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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 1
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Ciartoso Lorenzetti, Maria: Note su Antoniazzo Romano degli affreschi in Santa Croce in Gerusalemme e di due imagini votive
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0077

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NOTE SU ANTONIAZZO ROMANO

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Ritroviamo ancora la mano di Antoniazzo nella Sant’Elena che sorregge la croce che
s’inalza a simbolo di vittoria nel mezzo della scena, e nel cardinale inginocchiato inanzi
ad essa (fig. 2).

Son due figure che pur sotto il restauro, mostrano tutta l’accurata maniera del maestro
romano ; la Sant’ Elena è la medesima che si ammira nel gruppo già attribuito a questo mae-
stro ; identica nella posizione, nell’abbigliamento, nell’acconciatura. Il restauro le ha tolto però
quell’intonazione chiara di colorito che il maestro aveva usato per l’altra figura ; ad Antoniazzo
possiamo tuttavia ascriverla sicuramente.

La figura del cardinale che, è con ogni probabilità, il ritratto del cardinale de Mendoza,
molto finemente condotta, non mi pare vi sia ragione alcuna per non attribuirla ad Anto-

Fig. 2 — Roma : Santa Croce in Gerusalemme. Leggenda della Croce.

niazzo sia per la caratteristica fattura delle mani, sia per il modo tutto speciale di accen-
tuare con forza i contorni del volto e sia anche perchè, essendo Antoniazzo la mente direttiva
di tutto l’affresco, non vi è una buona ragione per togliergli l’esecuzione di una delle parti
principali dell’opera.

La croce che s’inalza trionfante nel mezzo della parete de l’abside divide anche il campo
d’azione ove al rinvenimento della croce segue la leggenda dell’esaltazione di essa. Narra
la leggenda aurea che Cosroe re di Persia, soggiogata Gerusalemme ne tolse il legno della
croce; l’imperatore Eraclio raccolto allora un esercito, si spinse sino al Danubio e si scontrò
con il figliuolo di Cosroe: i due capitani stabilirono di venire a duello su di un ponte mentre
gli eserciti avrebbero dovuto rimanere spettatori. Colui al quale avesse arriso la fortuna si
sarebbe impadronito dell’ impero. La scena del duello fra Eraclio ed il figlio di Cosroe è
qui condotta con mezzi molto ingenui che dimostrano come il nostro pittore fosse ben lungi
dal saper caratterizzare l’ambiente ; il Danubio è divenuto un ruscello e mentre i capitani
 
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