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MARIA PERO! TI
greche e gli edifici romani ; ma quel meraviglioso avvicinamento fra l’arte classica antica
e la moderna, che dà l’impronta al Cinquecento, va perdendosi e gli artisti son tratti invo-
lontariamente ad alterare il carattere dei loro modelli.
Ancora una corrente bisogna aggiungere a quelle già notate se si vogliono considerare
tutti i principali elementi che vengono ad alimentar l’arte esausta dell’ultimo Rinascimento :
la corrente veneziana, che si oppone alle altre soprattutto per il sentimento del paesaggio
e del colore. Nel primo Cinquecento, Sebastiano del Piombo aveva portato dalla sua patria
la robusta e calda bellezza del colorito giorgionesco, offuscata poi in lui dall’ influsso di
Michelangelo ; vien più tardi, ed è contemporaneo di Taddeo e di Federico Zuccari, il
Muziano, che ama i grandi paesi e serba un riflesso del colore veneto, pur nell’ isterilirsi
Federico Zuccari : Disegno a matita nera e rossa. Inferno, canto XXXI. Firenze, Uffizi.
della sua maniera foggiata sui canoni desunti dal Buonarroti, ed egli è maestro del Nebbia
e di altri artisti, cui giunge così, indirettamente, un ricordo di quella grande scuola. E a
Venezia, chiamati più volte dal Grimani, che ama la monumentale arte romana, vanno pit-
tori di Roma, e l’arte veneta giunge così ad attrarre, con la magia del suo colore, anche
l’accademico per eccellenza, Federico Zuccari. Ma in generale l’amore pei toni freddi e
metallici predomina e le pitture si riducono a disegni coloriti : l’anima del colore, la forza
che esso può dare all’espressione dei sentimenti, non s’intende più.
't' ^
In un tale periodo artistico visse Federico Zuccari, che per le sue doti naturali e la
sua lunga e operosa vita sembrò raccogliere in sè le principali correnti del Manierismo.
Come tutti i contemporanei della sua scuola, egli è un eclettico, sebbene non nel senso
sistematico in cui lo saranno più tardi i Carracci; i disegni della ricca collezione degli
MARIA PERO! TI
greche e gli edifici romani ; ma quel meraviglioso avvicinamento fra l’arte classica antica
e la moderna, che dà l’impronta al Cinquecento, va perdendosi e gli artisti son tratti invo-
lontariamente ad alterare il carattere dei loro modelli.
Ancora una corrente bisogna aggiungere a quelle già notate se si vogliono considerare
tutti i principali elementi che vengono ad alimentar l’arte esausta dell’ultimo Rinascimento :
la corrente veneziana, che si oppone alle altre soprattutto per il sentimento del paesaggio
e del colore. Nel primo Cinquecento, Sebastiano del Piombo aveva portato dalla sua patria
la robusta e calda bellezza del colorito giorgionesco, offuscata poi in lui dall’ influsso di
Michelangelo ; vien più tardi, ed è contemporaneo di Taddeo e di Federico Zuccari, il
Muziano, che ama i grandi paesi e serba un riflesso del colore veneto, pur nell’ isterilirsi
Federico Zuccari : Disegno a matita nera e rossa. Inferno, canto XXXI. Firenze, Uffizi.
della sua maniera foggiata sui canoni desunti dal Buonarroti, ed egli è maestro del Nebbia
e di altri artisti, cui giunge così, indirettamente, un ricordo di quella grande scuola. E a
Venezia, chiamati più volte dal Grimani, che ama la monumentale arte romana, vanno pit-
tori di Roma, e l’arte veneta giunge così ad attrarre, con la magia del suo colore, anche
l’accademico per eccellenza, Federico Zuccari. Ma in generale l’amore pei toni freddi e
metallici predomina e le pitture si riducono a disegni coloriti : l’anima del colore, la forza
che esso può dare all’espressione dei sentimenti, non s’intende più.
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In un tale periodo artistico visse Federico Zuccari, che per le sue doti naturali e la
sua lunga e operosa vita sembrò raccogliere in sè le principali correnti del Manierismo.
Come tutti i contemporanei della sua scuola, egli è un eclettico, sebbene non nel senso
sistematico in cui lo saranno più tardi i Carracci; i disegni della ricca collezione degli