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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 22.1919

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Fasc. 4
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Salmi, Mario: Appunti per la storia della pittura in Puglia
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https://doi.org/10.11588/diglit.17339#0189

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APPUNTI PER LA STORIA DELLA PITTURA IN PUGLIA

167

tempo la tavola 1 era sull'altar maggiore come parte mediana d'un polittico che nella predella
aveva i dodici Apostoli, secondo risulta da una tradizione. E conviene immaginare la pala
sul tipo di quella della Galleria di Venezia, n. 581, proveniente dalla cattedrale di Conversano
(1475), opera rozza concordemente attribuita alla bottega di Bartolomeo.2

Sotto il quadro di Modugno si legge in un cartellino: OPUS . factum . venetiis . PER
BARTHOLO I meum . viva . r1num . de MURIANO . 1472 ; e sebbene la scritta attribuisca l'opera
alla scuola e non al maestro se vogliamo seguire la distinzione morelliana, un esame delle
forme ci persuaderà che essa appartiene invece veramente a Bartolomeo. Il dipinto è eminen-
temente realistico (figg. 13 e 14). L'angelo araldo di Dio è un giovane ricciuto dai tratti vi-
gorosi non piacenti e quasi volgari; la Madonna ripete l'atteggiamento consueto a quello che
assume quando il pittore la dipinge con gli occhi socchiusi e la testa inclinata come per as-
sentire. Perfino la mano sinistra con le tre dita medie unite e le estreme divaricate, ha il
solito movimento delle Madonne Rushforth a Londra, di Sassari, di San Giovanni in Bragora.
I contorni sono neri e taglienti ; il disegno, sentito e tormentato nelle vesti increspate di
pieghe, netto e sicuro nel volto e nei capelli, sapienti le ombre livide sfumate in viola per otte-
nere un efficace risalto plastico. All'aspra metallicità del segno si uniscono note coloristiche
brillanti e festose nel degradante colore delle ali dell'angelo, nella tunica rosso-marrone, che
ha gii effetti del velluto e nel rosso chiaro del manto con riflessi sulfurei, ripresi in contrap-
posto nelle vesti della Vergine.3

Nel 1472 l'artista si era distaccato dall'arte goticheggiante del fratello; più ampio nelle
forme aveva sviluppato con l'influsso squarcionesco il suo crudo realismo, era quasi « all'apice
della sua forza rude».'

E nessuno dei deboli aiuti della sua bottega avrebbe saputo esprimersi come nel quadro
di Modugno, sia nei riguardi dell'esecuzione che del sentimento, sacrificato nelle opere più
tarde del Vivarini ad una ricerca di tecnica. La scena è raccolta nell'intimità della casa: le
figure sono così vicine quasi da toccarsi, certo perchè la composizione doveva stare incassata
fra gli stretti spazi di un polittico. Sul fondo, da una finestra aperta, si scorge una campagna
verde finita con una chiarità lacunare.

Sul davanzale è un vaso bianco a ornati turchini; sopra un lucernario a vetri, a sinistra,
una porta riprodotta con infinita cura nell'imposta di legno; a destra appare, attraverso una
tenda rossa, il lettuccio grigio lumeggiato d'oro. Quell' indugiarsi nel ritrarre con fedeltà l'am-
biente, prelude all'attenta riproduzione di questo, nella Nascita della Vergine del trittico di
Santa Maria Formosa (1473), e l'aggruppamento piacevole è solo superato dall'Epifania Morgan.

Se qualcosa nuoce al nostro pannello ed appare condotto con trascuratezza, è-1' Eterno in
alto fra quattro rossi serafini e la Colomba raggiata che si avvia alla Madonna; ma si tratta
di un particolare secondario che non vieta di attribuire l'intero dipinto al maestro.5

Altre opere più tarde di lui furono illustrate dal Frizzoni 6 insieme ad alcuni notevoli

1 Misura m. 1,08 per 0,69.

2 Li Venturi, Le origini della pittura veneziana,
Venezia, 1907, p. 181; Testi, op. cit., p. 466.

' II volto della Madonna è danneggiato da ridipin-
ture ad olio; il manto è annerito.

4 L. Venturi, op. cit., p. 174.

s AlPavv. Vito Faenza debbo l'indicazione di un
libro di Messe della Cattedrale di Modugno (1447-
1538) nel quale a c. 123^ si legge: « Die vicesimo
tertio eiusdem Junii MCCCC°LXX prefatum capitu-
lum debet officiari semel in anno magnificum virum
loisium caucum de Venetiis super conam magnam au-
reatam que est super altare maioris ecclesie medunii
cum chiviale de serico albo et cum uno eluviale nigro

sollepniter». Veniamo in tal modo a conoscere il nome
del committente del polittico, Lodovico Cauco, che
ordinò pure, qualche anno dopo, la tavola in S. Nicola
di Bari, come accerta una iscrizione su quel quadro.

E veniamo a sapere ancora che il dipinto era già
commesso nel 1470 quando si fondò il legato, doven-
dosi intendere l'espressione super altare in senso giu-
ridico (fondata sull'altare, riguardante l'altare) come
conferma il fatto che all'Annunciata era dedicata
la chiesa.

6 Opere di pittura venete lungo la costa meridio-
nale dell' Adriatico, in Bollett. d'Arte, a. Vili (1914),
fase. I. Il quadro di San Nicola del 1476, opera in
gran parte della bottega, è sormontato non dal Crist
 
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