL GUERCI NO
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come troncati dal fulmine e dall'annosità, con la frappatura della frasca a piccoli occhielli
ombreggiati di bistro, modo che diventò poi tipico in tutti i disegni del Quercino e dei
suoi imitatori.
Il fondo è occupato da una chiesuola con campanile a guglia che ricorda con precisione
quella ritratta ne’ due quadretti centesi. Quasi identico è il modo di comporre la scena e
uguali i particolari che la inquadrano.
L’altro (n. 6896) rappresenta una zuffa: a sinistra uomini sparano archibugi nascosti
dietro il tronco d’un vecchio albero ; nel mezzo un tafferuglio di armati e un fuggire di
donne ; sul primo piano pare sia indicato un fossato. La scena avviene poco lungi dal
luogo della precedente, poiché la stessa chiesetta, che prima si vedeva a destra, ora vedesi
a sinistra.
Bastano certamente le due descrizioni per rendere evidente la non dubbia attinenza
che i due disegni del Lonvre hanno coi due quadretti della Pinacoteca di Cento. Le scene
schizzate sulla carta non sono però le medesime di quelle buttate giù sulla tela : soltanto
il paesaggio rimane quasi identicamente lo stesso. Possono i disegni del Louvre costituire
un primo studio preparatorio pei quadretti di Cento? Non è in questi ultimi nè una così
larga e meditata concezione, nè una così finita esecuzione da giustificare l’ipotesi.
Si tratta forse di frammenti di una serie di scene quali ci appare dalle descrizioni
rimasteci il Quercino usasse a guisa di vedute decorative ? O non piuttosto di qualche fatto
avvenuto realmente e del quale il pittore ha tenuto ricordo e tratto motivo di rappresen-
tazione, una specie di cronaca figurata non dissimile in sostanza dalle rappresentazioni
mezzo realistiche e mezzo fantastiche che troviamo ancora nelle quarte pagine delle gaz-
zette illustrate ? 1
Yale ad ogni modo la pena di notare i due disegni del Louvre, poiché essi, venendo
a convalidare l’antica attribuzione guercinesca delle due piccole tele di Cento e a formar
gruppo con i resti della decorazione di casa Chiarelli, giovano ad accertare qualche no-
tizia e a chiarir qualche idea sulle opere del Quercino prima che a lui arridessero la for-
tuna e la fama e prima che egli ardisse il suo volo primo e più libero ed alto nelle regioni
dell’arte.
Guglielmo Pacchioni.
1 G. Atti, Guida di Cento, pag. 18.
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come troncati dal fulmine e dall'annosità, con la frappatura della frasca a piccoli occhielli
ombreggiati di bistro, modo che diventò poi tipico in tutti i disegni del Quercino e dei
suoi imitatori.
Il fondo è occupato da una chiesuola con campanile a guglia che ricorda con precisione
quella ritratta ne’ due quadretti centesi. Quasi identico è il modo di comporre la scena e
uguali i particolari che la inquadrano.
L’altro (n. 6896) rappresenta una zuffa: a sinistra uomini sparano archibugi nascosti
dietro il tronco d’un vecchio albero ; nel mezzo un tafferuglio di armati e un fuggire di
donne ; sul primo piano pare sia indicato un fossato. La scena avviene poco lungi dal
luogo della precedente, poiché la stessa chiesetta, che prima si vedeva a destra, ora vedesi
a sinistra.
Bastano certamente le due descrizioni per rendere evidente la non dubbia attinenza
che i due disegni del Lonvre hanno coi due quadretti della Pinacoteca di Cento. Le scene
schizzate sulla carta non sono però le medesime di quelle buttate giù sulla tela : soltanto
il paesaggio rimane quasi identicamente lo stesso. Possono i disegni del Louvre costituire
un primo studio preparatorio pei quadretti di Cento? Non è in questi ultimi nè una così
larga e meditata concezione, nè una così finita esecuzione da giustificare l’ipotesi.
Si tratta forse di frammenti di una serie di scene quali ci appare dalle descrizioni
rimasteci il Quercino usasse a guisa di vedute decorative ? O non piuttosto di qualche fatto
avvenuto realmente e del quale il pittore ha tenuto ricordo e tratto motivo di rappresen-
tazione, una specie di cronaca figurata non dissimile in sostanza dalle rappresentazioni
mezzo realistiche e mezzo fantastiche che troviamo ancora nelle quarte pagine delle gaz-
zette illustrate ? 1
Yale ad ogni modo la pena di notare i due disegni del Louvre, poiché essi, venendo
a convalidare l’antica attribuzione guercinesca delle due piccole tele di Cento e a formar
gruppo con i resti della decorazione di casa Chiarelli, giovano ad accertare qualche no-
tizia e a chiarir qualche idea sulle opere del Quercino prima che a lui arridessero la for-
tuna e la fama e prima che egli ardisse il suo volo primo e più libero ed alto nelle regioni
dell’arte.
Guglielmo Pacchioni.
1 G. Atti, Guida di Cento, pag. 18.