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strare che ancora in questo genere di cose egli
intende alla gloria della sua patria. Tu forse ti me-
ravigli in vedendo eh’ io, e non esso lui, qui co-
minci teco a favellare, e t’ apra per così dire la
quelle vite l’abbiamo da Girolamo Baruffalo! juniore, il quale nelle notizie
storiche intorno alla vita del Barufialdi suo prozio, portando il catalogo delle
opere, che premise alle rime sopraccitate a pag. 67, avverte, che 1’ opera degli
artisti ferraresi è divisa in tre parti con ritratti ed indici necessari!, e che tre
esemplari della medesima Fautore làscio mss. Il primo dell’anno 1702, che fu
il primo abbozzo: il secondo dell’ anno 1710 che non fu di genio dell’ autore,
ed è forse quel ms. che il canonico Scalabrini infuna lettera, che più innanzi si ri-
porta, dice essere stato eseguito dal 1706 al 1710; il terzo finalmente del 1722, al
quale varie postille s’ apposero dal Barotti, é fu da esso approvato, benché non
contenesse peranche le vite de’ Pittori dello Stato ferrarese ; le cui memorie
erano preparate in un involto di varie carte riposte tra le scritture dell’ autore.
Si apprende dallo stesso Baruffaldi jutìiore per lettera del detto Barotti, inserita
a pag. 11 delle notizie suindicate, come tutti i mss. del Baruffaldi seniore ven-
nero trasportati a Roma nel 1711 , e 1’ abb. Comolli - Bibliografia architetto-
nica pari, i. clas. 1. pag. 210. - nel dare una idea generale delle Vite degli
artisti ferraresi ci avvisa non essere state rimandate a Ferrara se non del 1720,
ed è probabile che in quell’ epoca dal medesimo Baruffaldi fossero nuovamente
scritte, e che egli venisse poco dopo sollecitato a pubblicarle dallo Zanotti, il
quale vi pose nel *787 circa la lettera di prefazione, che ora si mette a luce
per la prima volta (*).
Una copia del terzo ms. dell* Autore nel 1761 fu donatà al canonico Crespi,
che sebbene imperfetta la passò allo Scalabrini, il quale n’ aveva già veduto
uno de’primi originali, e trasmise nel 1788 questa copia al celebre monsignor
Bottari in Roma, affinchè ne fosse dato un saggio nella sua edizione romana
del Vasari, lo che è a vedersi nella edizione del Vasari de' classici di Milano,
voi. 7. pag. i45. 187. Il predetto Scalabrini si servì senza dubbio dell’opera di
Baruffaldi per le memorie storiche delle chiese di Ferrara 1778, ed al certo
Somministrò alquante notizie pel libro del Borsetti - De Gymnasio Ferrariensi
part. 2 - ove risgùarda le belle arti. E né usò altresì il Cittadella - Catalogo
isterico de' pitto fi e scultóri ferraresi. Ferfara 1782 tom.fi. in 8., in cui frap-
pose i ritratti che si fecero intagliare dal Baruffaldi: anzi dalle opere di questo
egli confessa al toni. 3. pag. 410 di avete tratti i lumi migliori per compilare
il suo Catalogo. Il Crespi suddetto , grato al donatore , appena lo seppe morto,
fu sollecito di adoperarsi, perchè si desse al pubblico la Copia ms. che egli aveva
ricevuta in dono; ma vane riuscirono le sollecitudini sue, come potfassi cono-
scere per estratti di lettere, che in fine delle presenti note si riportano. Igno-
rasi in che modo per qualche spazio di tempo gli esemplari autografi fossero
smarriti. Nel 1 p58 , al dire del Crespi - Lettere pittoriche voi. 4? uno era nelle
mani del dott. Forti di Ferrara, che stava postillandolo; ma questo pure asrfò
{fCeoè coll edizione di Bologna ( Felpe 1884)<
strare che ancora in questo genere di cose egli
intende alla gloria della sua patria. Tu forse ti me-
ravigli in vedendo eh’ io, e non esso lui, qui co-
minci teco a favellare, e t’ apra per così dire la
quelle vite l’abbiamo da Girolamo Baruffalo! juniore, il quale nelle notizie
storiche intorno alla vita del Barufialdi suo prozio, portando il catalogo delle
opere, che premise alle rime sopraccitate a pag. 67, avverte, che 1’ opera degli
artisti ferraresi è divisa in tre parti con ritratti ed indici necessari!, e che tre
esemplari della medesima Fautore làscio mss. Il primo dell’anno 1702, che fu
il primo abbozzo: il secondo dell’ anno 1710 che non fu di genio dell’ autore,
ed è forse quel ms. che il canonico Scalabrini infuna lettera, che più innanzi si ri-
porta, dice essere stato eseguito dal 1706 al 1710; il terzo finalmente del 1722, al
quale varie postille s’ apposero dal Barotti, é fu da esso approvato, benché non
contenesse peranche le vite de’ Pittori dello Stato ferrarese ; le cui memorie
erano preparate in un involto di varie carte riposte tra le scritture dell’ autore.
Si apprende dallo stesso Baruffaldi jutìiore per lettera del detto Barotti, inserita
a pag. 11 delle notizie suindicate, come tutti i mss. del Baruffaldi seniore ven-
nero trasportati a Roma nel 1711 , e 1’ abb. Comolli - Bibliografia architetto-
nica pari, i. clas. 1. pag. 210. - nel dare una idea generale delle Vite degli
artisti ferraresi ci avvisa non essere state rimandate a Ferrara se non del 1720,
ed è probabile che in quell’ epoca dal medesimo Baruffaldi fossero nuovamente
scritte, e che egli venisse poco dopo sollecitato a pubblicarle dallo Zanotti, il
quale vi pose nel *787 circa la lettera di prefazione, che ora si mette a luce
per la prima volta (*).
Una copia del terzo ms. dell* Autore nel 1761 fu donatà al canonico Crespi,
che sebbene imperfetta la passò allo Scalabrini, il quale n’ aveva già veduto
uno de’primi originali, e trasmise nel 1788 questa copia al celebre monsignor
Bottari in Roma, affinchè ne fosse dato un saggio nella sua edizione romana
del Vasari, lo che è a vedersi nella edizione del Vasari de' classici di Milano,
voi. 7. pag. i45. 187. Il predetto Scalabrini si servì senza dubbio dell’opera di
Baruffaldi per le memorie storiche delle chiese di Ferrara 1778, ed al certo
Somministrò alquante notizie pel libro del Borsetti - De Gymnasio Ferrariensi
part. 2 - ove risgùarda le belle arti. E né usò altresì il Cittadella - Catalogo
isterico de' pitto fi e scultóri ferraresi. Ferfara 1782 tom.fi. in 8., in cui frap-
pose i ritratti che si fecero intagliare dal Baruffaldi: anzi dalle opere di questo
egli confessa al toni. 3. pag. 410 di avete tratti i lumi migliori per compilare
il suo Catalogo. Il Crespi suddetto , grato al donatore , appena lo seppe morto,
fu sollecito di adoperarsi, perchè si desse al pubblico la Copia ms. che egli aveva
ricevuta in dono; ma vane riuscirono le sollecitudini sue, come potfassi cono-
scere per estratti di lettere, che in fine delle presenti note si riportano. Igno-
rasi in che modo per qualche spazio di tempo gli esemplari autografi fossero
smarriti. Nel 1 p58 , al dire del Crespi - Lettere pittoriche voi. 4? uno era nelle
mani del dott. Forti di Ferrara, che stava postillandolo; ma questo pure asrfò
{fCeoè coll edizione di Bologna ( Felpe 1884)<