UN UMILE PITTORE DEI PRIMI DEL CINQUECENTO
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composto di rocce biancastre fra le quali appare piccolissimo in lontananza un caseggiato.
Le vesti furono ritoccate, ma nella carnagione dei volti e nel resto della pittura tutto è
intatto. L’altra lunetta riproduce un soggetto assai usato nell’arte di Angelo di Lorentino,
cioè la Vergine — sempre a mezzo busto — che accenna il Figlio in collo, ai fedeli; ai lati
pregano due angeli ; nel fondo il solito cielo sereno. Le vesti della Madonna e le ali rosse
e le tuniche violette degli angeli hanno subito manomissioni posteriori ; il bambino - anche
qui gaio e benedicente, ma più tozzo — è quasi nella stessa posizione che nell’affresco di
san Bernardo. Nella terza lunetta si vede il Redentore risorto che con la destra benedice
e con la sinistra tiene il segno glorioso della resurrezione: una bandieretta candida solcata
da una croce rossa. Il fondo è uguale, nel cielo, agli altri e ai lati sono due monticelli
verdi (uno — il Calvario — porta tre croci) sparsi di alberetti. La magra persona di Cristo
Fig. 2 — Angelo di Lorentino : S Francesco che riceve la stimmate
Arezzo, Palazzo del Comune (Fot. Luci).
con le chiome castane fluenti sul collo, gli occhi bassi, la barba corta, con un manto ver-
miglio sulle spalle, le carni colorite di quel solito giallo, ha le membra ben proporzionate
e ben segnate appariscono le linee del collo e marcate le mammelle. A quest’opera — pure
in qualche parte ritoccata — è lecito ravvicinare un Cristo crocifisso dipinto nell’aula del
consiglio al palazzo del Comune : il fondo fu guastato, ma la figura ha somiglianze con la
precedente. Nè è ardito pensare che in quel palazzo — in cui l’abbiamo già visto occupare
un altro ufficio — il nostro artefice molte cose avesse lavorato e, benché le carte da me con-
sultate tacciano in proposito, possiamo tuttavia attribuirgli con sicurezza l’affresco che vedesi
nel vestibolo del primo piano rappresentante san Francesco che fra le alture della Verna
riceve le stimmate (Fig. 2). È dipinto a due colori, marrone e verde (come la tavola di Bar-
tolomeo della Gatta con lo stesso soggetto in Castiglione Fiorentino) e racchiude i caratteri
di Angelo di Lorentino : nell’espressione dei volti, nelle carni, nelle mani e nei piedi netta-
mente 'e minutamente segnati. Il santo, con un ginocchio a terra, apre le braccia per rice-
vere da Cristo l’ultimo sigillo ed il fedele frate Leone, seduto da un lato, si ripara, invero
con un movimento un po’ sforzato, la faccia alla vista dell’intenso bagliore. Nel paesaggio
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composto di rocce biancastre fra le quali appare piccolissimo in lontananza un caseggiato.
Le vesti furono ritoccate, ma nella carnagione dei volti e nel resto della pittura tutto è
intatto. L’altra lunetta riproduce un soggetto assai usato nell’arte di Angelo di Lorentino,
cioè la Vergine — sempre a mezzo busto — che accenna il Figlio in collo, ai fedeli; ai lati
pregano due angeli ; nel fondo il solito cielo sereno. Le vesti della Madonna e le ali rosse
e le tuniche violette degli angeli hanno subito manomissioni posteriori ; il bambino - anche
qui gaio e benedicente, ma più tozzo — è quasi nella stessa posizione che nell’affresco di
san Bernardo. Nella terza lunetta si vede il Redentore risorto che con la destra benedice
e con la sinistra tiene il segno glorioso della resurrezione: una bandieretta candida solcata
da una croce rossa. Il fondo è uguale, nel cielo, agli altri e ai lati sono due monticelli
verdi (uno — il Calvario — porta tre croci) sparsi di alberetti. La magra persona di Cristo
Fig. 2 — Angelo di Lorentino : S Francesco che riceve la stimmate
Arezzo, Palazzo del Comune (Fot. Luci).
con le chiome castane fluenti sul collo, gli occhi bassi, la barba corta, con un manto ver-
miglio sulle spalle, le carni colorite di quel solito giallo, ha le membra ben proporzionate
e ben segnate appariscono le linee del collo e marcate le mammelle. A quest’opera — pure
in qualche parte ritoccata — è lecito ravvicinare un Cristo crocifisso dipinto nell’aula del
consiglio al palazzo del Comune : il fondo fu guastato, ma la figura ha somiglianze con la
precedente. Nè è ardito pensare che in quel palazzo — in cui l’abbiamo già visto occupare
un altro ufficio — il nostro artefice molte cose avesse lavorato e, benché le carte da me con-
sultate tacciano in proposito, possiamo tuttavia attribuirgli con sicurezza l’affresco che vedesi
nel vestibolo del primo piano rappresentante san Francesco che fra le alture della Verna
riceve le stimmate (Fig. 2). È dipinto a due colori, marrone e verde (come la tavola di Bar-
tolomeo della Gatta con lo stesso soggetto in Castiglione Fiorentino) e racchiude i caratteri
di Angelo di Lorentino : nell’espressione dei volti, nelle carni, nelle mani e nei piedi netta-
mente 'e minutamente segnati. Il santo, con un ginocchio a terra, apre le braccia per rice-
vere da Cristo l’ultimo sigillo ed il fedele frate Leone, seduto da un lato, si ripara, invero
con un movimento un po’ sforzato, la faccia alla vista dell’intenso bagliore. Nel paesaggio