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ADOLFO VENTURI
dal fusto esilissimo con le foglie rade. La miniatura delia biblioteca vaticana eseguita dal
Perugino probabilmente verso il 1485, lo dimostra miniatore provetto, padrone della
tecnica speciale dell’arte del minio. Iniziato nella miniatura, si trovò a Firenze, e simpatizzò
certo col Pesellino, del quale in molti tipi ricorda la gentilezza, la tenerezza, il languore
nell’espressione e nella grazia de’ corpi. Uno dei cavalieri de’ quadretti porta la mano
rovescia sull’anca come il San Marnante del Pesellino ora nel Castello di Windsor.
Negli anni in cui il Perugino fu giovanetto a Firenze, il Pesellino dava i fiori più belli
dell’arte sua ; ma a quel tempo stesso Antonio Poliamolo aveva esordito nella pittura con
Fig. 4 — Perugia, Pinacoteca Civica. Perugino, Storia di S. Bernardino.
Pietro suo fratello, dipingendo le « P'atiche d’Èrcole » su vaste tele nel Palazzo de’ Medici ;
e quell’opera fu esemplare ai pittori in Firenze, perchè era raggiunto il connubio delle
forme pittoriche con le scultorie. Il Perugino mentre guardò a Francesco Pesello, studiò
dai Poliamolo, e se ne può trovar la prova ne’ quadretti, nello studio tormentato della forma
de’ corpi, dai contorni cercati con insistenza de’ muscoli e delle ossa, nelle mani aggran-
chiate, ne’ costumi coi broccati metallici, con le pieghe ingegnosamente costruite. E a questi
potremo mettere opportunamente a riscontro i ricami disegnati da Antonio Poliamolo per
Santa Maria del Fiore.
Ai quadretti della pinacoteca di Perugia si possono associare altri dipinti che tornano
a riscontro, o che hanno in sè elementi di confronto con quelli, principalmente la predella
ADOLFO VENTURI
dal fusto esilissimo con le foglie rade. La miniatura delia biblioteca vaticana eseguita dal
Perugino probabilmente verso il 1485, lo dimostra miniatore provetto, padrone della
tecnica speciale dell’arte del minio. Iniziato nella miniatura, si trovò a Firenze, e simpatizzò
certo col Pesellino, del quale in molti tipi ricorda la gentilezza, la tenerezza, il languore
nell’espressione e nella grazia de’ corpi. Uno dei cavalieri de’ quadretti porta la mano
rovescia sull’anca come il San Marnante del Pesellino ora nel Castello di Windsor.
Negli anni in cui il Perugino fu giovanetto a Firenze, il Pesellino dava i fiori più belli
dell’arte sua ; ma a quel tempo stesso Antonio Poliamolo aveva esordito nella pittura con
Fig. 4 — Perugia, Pinacoteca Civica. Perugino, Storia di S. Bernardino.
Pietro suo fratello, dipingendo le « P'atiche d’Èrcole » su vaste tele nel Palazzo de’ Medici ;
e quell’opera fu esemplare ai pittori in Firenze, perchè era raggiunto il connubio delle
forme pittoriche con le scultorie. Il Perugino mentre guardò a Francesco Pesello, studiò
dai Poliamolo, e se ne può trovar la prova ne’ quadretti, nello studio tormentato della forma
de’ corpi, dai contorni cercati con insistenza de’ muscoli e delle ossa, nelle mani aggran-
chiate, ne’ costumi coi broccati metallici, con le pieghe ingegnosamente costruite. E a questi
potremo mettere opportunamente a riscontro i ricami disegnati da Antonio Poliamolo per
Santa Maria del Fiore.
Ai quadretti della pinacoteca di Perugia si possono associare altri dipinti che tornano
a riscontro, o che hanno in sè elementi di confronto con quelli, principalmente la predella