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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 2
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Erbach-Fürstenau, Adalbert: La miniatura bolognese nel trecento, [2]: (Studi su Nicolò di Giacomo)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0144

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I I 2

ERBACH DI FUERSTENAU

l’accordo iconografico abbia per causa un modello comune, forse un ciclo di affreschi ora
sparito.

All’epoca della freschezza giovanile, in cui l’artista aspirò alla più alta mèta, seguì un
altro periodo di quarant’anni piena di operosità diligente.

Le opere, ordinariamente firmate, « Nicolaus de Bonomia fecit » ma di rado fornite di
data, dimostrano la permanenza di un virtuosismo che non corrisponde completamente alle
promesse fatte nei primi inizi.

In un periodo che sta, tra le opere giovanili create con sentimento fresco e quelle
nelle quali predominano lo studio e l’abilità acquistata mediante l’esercizio, si trova il Gra-
ziano di Iena che contiene tre grandi quadri e più di trenta piccoli (El. f. 51, c.).

La sua esecuzione è ancora abbastanza accurata. Alle faccie alquanto pallide manca l’in-
carnato piuttosto rosso dell’epoca posteriore.

Le figure femminili gareggiano di vezzo e di grazia con le ancelle della sposa nella

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Fig, 6 — Mi'mchen, Lat. 12,070.

miniatura di Salisburgo, le teste degli uomini però mancano di quella verità naturale tolta
dalla realtà. La scena è resa monotona dalla forma sempre uguale delle bocche, dei
menti, delle guancie. La linea superiore degli occhi si prolunga verso l’orecchio secondo la
maniera bolognese, lasciata per la prima volta da Nicolò, e le pieghe della bocca pendono
verso il basso con forma prima non mai vista: forse Nicolò criticato a cagione degli angoli
della bocca rivolti in alto sarà caduto nell’errore opposto, conservato da lui sino alla tarda
fine della sua vita. Le tre grandi miniature hanno il noto fondo damascato di spirali d’oro,
le minori si trovano su oro metallico. La maggior parte delle composizioni potè essere libe-
ramente inventata.

Più degli altri l’incoronazione del Papa e dell’Imperatore, in fol. 2, si avvicina a mo-
delli più antichi (cfr. vat. lat. 2492, vat. lat. 1366, Toledo, Kath., Ili, 4, Madrid, C. 4). Nel
breviario imparammo a conoscere un tipo di Cristo lezioso, quasi femminile. Il Graziano di
Iena mostra la testa di Cristo accigliata propria dell’età più matura di Nicolò. La minia-
tura iniziale del trattato di Giovanni de Legnano « de Pace ecclesiae » (Parigi, Bibl. Nat.
at. 3199, fol. 1) mostra l’identica figura di Cristo circondata da angioli. Detta figurazione
 
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