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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc.3
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La Collezione Mond
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0205

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LA COLLEZIONE MONE

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quello in cui fece testamento, il pittore morì, secondo il Necrologio della chiesa di San Pan-
taleone a Venezia.

Nuova luce è sparsa dall’autore sulla storia di una figura di Giustizia, fig. 5, di evidente
carattere veronese, che a primo colpo d’occhio abbiamo presa per un lavoro dello Zelotti.
Consultando il testo vedemmo difatti che fu considerata opera di questo pittore quando
faceva parte della Collezione Cavendish-Bentinck, e sotto tale denominazione fu anche esposta
alla New Gallery dal dott. Mond nel 1895. Si capisce che questa attribuzione risultava da
una tendenza troppo superficiale che inclina ad ascrivere opere di un dato carattere, senz’altro,
a quel solo gruppo di pittori decorativi del secolo decimosesto, cioè ai seguaci immediati di
Paolo Caliari. Ma una scoperta documentaria del Ludwig ha dato la soluzione del problema
al Richter, che attribuisce questa figura con tutta probabilità e secondo le ragioni spiegate

Fig. 5 — Giuseppe Porta: La Giustizia. Londra, coll. Ludwig Mond.

nel testo, a Giuseppe Porta, scolare di Francesco Salviati, il quale si stabilì ancora giovane
a Venezia, dove molto lavorò anche secondo il Vasari.1

La Giustizia faceva parte, come pare, della decorazione della Zecca a Venezia (benché il
Boschini, che descrive varie lunette dell’ edilìzio, non la nomini) ed è senza dubbio un’opera
del periodo in cui Giuseppe era sotto l’influsso dell’arte di Paolo Veronese.

Altre opere veneziane della Collezione, che per mancanza di spazio non possiamo no-
minare che di sfuggita, sono :

lidoro si deve dunque chiamare d’ora in poi Polidoro
da Lanciano, e difatti, secondo una comunicazione fatta
da Mr. Berenson al dott. Gronau, esiste ora nella
chiesa di Lanciano un quadro del pittore.

1 II Richter accenna al soprannome di Giuseppe Sal-

viati, dato a Giuseppe Porta dal Vasari e da altri scrit-
tori in poi. Ma per evitare confusione egli consiglia
di abbandonare tale denominazione, sostituendola col
vero cognome del pittore.
 
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