UN DIPINTO DI GIROLAMO DI BENVENUTO
I 2 I
troppo particolareggiata della pittura. Come si vede, la figura principale della composizione
era originalmente quella di Cristo che, sollevata da cherubini e circondata da angeli recanti
i simboli della Passione e le trombe della Risurrezione, impartiva con la destra la benedi-
zione e con la sinistra la condanna. Questa figura, però, è in gran parte sparita, in modo
che domina ora la composizione, quella, invece, di san Michele Arcangelo, il quale tiene
nelle bilance le anime di quelli che sorgono dalle tombe intorno a lui. A sinistra gli eletti
salgono, in piccoli gruppi, al cielo de’ beati; a destra i mandati di Satana trascinano verso
le roccie fiammeggianti dell’ Inferno i dannati. Nel fondo si stende un tranquillo ed ameno
paesaggio di colline basse ed ondeggianti, ornato da alberi ed arbusti. Nonostante le varie
attribuzioni finora suggerite da diversi « conoscitori » (il dipinto è stato ascritto al Pacchia-
rotto, al Pacchia, al Signorelli, e persino al Sodoma !) pare che nessuno abbia ancora pub-
blicato il nome del vero autore di questo dipinto, il quale non può essere altro che il poco
noto ma prolifico e proteiforme Girolamo di Benvenuto. Questo risulta chiaramente tanto dalle
forme e dal colorito, quanto dalla tecnica esecuzione assai caratteristica dell’affresco. Il di-
pinto è soprattutto interessante per lo studioso della pittura senese, perchè mostra un’in-
fluenza nuova nell’arte eclettica del pittore, quella del Signorelli. Tale influenza si rivela in
modo speciale nelle figure nude della parte destra della composizione, e rende spiegabile
la tradizione che attribuisce al grande Cortonese questo lavoro d’un pittore secondario se-
nese. Girolamo avrebbe potuto far la conoscenza del Signorelli e della sua arte durante la
visita, di questo pittore a’ Mont’Oliveto e a .Siena, nel 1497-8; ma la pittura dell’Osservanza
pare di essere d’un’epoca più avanzata, e pare anche ben certo che l’artista senese abbia
visto e studiato gli affreschi famosi di Luca in Orvieto, come dimostrano in modo sicuro
le figure nude sopraccennate. Di tracce signorellesche ben poco si trova nelle altre opere
di Girolamo.
Il lavoro del distacco dell’affresco è stato compiuto in modo veramente lodevole dal
Brizi di Assisi, il quale ha saputo compiere il suo dovere senza il solito « restauro » finale
che ha deturpato tanti affreschi soggetti a simili operazioni di trasferimento. Debbo infine
avvertire che l’attribuzione a Girolamo di Benvenuto fu, se non pubblicata, fatta la prima
volta dal dott. Giacomo De Nicola.
F. Mason Perkins.
L’Arte. XIV, 16.
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troppo particolareggiata della pittura. Come si vede, la figura principale della composizione
era originalmente quella di Cristo che, sollevata da cherubini e circondata da angeli recanti
i simboli della Passione e le trombe della Risurrezione, impartiva con la destra la benedi-
zione e con la sinistra la condanna. Questa figura, però, è in gran parte sparita, in modo
che domina ora la composizione, quella, invece, di san Michele Arcangelo, il quale tiene
nelle bilance le anime di quelli che sorgono dalle tombe intorno a lui. A sinistra gli eletti
salgono, in piccoli gruppi, al cielo de’ beati; a destra i mandati di Satana trascinano verso
le roccie fiammeggianti dell’ Inferno i dannati. Nel fondo si stende un tranquillo ed ameno
paesaggio di colline basse ed ondeggianti, ornato da alberi ed arbusti. Nonostante le varie
attribuzioni finora suggerite da diversi « conoscitori » (il dipinto è stato ascritto al Pacchia-
rotto, al Pacchia, al Signorelli, e persino al Sodoma !) pare che nessuno abbia ancora pub-
blicato il nome del vero autore di questo dipinto, il quale non può essere altro che il poco
noto ma prolifico e proteiforme Girolamo di Benvenuto. Questo risulta chiaramente tanto dalle
forme e dal colorito, quanto dalla tecnica esecuzione assai caratteristica dell’affresco. Il di-
pinto è soprattutto interessante per lo studioso della pittura senese, perchè mostra un’in-
fluenza nuova nell’arte eclettica del pittore, quella del Signorelli. Tale influenza si rivela in
modo speciale nelle figure nude della parte destra della composizione, e rende spiegabile
la tradizione che attribuisce al grande Cortonese questo lavoro d’un pittore secondario se-
nese. Girolamo avrebbe potuto far la conoscenza del Signorelli e della sua arte durante la
visita, di questo pittore a’ Mont’Oliveto e a .Siena, nel 1497-8; ma la pittura dell’Osservanza
pare di essere d’un’epoca più avanzata, e pare anche ben certo che l’artista senese abbia
visto e studiato gli affreschi famosi di Luca in Orvieto, come dimostrano in modo sicuro
le figure nude sopraccennate. Di tracce signorellesche ben poco si trova nelle altre opere
di Girolamo.
Il lavoro del distacco dell’affresco è stato compiuto in modo veramente lodevole dal
Brizi di Assisi, il quale ha saputo compiere il suo dovere senza il solito « restauro » finale
che ha deturpato tanti affreschi soggetti a simili operazioni di trasferimento. Debbo infine
avvertire che l’attribuzione a Girolamo di Benvenuto fu, se non pubblicata, fatta la prima
volta dal dott. Giacomo De Nicola.
F. Mason Perkins.
L’Arte. XIV, 16.