NÒTE SU ANTONIAZZO ÈÒMÀNÒ
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e trascritta fra gli altri dal Ciacconio.1 Dice infatti l’iscrizione che il detto cardinale, nel
far ricomporre alcune lettere a musaico dinanzi un’edicoletta murata nell’arco maggiore della
basilica, scoperse nell’interno di essa una cassetta di piombo con il titolo della vera croce,
che Sant’Elena aveva trasportato a Roma. In questo fatto noi pertanto crediamo di poter
trovare una conferma alla nostra ipotesi, scorgendo nella decorazione dell’abside il ricordo
più solenne con cui il cardinale avrebbe celebrato questo importante avvenimento.
E ad Antoniazzo piuttosto che ad alcun altro pittore il cardinale si sarebbe rivolto
poiché proprio allora intorno al 1492 l’artista romano s’era venuto acquistando bella rino-
manza con gli affreschi che nel gennaio del 1491, per incarico di Virginio Orsini egli aveva
Fig. 3 —- Roma : Santa Croce in Gerusalemme. Leggenda della Crocè.
iniziato nel Castello di Bracciano. Nel breve periodo di tre anni, fra il 1491 e il 1493,2
Antoniazzo avrebbe pertanto assunto e condotto a termine due importanti e poderosi cicli
di affreschi e ciò spiegherebbe ancora, come nelle storie in Santa Croce in Gerusalemme, la
presenza della mano del maestro non sia così frequente quanto avremmo desiderato. Nel-
l’adornare i tipi a lui famigliari, con l’arte di Piero, Antoniazzo acquista nobiltà e gentilezza ;
se inspirato a questa nuova concezione d’arte egli, senza l’aiuto di collaboratori, avesse potuto
dedicare tutta la sua energia in un’opera così degnamente iniziata, noi avremmo avuto il suo
capolavoro e la sua fama sarebbe oggi maggiore.
Ciacconii, Vitae pontìficum romanornm, 1677, essere stati compiuti posteriormente al 1493 poiché
III. pag. 52. nel gennaio 1495 il cardinale de Mendoza moriva a
Noi riteniamo che questi affreschi non possano Caraco in Ispagna.
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e trascritta fra gli altri dal Ciacconio.1 Dice infatti l’iscrizione che il detto cardinale, nel
far ricomporre alcune lettere a musaico dinanzi un’edicoletta murata nell’arco maggiore della
basilica, scoperse nell’interno di essa una cassetta di piombo con il titolo della vera croce,
che Sant’Elena aveva trasportato a Roma. In questo fatto noi pertanto crediamo di poter
trovare una conferma alla nostra ipotesi, scorgendo nella decorazione dell’abside il ricordo
più solenne con cui il cardinale avrebbe celebrato questo importante avvenimento.
E ad Antoniazzo piuttosto che ad alcun altro pittore il cardinale si sarebbe rivolto
poiché proprio allora intorno al 1492 l’artista romano s’era venuto acquistando bella rino-
manza con gli affreschi che nel gennaio del 1491, per incarico di Virginio Orsini egli aveva
Fig. 3 —- Roma : Santa Croce in Gerusalemme. Leggenda della Crocè.
iniziato nel Castello di Bracciano. Nel breve periodo di tre anni, fra il 1491 e il 1493,2
Antoniazzo avrebbe pertanto assunto e condotto a termine due importanti e poderosi cicli
di affreschi e ciò spiegherebbe ancora, come nelle storie in Santa Croce in Gerusalemme, la
presenza della mano del maestro non sia così frequente quanto avremmo desiderato. Nel-
l’adornare i tipi a lui famigliari, con l’arte di Piero, Antoniazzo acquista nobiltà e gentilezza ;
se inspirato a questa nuova concezione d’arte egli, senza l’aiuto di collaboratori, avesse potuto
dedicare tutta la sua energia in un’opera così degnamente iniziata, noi avremmo avuto il suo
capolavoro e la sua fama sarebbe oggi maggiore.
Ciacconii, Vitae pontìficum romanornm, 1677, essere stati compiuti posteriormente al 1493 poiché
III. pag. 52. nel gennaio 1495 il cardinale de Mendoza moriva a
Noi riteniamo che questi affreschi non possano Caraco in Ispagna.