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ENRICO MAUCERI
ma principalmente notevole per la sontuosità degli ornati a viticci, a trafori, a guglie, è il
seggio vescovile (fig. i) che s’innalza leggero nelle sue esili, eleganti forme.
Ci son pervenute notizie intorno ad altri cori del '400 costruiti per varie chiese di Si-
cilia, ma, disgraziatamente, al documento non va accoppiata l’esistenza dell’opera. Così
sappiamo che l’arcivescovo di Monreale Ausia de Podio fece eseguire dal 1458 al 1483
(spazio di tempo ben lungo, che dinoterebbe una non comune ricchezza di lavoro d’intaglio)
Il Di Marzo, da documenti, ha tratto alla luce vari nomi d’intagliatori in legno vissuti
lungo il corso del '400, ed oltre ad un maestro Leonardo di Lentini da Noto, ha dimostrato,
Fig. 7 — Palermo. San Martino delle Scale. 11 Coro (1597).
(Fotografia llrogi).
gli stalli corali per quel duomo; ma qual sorte abbiano poi essi incontrata non ci è dato
conoscere.
in base ai capitoli di maestranza del 1499,1 che sessanta legnaiuoli esercitavan l’arte loro
in Palermo.
Ma unici superstiti, dopo quelli del duomo palermitano, sebbene questa volta in gran
parte rifatti in epoca moderna, sono sedici stalli oggi in disuso nella sagrestia della cattedrale
di Siracusa (fig. 2). Dell’antico lavoro non avanzano che gli specchi e le mensole, essendo il
resto di fattura moderna, e volgare.
Gli specchi sono adorni di eleganti tarsie non sempre tutte ben conservate, rappresen-
tanti la Natività di Gesù, Sant’Antonio di Padova, l’Annunciazione ed altri, motivi floreali
di eletto gusto, o un grande vaso, o un elegante e ricco tripode fiorito che sembra ispirato
da un modello classico. L’episodio solenne della Natività avviene entro una rozza stalla dove,
1 Cfr. op. cit., voi I, pag. 671.
ENRICO MAUCERI
ma principalmente notevole per la sontuosità degli ornati a viticci, a trafori, a guglie, è il
seggio vescovile (fig. i) che s’innalza leggero nelle sue esili, eleganti forme.
Ci son pervenute notizie intorno ad altri cori del '400 costruiti per varie chiese di Si-
cilia, ma, disgraziatamente, al documento non va accoppiata l’esistenza dell’opera. Così
sappiamo che l’arcivescovo di Monreale Ausia de Podio fece eseguire dal 1458 al 1483
(spazio di tempo ben lungo, che dinoterebbe una non comune ricchezza di lavoro d’intaglio)
Il Di Marzo, da documenti, ha tratto alla luce vari nomi d’intagliatori in legno vissuti
lungo il corso del '400, ed oltre ad un maestro Leonardo di Lentini da Noto, ha dimostrato,
Fig. 7 — Palermo. San Martino delle Scale. 11 Coro (1597).
(Fotografia llrogi).
gli stalli corali per quel duomo; ma qual sorte abbiano poi essi incontrata non ci è dato
conoscere.
in base ai capitoli di maestranza del 1499,1 che sessanta legnaiuoli esercitavan l’arte loro
in Palermo.
Ma unici superstiti, dopo quelli del duomo palermitano, sebbene questa volta in gran
parte rifatti in epoca moderna, sono sedici stalli oggi in disuso nella sagrestia della cattedrale
di Siracusa (fig. 2). Dell’antico lavoro non avanzano che gli specchi e le mensole, essendo il
resto di fattura moderna, e volgare.
Gli specchi sono adorni di eleganti tarsie non sempre tutte ben conservate, rappresen-
tanti la Natività di Gesù, Sant’Antonio di Padova, l’Annunciazione ed altri, motivi floreali
di eletto gusto, o un grande vaso, o un elegante e ricco tripode fiorito che sembra ispirato
da un modello classico. L’episodio solenne della Natività avviene entro una rozza stalla dove,
1 Cfr. op. cit., voi I, pag. 671.