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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 6
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Planiscig, Leone C.: Studii su la scultura veneziana del trecento, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0454

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LEONE FLANISCIG

Torre, lo troviamo sopra il monumento funerario di Giovanni Dolfin (f 1361) nei Santi Gio-
vanni e Paolo a Venezia.

* * *

Voglio infine trattare ancora di due monumenti funerari che si trovano nella basilica di
d’Aquileja, che però s’ignora a chi sieno appartenuti.

La forma più consueta dei sarcofaghi veneziani del Trecento, è quella ove la cassa,
retta da mensole, poggia alla parete deH’esterno o dell’ interno della chiesa. Alle volte la sor-

Fig. 31 — San Cristoforo. Gemona,' Duomo.

monta un arco acuto. Nel corso del presente studio abbiamo incontrato delle divergenze.
L’arca del Beato Bertrando poggiava sopra delle cariatidi, quella del Beato Odorico sopra
colonne. Erano dunque tombe libere. Ora un terzo esempio l’abbiamo con un’arca del braccio
destro del transetto del Duomo d’Aquileja, che volgarmente è detta del vescovo Marco (fig. 25).

Non m’intratterò con la questione a chi sia appartenuta. Ciò per noi è di valore secon-
dario, tanto più che ci manca una base storica. Ipotesi in questo campo non possono con-
durci lontano.

Sopra quattro colonne ed una base aggettata s’erge l’arca. Ai quattro angoli colon-
nine tortili. Il davanzale è diviso in tre campi. Quello di mezzo con una scena in rilievo,
ove Sant’Ermagora impartisce la benedizione alle quattro già citate vergini aquilejesi, che
stanno dinanzi a lui ginocchiate, con le mani congiunte ed il capo elevato. Nell’angolo supe-
riore sinistro, la mano di Dio padre che accompagna la benedizione del Santo. Ai lati del
 
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