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Baruffaldi, Girolamo
Vite de' pittori e scultori Ferraresi (Band 1) — Ferrara: Taddei, 1844

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.63256#0127

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— 91 —
Tura, decano allora de5 pittori della nostra scuola, anzi il pittore di corte, il
quale sopravisse, come si è veduto , non poco al benemerito Borso, ma il di-
segno in opera, non sempre eguale, anzi talvolta ben diverso di merito, ci fa
credere che più d’ una mano vi abbia operato, cosa d’ altronde assai naturale
in un affresco di tanta estensione. Si è attribuita la maggior parte della esecu-
zione a Lorenzo Costa, vi si è trovata analogia tanto nel vaghissimo colorito
quanto nelle sagome, colla scuola fiorentina, e difatti sortiva Lorenzo da quella
di Benozzo e di Fra Filippo, e dipingeva in Ferrara, tosto tornato da Fiorenza,
secondo il Vasari poco prima o appena accaduta la morte del maestro nel 1478,
nel tempo che Cosimo Tura era già vecchio. Non mancavano allora pittori in
Ferrara, e pittori di vaglia, ad aiutare un artista primario , potendosi, a
ragion d’ esempio, indicare uno Stefano , un Cortellini, un Mazzolini, un Pa-
netti, un Cessa, un Bono, un Baldassare Estense, un Gregorio Lana, un Coda,
un Michele Ongaro, un Bonaccioli, e varii che dipinsero nella prossima chiesa
detta della Morte, ora S. Apollinare, d’ alcuno de5 quali non conosconsi più
opere certe.
La guerra de’ Veneziani che sconvolse tutto il ferrarese territorio, e che
recò il terrore alla stessa città, cominciata nel 1481, terminata con dannosa
pace nel i4s4? dava ben altri pensieri al duca Ercole che quelli degli abbelli-
menti e delle delizie. È quindi a supporsi che quest’ opera fosse eseguita o
almeno incominciata in tempi meno torbidi, epoca che combina cogli anni che
il Costa abbandonò F Etruria, e coll’ intervallo che corse alla di lui chiamata
a Bologna al servizio de’ Bentivogli. La differenza che si trova in queste pitture
dalle altre che in seguito questo valoroso artista operò, prova appunto che
nel tempo di cui parliamo non aveva ancora concepito quello stile sì grandioso
che fece in seguito tanto onore a lui stesso, ed all’ eccellente Francesco Fran-
cia, gloria de’ bolognesi pittori di quella età.

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