GIUSEPPE ZIPPEL
182
dell’Urbinate) abitarono probabilmente anche i papi successivi, tra essi Paolo II,1 fino al tempo
di Alessandro VI, il quale creerà al piano di mezzo le meraviglie dell’Appartamento Borgia.
Degli altri, grandiosi edifici che dovevan sorgere intorno al medioevale palatium papae,
non pare che alcuno fosse eretto da Nicolò V; bensì, questo pontefice diede opera alla robu-
stissima muraglia che, staccandosi dal gigantesco rotondo torrione, rimasto sempre incompiuto,2
circondava tutta l’area destinata ad accogliere le vecchie e le nuove costruzioni, conferendo
alla sede papale l’aspetto esteriore di una colossale fortezza. Nel vasto spazio allor compreso
tra il fianco occidentale della basilica e il colle Vaticano (spazio oggi occupato da un fianco
della moderna basilica, dal corridoio che mena dalla porta di bronzo alla Scala regia, e dal
corrispondente tratto della piazza di San Pietro), quattro muraglioni dovevan recingere il
grande cortile, a cui si accedeva dalla piazza traverso a una porta trionfale, fiancheggiata
« Caesarem... in §uperius Palatium perduxit ; et simili
« cura eo sàcellnm divi Nicolai ingressus, quod in
« prima superiori aula a dexteris existit, ad praepa-
« ratum illi cubieulum in parte Palatii, ubi corona-
« tionis suae tempore olim diverterat, dimisit... ; ipse
« vero per aliam sacelli portam ad cubieulum suum
« reversus est » (De adventu Frederici, in Rer. Ital.
Scriptores, XXIII, col. 209). Col nome di aule supe-
riori del Palazzo designavansi nel Quattrocento le sale
del secondo piano, dove sono le stanze di Raffaello
e la Cappella di San Lorenzo (Ehrle e Stevenson,
Gli affreschi del Pinturicchio nell’appartamento Bor-
gia, Roma, 1897, pag. 15); il « sacellum S. Nicolai »
non parrebbe perciò da confondere con la cappella
del Sacramento, che il Vasari afferma fatta edificare
dal Parentucelli nello stesso palazzo vaticano, e che,
secondo il Chattard, Nuova descrizione del Vaticano,
to. II, pag. 52, sorgeva nel sito della Cappella Pao-
lina, al primo piano. E la descrizione, che delle pit-
ture murali esistite nella cappella del Sacramento ci
diede il Cancellieri, Descrizione storico-critica delle
sale ecc. del Vaticano, parte I, Roma, 1790, pag. 72,
nulla contiene che possa giustificare il titolo di « cap-
pella di San Nicolò ». 1 conti delle fabbriche papali
distinguono, infatti, per il tempo di papa Nicola, lavori
di abbellimento nella « chapella pichola della sala
prima» (Muentz, Les arts, I, pag. 116; cfr. pag. 130)
e nella « chapella grande di palazo » (ibid., pag. 138).
Tuttavia, i dotti illustratoti dell’Appartamento Borgia
(op. cit., pag. 22 seg.) propendono a identificare la
parva capello primae aulae con quella del Sacramento.
1 Vedi il passo, riferito nella precedente nota, di Ago-
stino Patrizi ; il quale scrittore accenna alla posizione
dell’appartamento papale anche in altro luogo del suo
De adventu, dopo di aver descritta la cerimonia della
solenne benedizione data da Paolo II in San Pietro:
« Rediit inde Pontifex ad palatium, et per inferiorem
« portam ingressus, qua itur ad imperatoris diverso-
« riunì, Cesarem ipsum... ad interius cubieulum per-
«duxit...; redeunte autem pontifice, Caesar eum re-
ti duxit per omnes inferiores aulas usque ad ostinili
«ante scalarum principimi! » (op. cit., c. 212). Anche
da questo passo, apparirebbe situata al secondo piano
la dimora secreta del papa, mentre al piano sotto-
stante (aulae inferiores ; oggi Sala regia, ducale, ecc.
e Appartamento Borgia) avrebbe soggiornato Fede-
rico III in questa, come nella precedente sua venuta
a Roma, nel 1452 (cfr. nota precedente). Senonchè,
nei conti delle fabbriche del Vaticano sotto Nicolò V
(Muentz, I, pag. 138) troviamo ricordato il « palazo
dove stè lo’ nperadore», o « palazo di sotto» (ibid.,
pag. 131), distinto dal « palazo nuovo di sopra »
(pag. 138, cfr. pag. 117) ; e riflettendo che una delle
parti più antiche degli edifici vaticani stava al livello
del cortile dei Cardinali e della basilica (dove sorgerà
poi la Curia Innocenziana), vien fatto di domandarsi,
se il Patrizi non abbia alluso a questa parte della di-
mora papale, là dove parla delle aule inferiori : quindi,
se Federico III non abbia abitato fuori dell’edificio,
che oggi costituisce la parte più vecchia del palazzo
di San Pietro. Noi però incliniamo a credere che le
espressióni palazzo di sopra e palazzo di sotto equi-
valgono a quelle di aule superiori e aule inferiori,
usate alla fine del Quattrocento ; che per il palazzo
nuovo di sopra dei documenti del 1452 sieno da inten-
dere le aule erette da Nicolò V nel lato orientale del
secondo piano, sovrastante all’Appartamento Borgia
(cfr. EHRLEe Stevenson, pag. 31 seg.), poiché troviamo
altresì, sotto la data del 1451, ricordate le « stanze
di sopra vechie di Nostro Signore» (Muentz, I, pa-
gina 138 lin. 3) ; che la cappella di San Nicolò sia,
quindi, stata situata al piano stesso di quella di San Lo-
renzo e quivi abbia tenuto la sua dimora il papa Barbo.
Questi curò, in ógni modo, altresì l’abbellimento delle
aule al primo piano, dove scorgesi ancor oggi, in
un gabinetto retrostante alla sala del papagallo (vedi
fìg. 1, num. 5), l’arme dei Barbo scolpita nell’architrave
di un camino, con la iscrizione Paulus II papa.
2 Questa imponente costruzione, che avrebbe do-
vuto inalzarsi fino a 100 cubiti, eguagliando l’altezza
assegnata da Nicolò al palazzo interno, è minutamente
descritta dal Manetti (Vita, cit., 932, 934 B ; cfr. le
varianti del Pagnotti). Essa raggiunse soltanto i 30 cu-
biti, fino al livello del «giardino secreto».
182
dell’Urbinate) abitarono probabilmente anche i papi successivi, tra essi Paolo II,1 fino al tempo
di Alessandro VI, il quale creerà al piano di mezzo le meraviglie dell’Appartamento Borgia.
Degli altri, grandiosi edifici che dovevan sorgere intorno al medioevale palatium papae,
non pare che alcuno fosse eretto da Nicolò V; bensì, questo pontefice diede opera alla robu-
stissima muraglia che, staccandosi dal gigantesco rotondo torrione, rimasto sempre incompiuto,2
circondava tutta l’area destinata ad accogliere le vecchie e le nuove costruzioni, conferendo
alla sede papale l’aspetto esteriore di una colossale fortezza. Nel vasto spazio allor compreso
tra il fianco occidentale della basilica e il colle Vaticano (spazio oggi occupato da un fianco
della moderna basilica, dal corridoio che mena dalla porta di bronzo alla Scala regia, e dal
corrispondente tratto della piazza di San Pietro), quattro muraglioni dovevan recingere il
grande cortile, a cui si accedeva dalla piazza traverso a una porta trionfale, fiancheggiata
« Caesarem... in §uperius Palatium perduxit ; et simili
« cura eo sàcellnm divi Nicolai ingressus, quod in
« prima superiori aula a dexteris existit, ad praepa-
« ratum illi cubieulum in parte Palatii, ubi corona-
« tionis suae tempore olim diverterat, dimisit... ; ipse
« vero per aliam sacelli portam ad cubieulum suum
« reversus est » (De adventu Frederici, in Rer. Ital.
Scriptores, XXIII, col. 209). Col nome di aule supe-
riori del Palazzo designavansi nel Quattrocento le sale
del secondo piano, dove sono le stanze di Raffaello
e la Cappella di San Lorenzo (Ehrle e Stevenson,
Gli affreschi del Pinturicchio nell’appartamento Bor-
gia, Roma, 1897, pag. 15); il « sacellum S. Nicolai »
non parrebbe perciò da confondere con la cappella
del Sacramento, che il Vasari afferma fatta edificare
dal Parentucelli nello stesso palazzo vaticano, e che,
secondo il Chattard, Nuova descrizione del Vaticano,
to. II, pag. 52, sorgeva nel sito della Cappella Pao-
lina, al primo piano. E la descrizione, che delle pit-
ture murali esistite nella cappella del Sacramento ci
diede il Cancellieri, Descrizione storico-critica delle
sale ecc. del Vaticano, parte I, Roma, 1790, pag. 72,
nulla contiene che possa giustificare il titolo di « cap-
pella di San Nicolò ». 1 conti delle fabbriche papali
distinguono, infatti, per il tempo di papa Nicola, lavori
di abbellimento nella « chapella pichola della sala
prima» (Muentz, Les arts, I, pag. 116; cfr. pag. 130)
e nella « chapella grande di palazo » (ibid., pag. 138).
Tuttavia, i dotti illustratoti dell’Appartamento Borgia
(op. cit., pag. 22 seg.) propendono a identificare la
parva capello primae aulae con quella del Sacramento.
1 Vedi il passo, riferito nella precedente nota, di Ago-
stino Patrizi ; il quale scrittore accenna alla posizione
dell’appartamento papale anche in altro luogo del suo
De adventu, dopo di aver descritta la cerimonia della
solenne benedizione data da Paolo II in San Pietro:
« Rediit inde Pontifex ad palatium, et per inferiorem
« portam ingressus, qua itur ad imperatoris diverso-
« riunì, Cesarem ipsum... ad interius cubieulum per-
«duxit...; redeunte autem pontifice, Caesar eum re-
ti duxit per omnes inferiores aulas usque ad ostinili
«ante scalarum principimi! » (op. cit., c. 212). Anche
da questo passo, apparirebbe situata al secondo piano
la dimora secreta del papa, mentre al piano sotto-
stante (aulae inferiores ; oggi Sala regia, ducale, ecc.
e Appartamento Borgia) avrebbe soggiornato Fede-
rico III in questa, come nella precedente sua venuta
a Roma, nel 1452 (cfr. nota precedente). Senonchè,
nei conti delle fabbriche del Vaticano sotto Nicolò V
(Muentz, I, pag. 138) troviamo ricordato il « palazo
dove stè lo’ nperadore», o « palazo di sotto» (ibid.,
pag. 131), distinto dal « palazo nuovo di sopra »
(pag. 138, cfr. pag. 117) ; e riflettendo che una delle
parti più antiche degli edifici vaticani stava al livello
del cortile dei Cardinali e della basilica (dove sorgerà
poi la Curia Innocenziana), vien fatto di domandarsi,
se il Patrizi non abbia alluso a questa parte della di-
mora papale, là dove parla delle aule inferiori : quindi,
se Federico III non abbia abitato fuori dell’edificio,
che oggi costituisce la parte più vecchia del palazzo
di San Pietro. Noi però incliniamo a credere che le
espressióni palazzo di sopra e palazzo di sotto equi-
valgono a quelle di aule superiori e aule inferiori,
usate alla fine del Quattrocento ; che per il palazzo
nuovo di sopra dei documenti del 1452 sieno da inten-
dere le aule erette da Nicolò V nel lato orientale del
secondo piano, sovrastante all’Appartamento Borgia
(cfr. EHRLEe Stevenson, pag. 31 seg.), poiché troviamo
altresì, sotto la data del 1451, ricordate le « stanze
di sopra vechie di Nostro Signore» (Muentz, I, pa-
gina 138 lin. 3) ; che la cappella di San Nicolò sia,
quindi, stata situata al piano stesso di quella di San Lo-
renzo e quivi abbia tenuto la sua dimora il papa Barbo.
Questi curò, in ógni modo, altresì l’abbellimento delle
aule al primo piano, dove scorgesi ancor oggi, in
un gabinetto retrostante alla sala del papagallo (vedi
fìg. 1, num. 5), l’arme dei Barbo scolpita nell’architrave
di un camino, con la iscrizione Paulus II papa.
2 Questa imponente costruzione, che avrebbe do-
vuto inalzarsi fino a 100 cubiti, eguagliando l’altezza
assegnata da Nicolò al palazzo interno, è minutamente
descritta dal Manetti (Vita, cit., 932, 934 B ; cfr. le
varianti del Pagnotti). Essa raggiunse soltanto i 30 cu-
biti, fino al livello del «giardino secreto».