LA MINIATURA BOLOGNESE NEL TRECENTO
ii3
non è firmata. Tutte le opere di Nicolò comprese tra il codice di Iena, relativamente remoto,
e quelle successive, che appartengono alla vecchiaia del maestro, si somigliano in modo da
non poter essere ordinate cronologicamente.
Tra le poche miniature munite di data deve essere dato speciale rilievo a cagione della
loro ricchezza al codice vat. lat. 3639 (dat.2 A 1372) e a quello Monaco di Baviera n. 10072
(dat.2 A 1374) Il Messale di Monaco di Baviera principiando con figurazioni naturalistiche
dei mesi, conserva parecchie centinaia di maggiori e di minori scene della vita di Cristo
e dei Santi, ma non è qui il luogo di elencarle. Spesso una lettera iniziale contiene un avve-
nimento dell’antico o del nuovo Testamento la cui scelta non è casuale p. es., quale intro-
duzione all’ufficio in onore della santa Susanna, si presenta Susanna ed i due vecchi ;
inoltre si vede l’adultera legata davanti a Cristo, il quale come riferisce l’Evangelista, scrive
chinato verso il suolo.
Le serie delle figurazioni della vita del Salvatore si somigliano massimamente e nel
vat. lat. 2639 e nel Clm. 10072; la divi-
sione dei fogli dipinti interamente si fa
per mezzo di strette fettucce. Nel codice
vaticano per ogni foglio risultano 3X5
campi, in quello di Monaco di Baviera
2 X 7, in modo che il formato più alto
dei primi rende possibili dei fondi archi-
tettonici, che non potevano essere appli-
cati al formato stretto e schiacciato del
Messale; si noti che le figure in piedi
arrivano spesso sino al margine superiore
del quadro. Dovunque si ritrova lo stile
delle figure a grandi dimensioni, il quale
se mai dovesse essere raffrontato alla
pittura monumentale, il che però non
può essere fatto, richiamerebbe piuttosto
modelli fiorentini che senesi. Non si può
invece rilevare dalle opere conservate di
questa scuola una derivazione dalla pit-
tura bolognese parietale o su tavola.
Nelle serie delle figurazioni del nuovo Testamento si manifestano reminiscenze dell’opera
giovanile di Kremsmunster di 26 o rispettivamente di 24 anni più remoto.
Specialmente adatti per essere confrontati con le figurazioni di simile soggetto sono
nel vat. lat. 2639 al fol. 2 v., San Giuseppe nell’adorazione del bambino Gesù e al fol. 3
nella fila più alta a destra, il dodicenne Gesù nel Tempio. L’uomo visto di schiena con le
mani alzate che sembra esporre ragionamenti propri è stato preso dall’opera giovanile ; l’oc-
cipite ed il naso hanno la stessa configurazione, ed inoltre l’atteggiamento delle mani meglio
proporzionate è assolutamente simile. Nella composizione, per addurre ancora un solo altro
esempio, le tre scene nelle quali il Salvatore e Pilato incoronato guardano dal balcone di legno
in basso sul popolo si riferiscono ad uno schema che si presenta la prima volta nel breviario.
Le serie di figurazioni del Nuovo Testamento degli anni 1372 e 1374 non soddisfano sotto
ogni riguardo, poiché troppe scene sono accatastate nel piccolo spazio di un foglio. Merita
però di dare ancora uno sguardo a pochi quadri iniziali del Messale di Monaco, che meglio
rispondono al compito loro. La riduzione è stata adattata in modo felicissimo al V dipinto
che circonda il quadro dell’Annunziata (fig. 6) : le figure ben proporzionate conservano qualche
cosa dell’antica grazia, la quale Nicolò sapeva esprimere soltanto di rado nei suoi anni tardi.
Con quale grazia la Vergine Maria volge la testa gentile all’angelo, mentre la movenza
delle sue mani quasi in atteggiamento di paura esprime maraviglia. Questo motivo è forse
Fig. 7 — Avignone: N. 136. Messale di Clemente vii.
L’Arte. XIV, 15.
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non è firmata. Tutte le opere di Nicolò comprese tra il codice di Iena, relativamente remoto,
e quelle successive, che appartengono alla vecchiaia del maestro, si somigliano in modo da
non poter essere ordinate cronologicamente.
Tra le poche miniature munite di data deve essere dato speciale rilievo a cagione della
loro ricchezza al codice vat. lat. 3639 (dat.2 A 1372) e a quello Monaco di Baviera n. 10072
(dat.2 A 1374) Il Messale di Monaco di Baviera principiando con figurazioni naturalistiche
dei mesi, conserva parecchie centinaia di maggiori e di minori scene della vita di Cristo
e dei Santi, ma non è qui il luogo di elencarle. Spesso una lettera iniziale contiene un avve-
nimento dell’antico o del nuovo Testamento la cui scelta non è casuale p. es., quale intro-
duzione all’ufficio in onore della santa Susanna, si presenta Susanna ed i due vecchi ;
inoltre si vede l’adultera legata davanti a Cristo, il quale come riferisce l’Evangelista, scrive
chinato verso il suolo.
Le serie delle figurazioni della vita del Salvatore si somigliano massimamente e nel
vat. lat. 2639 e nel Clm. 10072; la divi-
sione dei fogli dipinti interamente si fa
per mezzo di strette fettucce. Nel codice
vaticano per ogni foglio risultano 3X5
campi, in quello di Monaco di Baviera
2 X 7, in modo che il formato più alto
dei primi rende possibili dei fondi archi-
tettonici, che non potevano essere appli-
cati al formato stretto e schiacciato del
Messale; si noti che le figure in piedi
arrivano spesso sino al margine superiore
del quadro. Dovunque si ritrova lo stile
delle figure a grandi dimensioni, il quale
se mai dovesse essere raffrontato alla
pittura monumentale, il che però non
può essere fatto, richiamerebbe piuttosto
modelli fiorentini che senesi. Non si può
invece rilevare dalle opere conservate di
questa scuola una derivazione dalla pit-
tura bolognese parietale o su tavola.
Nelle serie delle figurazioni del nuovo Testamento si manifestano reminiscenze dell’opera
giovanile di Kremsmunster di 26 o rispettivamente di 24 anni più remoto.
Specialmente adatti per essere confrontati con le figurazioni di simile soggetto sono
nel vat. lat. 2639 al fol. 2 v., San Giuseppe nell’adorazione del bambino Gesù e al fol. 3
nella fila più alta a destra, il dodicenne Gesù nel Tempio. L’uomo visto di schiena con le
mani alzate che sembra esporre ragionamenti propri è stato preso dall’opera giovanile ; l’oc-
cipite ed il naso hanno la stessa configurazione, ed inoltre l’atteggiamento delle mani meglio
proporzionate è assolutamente simile. Nella composizione, per addurre ancora un solo altro
esempio, le tre scene nelle quali il Salvatore e Pilato incoronato guardano dal balcone di legno
in basso sul popolo si riferiscono ad uno schema che si presenta la prima volta nel breviario.
Le serie di figurazioni del Nuovo Testamento degli anni 1372 e 1374 non soddisfano sotto
ogni riguardo, poiché troppe scene sono accatastate nel piccolo spazio di un foglio. Merita
però di dare ancora uno sguardo a pochi quadri iniziali del Messale di Monaco, che meglio
rispondono al compito loro. La riduzione è stata adattata in modo felicissimo al V dipinto
che circonda il quadro dell’Annunziata (fig. 6) : le figure ben proporzionate conservano qualche
cosa dell’antica grazia, la quale Nicolò sapeva esprimere soltanto di rado nei suoi anni tardi.
Con quale grazia la Vergine Maria volge la testa gentile all’angelo, mentre la movenza
delle sue mani quasi in atteggiamento di paura esprime maraviglia. Questo motivo è forse
Fig. 7 — Avignone: N. 136. Messale di Clemente vii.
L’Arte. XIV, 15.