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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 6
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Planiscig, Leone C.: Studii su la scultura veneziana del trecento, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0449

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STUDII SU LA SCULTURA VENEZIANA DEL TRECENTO

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ogni ornamento. Di questo patriarca feci menzione nella prima parte del presente studio,
parlando dell’arca del Beato Odorico.

In questi tre sarcofaghi, quantunque a traverso una scorza rozza, possiamo seguire
nelle tappe principali lo sviluppo di quel gruppo d’opere plastiche venete del Trecento, non
sorte sotto l’immediato influsso pisano. Le nostre tre arche rappresentano tre stadi : quella
di Raimondo (fig. 15) del principio del secolo, tiene fermo alle tradizioni romaniche ; quella

di Rainaldo (f 1323) e di Napino, (fig. 22) segna una fase anteriore a opere quali sarebbero
la Madonna dell’Arduino o quella della scuola della Carità; ed infine quella di Ludovico
(f 1365) è rapresentante dell’innesto dello schema pisano alla maniera indigena, innesto che
durante la seconda metà del secolo XIV diviene cosa comune (fig. 23).

a) Il sarcofago di Raimondo Della Torre. — È composto di una cassa rettangolare
di marmo rosso. Poggia al suolo sorretto da due mensole. Il davanzale, racchiuso da una
cornice a due profili poco aggettati e da un semplice addentellato, reca tre tondi: gli estremi
con due croci, quello di mezzo con l’agnello reggente la bandiera della resurrezione. Due
torri, divisa della famiglia Torriani, prendono posto fra i tondi. Sopra il coperchio riposa il
 
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