/ POLITTICI PALMESCHI DI DO SSENA E SBRINA
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che possiamo provarci a ricostruire un quadro a due ordini. Nel primo occuperà il posto
di mezzo la PresentazÀone al tempio, fiancheg-
giata, a destra, da San Francesco e, a sinistra,
da San Giovanni evangelista, tutt’ e due in
atto di assistere al rito; nel secondo si ponga
San Giuseppe fra il beato Alberto carmelitano
e Santa Apollonia. Ma tale disposizione urta
contro le consuetudini iconografiche; è illogico
il mettere lo sposo quasi a complemento del
primo atto di religione della Vergine, se non
si vuole stiracchiarne il senso, giustificandolo
col ricordo lasciatoci di questo fatto dall’autore
delle Antichità giudaiche : il che ci sembra as-
solutamente fuor di proposito.
Niente di simile riscontriamo negli altri
polittici del maestro ; a Peghera, sopra la ta-
vola centrale, esprimente San Giacomo mag-
giore, sta Cristo morto sorretto da un angiolo,
coronato dalla lunetta con l’Eterno benedicente ;
e a Venezia, in Santa Maria Formosa, sopra
l’affascinante Santa Barbara, vedesi una Pietà,
torbida e annerita.
Nella Presentazione (fig. 3), Maria, dai ca-
pelli biondo-paglierini, sciolti sugli omeri, come
bioccoli di lana crespa, sale l’ultimo gradino del
tempio e si inchina al sacerdote; è una figura
rozza, dal naso appuntito, dal mento in dentro
e dal padiglione dell’orecchio largo e sinuoso ;
la carnagione tende un po’ al bruno, ma le tinte
furono alterate e corrose dal tempo.
Il sacerdote, dalle mani artritiche, dall’a-
spetto mite e maestoso, benché scurito, ricorda il
tipico San Girolamo dei bellineschi e di qualche
imitatore del Palma (V. per es.,il quadretto della
galleria di Rovigo). Il drappeggio è falso ; le
pieghe non accompagnano le mosse, e le stoffe
non rivestono il rilievo delle fattezze ; questo
difetto si rinnova altrove nel Palma, ed esagera-
tissimo nella Sacra Conversazione di Hampton
Court (n. 115). Più ragionevolmente è panneg-
giato San Francesco, squallido cenobita, che
stacca sul fondo turchino, rotto da nubi bianca-
stre ; e San Giovanni evangelista (fig. 4), vec-
chio e poderoso, rammenta un apostolo nell’Mj-
sunzione delle RR. Gallerie di Venezia (n. 315).
La più notabile delle tre mezze figure è
Santa Apollonia, che manifesta nell’esecuzione pig. 4 — Palma Vecchio. S. Giovanni Evangelista,
una cura maggiore che nella Vergine, miglior Senna, Chiesa Parrocchiale,
fermezza di disegno e franchezza di modellato ;
il San Giuseppe è insignificante come il carmelitano, che gli starebbe vicino nell’immagi-
nato affratellamento delle tavole. Le quali sono in istato deplorevole, essendo in più parti
39
che possiamo provarci a ricostruire un quadro a due ordini. Nel primo occuperà il posto
di mezzo la PresentazÀone al tempio, fiancheg-
giata, a destra, da San Francesco e, a sinistra,
da San Giovanni evangelista, tutt’ e due in
atto di assistere al rito; nel secondo si ponga
San Giuseppe fra il beato Alberto carmelitano
e Santa Apollonia. Ma tale disposizione urta
contro le consuetudini iconografiche; è illogico
il mettere lo sposo quasi a complemento del
primo atto di religione della Vergine, se non
si vuole stiracchiarne il senso, giustificandolo
col ricordo lasciatoci di questo fatto dall’autore
delle Antichità giudaiche : il che ci sembra as-
solutamente fuor di proposito.
Niente di simile riscontriamo negli altri
polittici del maestro ; a Peghera, sopra la ta-
vola centrale, esprimente San Giacomo mag-
giore, sta Cristo morto sorretto da un angiolo,
coronato dalla lunetta con l’Eterno benedicente ;
e a Venezia, in Santa Maria Formosa, sopra
l’affascinante Santa Barbara, vedesi una Pietà,
torbida e annerita.
Nella Presentazione (fig. 3), Maria, dai ca-
pelli biondo-paglierini, sciolti sugli omeri, come
bioccoli di lana crespa, sale l’ultimo gradino del
tempio e si inchina al sacerdote; è una figura
rozza, dal naso appuntito, dal mento in dentro
e dal padiglione dell’orecchio largo e sinuoso ;
la carnagione tende un po’ al bruno, ma le tinte
furono alterate e corrose dal tempo.
Il sacerdote, dalle mani artritiche, dall’a-
spetto mite e maestoso, benché scurito, ricorda il
tipico San Girolamo dei bellineschi e di qualche
imitatore del Palma (V. per es.,il quadretto della
galleria di Rovigo). Il drappeggio è falso ; le
pieghe non accompagnano le mosse, e le stoffe
non rivestono il rilievo delle fattezze ; questo
difetto si rinnova altrove nel Palma, ed esagera-
tissimo nella Sacra Conversazione di Hampton
Court (n. 115). Più ragionevolmente è panneg-
giato San Francesco, squallido cenobita, che
stacca sul fondo turchino, rotto da nubi bianca-
stre ; e San Giovanni evangelista (fig. 4), vec-
chio e poderoso, rammenta un apostolo nell’Mj-
sunzione delle RR. Gallerie di Venezia (n. 315).
La più notabile delle tre mezze figure è
Santa Apollonia, che manifesta nell’esecuzione pig. 4 — Palma Vecchio. S. Giovanni Evangelista,
una cura maggiore che nella Vergine, miglior Senna, Chiesa Parrocchiale,
fermezza di disegno e franchezza di modellato ;
il San Giuseppe è insignificante come il carmelitano, che gli starebbe vicino nell’immagi-
nato affratellamento delle tavole. Le quali sono in istato deplorevole, essendo in più parti