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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 2
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Ricci, Corrado: Per la storia della pittura forlivese: Appunti
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0115

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PER LA STORIA DELLA PITTURA FORLIVESE

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Come dunque procedette il lavoro ? Melozzo fece il disegno e i cartoni ; il Paimezzani
li tradusse in affresco.

Non dimentichiamo che allora la vita degli artisti si distingueva in tre stadii. Nel primo
l’artista lavorava anonimo sotto un maestro e l’aiutava ne’ suoi lavori; poi, nel secondo
periodo, lavorava da solo e acquistava fama e fortuna; nell’ultimo infine, crescendo le ordi-
nazioni, si faceva aiutare dagli allievi; si mutava, oserei dire, in una specie d’impresario.

Quei tre stadii furono di Melozzo come del Pintoricchio, di Luca Signorelli, del Peru-
gino e, poco più tardi, di Raffaello e d’altri. Melozzo è discepolo od aiuto nel periodo urbi-
nate ; artista felice e indipendente nei Ss. Apostoli e nel Platina a Roma; impresario a
Loreto e a Forlì.

A Loreto e a Forlì infatti lavora negli ultimi nove anni della sua vita.

Fig. 2 — 11 miracolo di San Giacomo. Forlì, Lunetta nella chiesa di San Biagio.

A quale tempo è quindi da riferire l’esecuzione degli affreschi di S. Biagio? Non esito
a dire agli anni 1492 e 1493. Alle testimonianze e agli argomenti addotti ; all’accenno espli-
cito di Luca Pacioli sul lavoro di collaborazione dei due pittori, anteriore inevitabilmente
al 1494, è da aggiungere un’altra prova: che quegli affreschi nel 1495 esistevano già. Si è
creduto da ultimo che lo stemma che si vede nel mezzo della cupoletta fosse della famiglia
Bonucci, ma così non è. La cappella dei Boriucci era quella contigua, in cui si trova il
sepolcro di Barbara Manfredi. In essa, infatti, fu rinvenuta la loro lapide tombale.

Lo stemma ricordato, coi tre colombi, è quello dei Feo di Savona e lo si vede anche
nel palazzo di Savona! Ora i Feo lasciarono per sempre Forlì e la Romagna subito dopo
l’uccisione di Giacomo Feo avvenuta il 27 agosto 1495. Nessun lavoro potè quindi essere
compiuto per loro se non prima di quella data.

La lunetta, al pari della cupoletta, prova che l’idea e il disegno non furono del Pai-
mezzani. La riproduzione mi esonera dal descrivere ; ma richiamo l’attenzione di chi legge
 
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