G. /. HOOGEWERFF
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TI Breenberg-h è uno dei pittori che, venuto in Italia, prima s’adattò alla maniera in
quel tempo ammirata di Adamo Elsheimer. Nella fattura del nostro quadro se ne osserva
ancora qualche reminiscenza nei dettagli. Nel suo insieme però questo paesaggio di cam-
pagna, di un’atmosfera bella e chiara, ci fa conoscere il maestro nel suo miglior periodo
personale. Forse non esiste opera più bella di lui e più originale, anche nelle figure.
Pure Cornelio Poelenburg (da Utrecht, 1586-1667) seguì dapprima l’Elsheimer, ma poi,
anche quando abbandonò questa imitazione, persistè a dipingere in maniera delicata, mi-
nuta, netta, principalmente opere di piccolo formato, con ninfe al bagno o altre scene mi-
tologiche. Nei depositi si trova di lui un quadro notevole d’altro genere. E il n. 670, Con-
tadini e pecore avanti ad un monumento sepolcrale antico di forma rotonda (su rame,
Fig. 1 — Bartolomeo Breenbergh : Gesù e la Sammaritana
(Fotografia del Ministero della pubblica istruzione).
ovale, 29 X 39)- Dei tre quadretti attribuiti a lui nella Galleria, il n. 555: » Capre », è senza
dubbio d’altra mano; il n. 554: « Paesaggio con satiri che ballano », benché del suo genere,
è incerto. I colori scuri dell’ insieme indicano altro pennello. Gli imitatori del Poelenburg
erano numerosi. La terza tavoletta, il n. 515: «La fuga in Egitto», dipinta tutta nella
maniera di Elsheimer, non può nemmeno essere di lui. Paragonando questo quadretto con
quello firmato di Pietro Eastman nel Museo Boymans a Rotterdam, che rappresenta lo
stesso soggetto, e con altre opere giovanili di questo pittore, sarei tentato a vedervi la mano
di lui. Anche il Lastman, celebre come il maestro di Rembrandt, prima dipinge in piccolo
nello stile dell’Elsheimer. Era persino suo scolaro a Roma.
Uno dei discepoli di Poelenburg, benché non in tutto dipendente da lui, è Gherardo
Hoet (1648 1733), di cui la Galleria possiede un’opera firmata, mediocre come tutte le cose
di questo pittore, n. 438: «Banchetto di Cleopatra». Imitatore più fedele si mostra, per
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TI Breenberg-h è uno dei pittori che, venuto in Italia, prima s’adattò alla maniera in
quel tempo ammirata di Adamo Elsheimer. Nella fattura del nostro quadro se ne osserva
ancora qualche reminiscenza nei dettagli. Nel suo insieme però questo paesaggio di cam-
pagna, di un’atmosfera bella e chiara, ci fa conoscere il maestro nel suo miglior periodo
personale. Forse non esiste opera più bella di lui e più originale, anche nelle figure.
Pure Cornelio Poelenburg (da Utrecht, 1586-1667) seguì dapprima l’Elsheimer, ma poi,
anche quando abbandonò questa imitazione, persistè a dipingere in maniera delicata, mi-
nuta, netta, principalmente opere di piccolo formato, con ninfe al bagno o altre scene mi-
tologiche. Nei depositi si trova di lui un quadro notevole d’altro genere. E il n. 670, Con-
tadini e pecore avanti ad un monumento sepolcrale antico di forma rotonda (su rame,
Fig. 1 — Bartolomeo Breenbergh : Gesù e la Sammaritana
(Fotografia del Ministero della pubblica istruzione).
ovale, 29 X 39)- Dei tre quadretti attribuiti a lui nella Galleria, il n. 555: » Capre », è senza
dubbio d’altra mano; il n. 554: « Paesaggio con satiri che ballano », benché del suo genere,
è incerto. I colori scuri dell’ insieme indicano altro pennello. Gli imitatori del Poelenburg
erano numerosi. La terza tavoletta, il n. 515: «La fuga in Egitto», dipinta tutta nella
maniera di Elsheimer, non può nemmeno essere di lui. Paragonando questo quadretto con
quello firmato di Pietro Eastman nel Museo Boymans a Rotterdam, che rappresenta lo
stesso soggetto, e con altre opere giovanili di questo pittore, sarei tentato a vedervi la mano
di lui. Anche il Lastman, celebre come il maestro di Rembrandt, prima dipinge in piccolo
nello stile dell’Elsheimer. Era persino suo scolaro a Roma.
Uno dei discepoli di Poelenburg, benché non in tutto dipendente da lui, è Gherardo
Hoet (1648 1733), di cui la Galleria possiede un’opera firmata, mediocre come tutte le cose
di questo pittore, n. 438: «Banchetto di Cleopatra». Imitatore più fedele si mostra, per