— XIII
non era pur da supporsi : conciossiachè fra loro più non
esisteva , o almeno da varii anni era sospesa ogni dimestica
relazione , dopo che il nostro concittadino, forse con so-
verchio calore ed agrezza , lo aveva attaccato nella sua
LETTERA DIFENSIVA DI MESSER ANTONIO TI-
BALDEO DA FERRARA, e quegli ne aveva mossa
querela pel modo , e dichiarato essere stati offesi o violati
i vincoli di scambievole amicizia. Ma non di meno ebbe a lot-
tare presso che due anni prima di vincere la calunniosa accusa.
Vi riuscì, e n’ ebbe risarcimento dalla solenne dichiarazione
di sua innocenza, e dalla fattagli restituzione di tutti gli scritti,
di cui era stato spogliato. Ora a parer nostro chiariremo 1’ar-
cana, ma vera cagione di cotanta ingiuria. Fu la smania di
torgli col raggiro e per forza un autografo prezioso, che non
volle cedere di buon grado : fu un colpo avventatogli sleal-
mente da chi prima gli si era mostrato benevolo ed amico.
Possedeva il Baruffaldi 1’ originale manoscritto della Geru-
salemme e dell’ Aminta del Tasso} e già del 700, quando
monsig. Giusto Fontanini compilava e pubblicava pei tipi
del Zenobi, e del Placo la difesa dell? A minta egli ne
raccolse le varie lezioni ed a lui le trasmise : s’ invaghì
poscia quel prelato di averlo per sè e più volte ne fece,
ma indarno , richiesta. Potente, con? era, parve a taluno lo
aggravasse del sospetto, di cui poc’ anzi dicemmo, e forse con-
sigliò lo staggimento di tutte le scritture del Baruffaldi, speran-
do di trovare, e carpire fra queste la tanto da lui desiderata ;
per ciò che egli stesso doveva frugarvi per entro, siccome
uno dei difensori delle ragioni pontificie. In fatti poco
dippoi così si scopriva in una lettera ad un suo corrispon-
dente , che al Baruffaldi fu comunicata — Sono giunti in
Roma gli scritti del Baruffaldi $ ma vi manca P origi-
nale del Tasso, che pur vi doveva essere — e Giannan-
drea Baroni, scrivendo all’ illustre Giam-pietro Zanolti ,
mostrò di tenere in questo argomento la stessa nostra
non era pur da supporsi : conciossiachè fra loro più non
esisteva , o almeno da varii anni era sospesa ogni dimestica
relazione , dopo che il nostro concittadino, forse con so-
verchio calore ed agrezza , lo aveva attaccato nella sua
LETTERA DIFENSIVA DI MESSER ANTONIO TI-
BALDEO DA FERRARA, e quegli ne aveva mossa
querela pel modo , e dichiarato essere stati offesi o violati
i vincoli di scambievole amicizia. Ma non di meno ebbe a lot-
tare presso che due anni prima di vincere la calunniosa accusa.
Vi riuscì, e n’ ebbe risarcimento dalla solenne dichiarazione
di sua innocenza, e dalla fattagli restituzione di tutti gli scritti,
di cui era stato spogliato. Ora a parer nostro chiariremo 1’ar-
cana, ma vera cagione di cotanta ingiuria. Fu la smania di
torgli col raggiro e per forza un autografo prezioso, che non
volle cedere di buon grado : fu un colpo avventatogli sleal-
mente da chi prima gli si era mostrato benevolo ed amico.
Possedeva il Baruffaldi 1’ originale manoscritto della Geru-
salemme e dell’ Aminta del Tasso} e già del 700, quando
monsig. Giusto Fontanini compilava e pubblicava pei tipi
del Zenobi, e del Placo la difesa dell? A minta egli ne
raccolse le varie lezioni ed a lui le trasmise : s’ invaghì
poscia quel prelato di averlo per sè e più volte ne fece,
ma indarno , richiesta. Potente, con? era, parve a taluno lo
aggravasse del sospetto, di cui poc’ anzi dicemmo, e forse con-
sigliò lo staggimento di tutte le scritture del Baruffaldi, speran-
do di trovare, e carpire fra queste la tanto da lui desiderata ;
per ciò che egli stesso doveva frugarvi per entro, siccome
uno dei difensori delle ragioni pontificie. In fatti poco
dippoi così si scopriva in una lettera ad un suo corrispon-
dente , che al Baruffaldi fu comunicata — Sono giunti in
Roma gli scritti del Baruffaldi $ ma vi manca P origi-
nale del Tasso, che pur vi doveva essere — e Giannan-
drea Baroni, scrivendo all’ illustre Giam-pietro Zanolti ,
mostrò di tenere in questo argomento la stessa nostra