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tempo aver tanto cuore di staccarsene; tanto ama-
va di poter recare qualche sollievo alle numerose
e continue fatiche del maestro, servendolo, e aiu-
tandolo come figlio.
Prima d’innoltrarmi a descrivere alcun suo lavoro
mi giova qui riportare un testo della biblioteca bo-
lognese addotto dal Malvasia nella sua Felsina pit-
trice ( parte prima pag. 33 ) per via del quale viene
posta in dubbio la cittadinanza ferrarese in occa-
sione di menzionare li due Ercoli da Bologna, sopra
de’ quali così fu scritto — Hercules unus et alter
pictores ambo bononienses cives , et in arte admi-
randi, cum a duriore anliquitate non parum reces-
serint, delicata effigiabant corpora , non agre stia,
durare Japheto saia, unde Achillinus in Viridario:
Il doppio Ercole, e seguon più gentili ec.
e perchè quest’ asserzione di due Ercoli non con-
chiude gran fatto ad esclusione del nostro, soggiun-
ge — videatur Leander Albertus in descript. Hai.
pag. 336 et an Hercules dictus comuniter de Ferra-
ria fuerit unus ex his duobus, nec ne? de qua re
valde ambigo. Fattomi dunque a vedere ciò che ne
scrive 1’ Alberti nel luogo citato, scopro un eviden-
tissimo sbaglio, dicendo questi in proposito di fare
il novero de’dipintori bolognesi — che vi fu Ercole,
le cui opere veggonsi nella cappella de’ Garganelli
nella chiesa di s. Pietro — dal che ne risulta che
li due Ercoli della biblioteca bolognese accennati
dubbiosamente dal Malvasia, o siano bolognesi a-
mendue, o debba intendersi d’ un solo , e 1’ altro
sia ferrarese, dubitandone gli accennati scrittori, e
rimettendosi a quanto sta accennato nell’ Alberti,
riitf
itf
wenaK
ale.
tele atofi
à mettere il
s
«floe. a I
s,taiù la In
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pievi, merito
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R/’ernito
Pendolo impeci
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tempo aver tanto cuore di staccarsene; tanto ama-
va di poter recare qualche sollievo alle numerose
e continue fatiche del maestro, servendolo, e aiu-
tandolo come figlio.
Prima d’innoltrarmi a descrivere alcun suo lavoro
mi giova qui riportare un testo della biblioteca bo-
lognese addotto dal Malvasia nella sua Felsina pit-
trice ( parte prima pag. 33 ) per via del quale viene
posta in dubbio la cittadinanza ferrarese in occa-
sione di menzionare li due Ercoli da Bologna, sopra
de’ quali così fu scritto — Hercules unus et alter
pictores ambo bononienses cives , et in arte admi-
randi, cum a duriore anliquitate non parum reces-
serint, delicata effigiabant corpora , non agre stia,
durare Japheto saia, unde Achillinus in Viridario:
Il doppio Ercole, e seguon più gentili ec.
e perchè quest’ asserzione di due Ercoli non con-
chiude gran fatto ad esclusione del nostro, soggiun-
ge — videatur Leander Albertus in descript. Hai.
pag. 336 et an Hercules dictus comuniter de Ferra-
ria fuerit unus ex his duobus, nec ne? de qua re
valde ambigo. Fattomi dunque a vedere ciò che ne
scrive 1’ Alberti nel luogo citato, scopro un eviden-
tissimo sbaglio, dicendo questi in proposito di fare
il novero de’dipintori bolognesi — che vi fu Ercole,
le cui opere veggonsi nella cappella de’ Garganelli
nella chiesa di s. Pietro — dal che ne risulta che
li due Ercoli della biblioteca bolognese accennati
dubbiosamente dal Malvasia, o siano bolognesi a-
mendue, o debba intendersi d’ un solo , e 1’ altro
sia ferrarese, dubitandone gli accennati scrittori, e
rimettendosi a quanto sta accennato nell’ Alberti,
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