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MARIA CI ARTO SO
Stabilita così l’autenticità di quest’opera ad Antoniazzo, possiamo ancora aggiungere
che ci troviamo qui dinanzi ad una delle prime opere del maestro, a noi conosciute ; Anto-
niazzo iniziò la sua vita artistica eseguendo una copia della Madonna della Basilica Liberiana,
nel 1460 per Alessandro Sforza signore di Pesaro, opera che noi non conosciamo ed al
periodo 1460-70, sebbene sia stato un periodo di grande attività, come risulta chiaro dai
vari contratti e note di pagamento che di lui si conservano, non potevamo finora annoverare
che la tavola dell’Annunciazione in Santa Maria sopra Minerva eseguita precisamente fra
il 1460-68 per il Card. Torrecremata. Il nostro affresco dovette essere eseguito fra il 1460-70
e troviamo in quest’epoca il maestro già interamente padrone di quella sua maniera che a
detta di molti sarebbe umbra e peruginesca. Noi non possiamo accettare questa opinione
perchè Antoniazzo in questo periodo nè aveva avuto modo d’ispirarsi a modelli di arte umbra,
nè aveva ancora iniziata quella collaborazione col Perugino che non avvenne prima del 1484.
Ciò prova sempre più che la maniera di Antoniazzo, sentitamente e profondamente romana,
fosse penetrata ne l’animo suo sin dalle sue prime opere e tale rimanesse e non mutasse con
il contatto dell’arte umbra con la quale poteva avere alcune affinità, ma non uno studio
imitativo. Il suo unico e vero maestro fu Melozzo col quale lavorò per oltre quindici anni, i
primi della sua vita artistica e pur nell’affìevolirsi delle forme derivate da Melozzo, quando
venne meno la presenza in Roma del grande pittore, Antoniazzo non dimenticò i primi
insegnamenti, chè il ricordo del suo maestro noi lo ritroviamo sempre nel profilo soave dei
suoi angeli e nei suoi putti tondeggianti, ridenti e biondi.
Maria Ciartoso.
MARIA CI ARTO SO
Stabilita così l’autenticità di quest’opera ad Antoniazzo, possiamo ancora aggiungere
che ci troviamo qui dinanzi ad una delle prime opere del maestro, a noi conosciute ; Anto-
niazzo iniziò la sua vita artistica eseguendo una copia della Madonna della Basilica Liberiana,
nel 1460 per Alessandro Sforza signore di Pesaro, opera che noi non conosciamo ed al
periodo 1460-70, sebbene sia stato un periodo di grande attività, come risulta chiaro dai
vari contratti e note di pagamento che di lui si conservano, non potevamo finora annoverare
che la tavola dell’Annunciazione in Santa Maria sopra Minerva eseguita precisamente fra
il 1460-68 per il Card. Torrecremata. Il nostro affresco dovette essere eseguito fra il 1460-70
e troviamo in quest’epoca il maestro già interamente padrone di quella sua maniera che a
detta di molti sarebbe umbra e peruginesca. Noi non possiamo accettare questa opinione
perchè Antoniazzo in questo periodo nè aveva avuto modo d’ispirarsi a modelli di arte umbra,
nè aveva ancora iniziata quella collaborazione col Perugino che non avvenne prima del 1484.
Ciò prova sempre più che la maniera di Antoniazzo, sentitamente e profondamente romana,
fosse penetrata ne l’animo suo sin dalle sue prime opere e tale rimanesse e non mutasse con
il contatto dell’arte umbra con la quale poteva avere alcune affinità, ma non uno studio
imitativo. Il suo unico e vero maestro fu Melozzo col quale lavorò per oltre quindici anni, i
primi della sua vita artistica e pur nell’affìevolirsi delle forme derivate da Melozzo, quando
venne meno la presenza in Roma del grande pittore, Antoniazzo non dimenticò i primi
insegnamenti, chè il ricordo del suo maestro noi lo ritroviamo sempre nel profilo soave dei
suoi angeli e nei suoi putti tondeggianti, ridenti e biondi.
Maria Ciartoso.