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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

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Fasc. 6
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Planiscig, Leone C.: Studii su la scultura veneziana del trecento, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0460

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42Ó

LEONE PLANISCIG

insieme al suo figlio nel 1331. Trova perfetto riscontro in un frammento appartenente pure
a un San Cristoforo immurato all’esterno della chiesa e di San Giovanni in Gemona 1 (fig, 32).

In ambedue queste opere domina lo schema ducentesco, nella forma rigida, nelle pieghe
delle vesti, nei capelli stilizzati. Una chiara somiglianza nella maniera con cui sono trattati
gli occhi, i baffi tenui, la barba rada, i riccioli dei capelli, ravvicina queste opere talmente,
da poterle ritenere sorte dalla medesima bottega di taiapiera, se non addirittura eseguite
dal medesimo mastro Giovanni.

Se poi volgiamo lo sguardo alle altre sculture, p. e. al Cristo in trono, benedicente,
posto in una nicchia a destra della porta maggiore (fig. 33) o al rilievo soprastante, ove
sur una cornice retta da due Telamoni, trovasi in rilievo la Madonna in trono col Bambino
tra due Santi, constateremo che queste opere appartengono a quello stadio dell’arte pla-
stica del Veneto, di cui notai già un rappresentante con l’arca di Rainaldo della Torre nella
basilica d’Aquileja.

Il medesimo maestro Giovanni lavorò anche le sculture che ornano il duomo di Ven-
zone. Ne fa fede un’iscrizione che le dice opera del 1308.2 Eseguite nel primo Trecento
conservano anch’esse, come l’arca di Raimondo della Torre, tutto il carattere ducentesco.
.Si consideri all’uopo la porta principale, che è quella del transetto verso levante, con sopra il
timpano Cristo nella mandorla contornato dai simboli degli Evangelisti (fig. 34). C’è nelle figure
un progresso di fronte a quelle, anteriori di diciott’anni, che ornano il portale della chiesa di
Gemona. Un progresso anche nell’ornamento, dove subentra un motivo nuovo : il doppio
addentellato. L’eguale maniera ducentesca la troviamo su la porta opposta, ove il timpano
reca l’incoronazione della Vergine (fig, 35). Due angeli reggono il trono ove siede Cristo
e la Madre, due angeli volanti, il ginocchio della gamba interna piegato, non dissimili nel-
l’interpretazione ai due angeli notati sopra il sarcofago di quello Scaligero che misi a capo
di questo capitolo. Un confronto particolareggiato non lo credo necessario per dimostrare
il progresso che sta fra quest’opera e la prima. Sono certamente divise l’una dall’altra da
da qualche decina d’anni.

Ma il rilievo del timpano di una terza porta del duomo di Venzone, che conduce nella
nave principale (fig. 36), è prossimo, fors’anche posteriore al rilievo del sarcofago. In primo
luogo esso non fu composto per questo portale, perchè vediamo suhito, anche dalla foto-
grafia, essere troppo piccolo, e adattato alla meglio al timpano con l’aggiunta della parte
mancante. Rappresenta la Crocifissione. È opera del Trecento con tutte le caratteristiche dello
stile di questo secolo. E cosa difficile precisarne l’origine, dato lo sviluppo in ritardo delle
altre sculture. In ogni modo sono propenso a metterlo più verso la metà che al principio
del secolo.

Lo scopo del presente mio studio è stato quello di illustrare alcuni monumenti della
plastica del Veneto nel Trecento e di arricchire così il materiale per chi vorrà trattare questo
grato tema nella sua ampiezza e varietà, dandoci un quadro completo dello sviluppo della
scultura nel primo Trecento in sino all’apparire dei Dalle Masegne. Il « divenire » dell’arte
di questi maestri potrebbe trovare cosi spiegazione.

Leone Planiscig.

1 Consacrata il 9 giugno 1337, dal vescovo di Pa-
renzo. Cfr. Baldissera, op. cit.

2 Baldissera, op. cit. MAG ■ IOHS • FECIT • H •
OPVS • ANNVS D. 1308.
 
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