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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 2
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Mauceri, Enrico: Stalli corali in Sicilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0167

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STALLI CORALI IN SICILIA

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tagliatore e la data 1540. Ed opera di artisti veneziani altresì è il coro della chiesa madre
di Castroreale, in provincia di Messina, e forse appartenente allo stesso Giorgio.

Lungo il corso del'500 continuò in Sicilia l’immigrazione d’intagliatori continentali, e
degni di memoria sono vari napoletani, oltre ad un bolognese, tal Giacomo La Porta, che
nel 1519 assunse l’opera degli stalli perla chiesa di Santa Maria di Gesù in Alcamo.'

Fra i Siciliani poi acquistaronsi rinomanza i fratelli Gilì, Giovanni e Paolo.

Lavoro del primo, del 1520, è l’elegante coro di noce in San Francesco d’Assisi in Pa-
lermo (fig. 3), menzionato, come ricorda il Di Marzo, dal Cagliola dell’ordine dei Conventuali
in una sua pubblicazione del 1644, dove dice compiuti dallo stesso Gilì i cori, oggi non più
esistenti, per le chiese dei Conventuali di Messina e di Lentini e dei Domenicani di Palermo.

Ma solo il coro di San Francesco è l’unica opera superstite del valoroso intagliatore (il
Di Marzo sospetta che gli sia stato di aiuto il fratello Paolo), notevole per la sua sobria

Fig. io — Palermo, San Martino delle Scale
Stalli corali. Particolare — (Fotografia Bragi).

eleganza cinquecentesca, che richiama, in ogni particolare decorativo, le sculture di Anto-
nello Gagini.

Giovanni Gilì morì in Palermo il 28 agosto 1534 lasciando buoni allievi nella stessa arte.

Il Di Marzo, dopo di lui, ricorda i trapanesi La Pica, i napoletani Antonino Barbato
ed Andrea del Ponte, lo spagnuolo Diego Ingutterez e Vincenzo Pernaci o Vernaci, al quale
appartengono le imposte intarsiate delle due porte del Tesoro del duomo di Palermo, ese-
guite nel 1569.

Un altro napoletano valoroso che, verso la fine del '500, lavorò in Castrogiovanni,
Catania e Palermo, fu Scipione di Guido, cui forse si deve la bella decorazione del soffitto
della chiesa madre di Castrogiovanni, tutto a cassettoni, con ricchezza di fregi e di orna-
mentazioni a rilievo.1 2

1 Di Marzo, ib., pag. 683-85. 11 dicembre 1589 dove è detto: «del regno di Na-

2 Tale opera è attribuita a Scipione dal Di Marzo poli ed abitante in Castrogiovanni».

(op. cit., voi. I, pag. 701) in base ad un atto degli
 
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