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— 129 —
detti di S. Bartolo, fuori un miglio dalla città, so-
pra la qual tavola si vede colorita la Natività di
Nostro Signore Gesù Cristo (1).
Appresso di persone particolari potrebbesi per av-
ventura trovare qualche altra opera del suo pen-
nello, ma per riuscire ai dilettanti la maniera di
questo valentuomo sconosciuta per la scarsezza delle
opere pubbliche, non si trova alcuno il quale ne
faccia memoria. So bensì che nella celebre raccolta
del fu Roberto Canonici nobile ferrarese, la quale
in più luoghi sarà da me in questo libro mentovata,
si contavano due opere sue molto stimabili, accen-
nate nel testamento di detto Roberto, il quale corre
per le mani de’ dilettanti stampato in Ferrara 1’ an-
no 1632, nel qual testamento si legge l’inventario
di quella celebre galleria di pitture e d’altre cose
rarissime, delle quali ne fece deplorabile eccidio il
fuoco dell’ incendio accaduto in quelle stanze 1’ an-
no 1638 il giorno 16 di Marzo (2).
(i) Questa tavola fortunatamente resto dimenticata e fuori di mano, al primo
altare della chiesa suburbana di S. Bartolomeo , in tempo che quella era chiusa.
Fu ricuperata e fatta ristaurare dal Card. Arezzo dopo il ripristinamento del
Pontificio Governo. Rappresenta la Madonna genuflessa, davanti ad essa il S< Bam-
bino che rizzatosi da una sottoposta stuoia vien sostenuto da un angelo accom-
pagnato da un altro diretto alla santissima madre ; dietro a questa vedesi in
piedi S. Giuseppe in atto devoto colla destra portata alla fronte, osservando il
S. Infante. Stanno assistenti due santi d’ ordine Cisterciense, e forma orna-
mento al quadro un arco d’ ordine corintio con bellissimi ornati dipinti a basso
rilievo, restando interamente visibile una colonna angolare sul cui piedestallo
leggesi in ebraico jesvs nazarenus. Vedesi bel paese all’ indietro, e nel fondo
a destra dell’ osservatore sul plinto d’ un tronco di colonna leggesi lvdoyicvs .
mazzolinvs. Si ammira nella pubblica pinacoteca di Ferrara.
(a) Il riformatore di queste vite aggiunse “ da alcuni viengli attribuita la
pittura della volta del coro nella chiesa della Consolazione, di Cui ne par*
leremo nella vita di Battista Benvenuti detto F Ortolano. Sono della stessa
opinione Io Scalabrini ( Chiese di Ferrara pag. 2.35 ), e modernamente il sig.
conte Avventi ( Guida p. )• Sulla galleria di Roberto Canonici vedasi la
Stor. di Ferrara dello stesso Barnffaldi pag. i3i, e specialmente il citato testa-
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ventura trovare qualche altra opera del suo pen-
nello, ma per riuscire ai dilettanti la maniera di
questo valentuomo sconosciuta per la scarsezza delle
opere pubbliche, non si trova alcuno il quale ne
faccia memoria. So bensì che nella celebre raccolta
del fu Roberto Canonici nobile ferrarese, la quale
in più luoghi sarà da me in questo libro mentovata,
si contavano due opere sue molto stimabili, accen-
nate nel testamento di detto Roberto, il quale corre
per le mani de’ dilettanti stampato in Ferrara 1’ an-
no 1632, nel qual testamento si legge l’inventario
di quella celebre galleria di pitture e d’altre cose
rarissime, delle quali ne fece deplorabile eccidio il
fuoco dell’ incendio accaduto in quelle stanze 1’ an-
no 1638 il giorno 16 di Marzo (2).
(i) Questa tavola fortunatamente resto dimenticata e fuori di mano, al primo
altare della chiesa suburbana di S. Bartolomeo , in tempo che quella era chiusa.
Fu ricuperata e fatta ristaurare dal Card. Arezzo dopo il ripristinamento del
Pontificio Governo. Rappresenta la Madonna genuflessa, davanti ad essa il S< Bam-
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rilievo, restando interamente visibile una colonna angolare sul cui piedestallo
leggesi in ebraico jesvs nazarenus. Vedesi bel paese all’ indietro, e nel fondo
a destra dell’ osservatore sul plinto d’ un tronco di colonna leggesi lvdoyicvs .
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(a) Il riformatore di queste vite aggiunse “ da alcuni viengli attribuita la
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leremo nella vita di Battista Benvenuti detto F Ortolano. Sono della stessa
opinione Io Scalabrini ( Chiese di Ferrara pag. 2.35 ), e modernamente il sig.
conte Avventi ( Guida p. )• Sulla galleria di Roberto Canonici vedasi la
Stor. di Ferrara dello stesso Barnffaldi pag. i3i, e specialmente il citato testa-