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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc.3
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Zippel, Giuseppe: Paolo II e l'arte: Note e documenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0224

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GIUSEPPE ZIPPEL

contemporanei di Pio II — si deve intendere
costruito per dare il passo dalla piazza di San
Pietro al cortile dei Cardinali, nessun dubbio
ch’esso sia stato sacrificato da Paolo II nel-
l’edificare 1’ « andito » : il pontefice veneziano
avrebbe, vandalicamente, fatta scomparire un’o-
pera d’arte magnifica, pur allora terminata, per
collocare al suo posto il modesto portale, che
pochi anni dopo un altro papa, Innocenzo Vili,
trovò opportuno sostituire con un ingresso più
decoroso.1 E cotale ubicazione della porta di
Pio II sembra essere generalmente ammessa,
dappoiché si è creduto di riconoscere nell’am-
pio portale marmoreo, oggi esistente fra i due
cortili del Maresciallo e del Papagallo, sor-
montato dallo stemma del Piccolomini, un’o-
pera diversa da quella di cui parliamo, iden-
tificando il primo con la porta indicata in un
mandato di pagamento del luglio 1460, a fa-
vore di « maestro Pavolo e compagni mar-
« morari, per fattura dell’architrave della porta
« va in tinello ».1 2

Ma tale identificazione è, a parer nostro,
erronea. Il documento camerale allude ad una
comunicazione fra due sale interne; e non potè
certo servire a simile uso il grandioso por-
tale che oggi immette dal cortile dell’ an-
tico palazzo nel cortiletto che il Barbo decorò
di portici e che doveva, prima del regno di
Paolo II, costituire il vero ingresso al palatium
papae : poiché del palazzo, a dir propriamente,
non faceva parte, a tempo di Pio II, il vasto
cortile dei Cardinali, da cui si ascendeva alla mole medievale compiuta da Nicola V. Se
così è, noi dovremo logicamente ritenere che il novus introitus palatìi eretto dal papa senese
sia quello che ancor oggi, in parte, si ammira, soffocato dalle fabbriche di tempi più tardi,
in fondo al cortile del Maresciallo. Esso corrisponderebbe alla prima porta dei documenti
medievali, da non confondere con la porta ferrea (si ricordi che la porta di Pio II aveva
i battenti di legno), che supponiamo collocata all’ ingresso dalla piazza di San Pietro ; la
qual « prima porta » avrebbe il Piccolomini (dopo restaurate le sale del palazzo devastate
da un incendio durante i tumulti popolari del 1459 e 1460) voluto munire mediante la
« turris excubatoria » contro nuovi, possibili assalti dei turbolenti romani.5 Il « vestibulum

Fig. 5 — Porta di Pio II, nel cortile del Maresciallo
(nello sfondo, il cortile del Papagallo)
(Fotografia Sansaini).

1 « ... porta autem palatii ab ipso (Paulo) quadra
« constructa, inde ab Innocentio VII] in meliorem
« formam mutata»; così il Grimaldi nel cit. cod. vatìc.,
c. 155 b. La Pianta Mantovana (vedi fig. 2), ci dà la
forma semplice della porta Paolina; mentre il disegno
del Grimaldi e le numerose piante prospettiche di
Roma del Cinquecento (vedi, p. es., quella del La-
fréry, fig. 6), rappresentano 1? monumentale porta In-
no cenziana.

2 Vedi E. Steinmann, Rom in der Renaissance,

Leipzig, 1899, pag. 21.

5 Le scarse e laconiche testimonianze dei contem-
poranei intorno ai disordini accaduti in Roma nel 1459
non dicono espressamente di devastazioni al palazzo
Vaticano; ma è lecito supporre che l’incendio, di cui
parlano i document dalle fabbriche di Pio lì (aulae com-
bus tae), fosse opera dei turbolenti e facinorosi Romani.
Uno di questi documenti ricorda le aule papali « quae
combustae fuerunt » (Muentz, I, 274): [a qual forma
verbale attiva può avvalorare la nostra supposizione.
 
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