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dio l’immagine di M. V. del pilastro, così detta per
essere colorita su d’ un gran colonnato di detta
chiesa a mano sinistra micino alla porta maggiore (1).
Questa venerabile figura ed altare per la riverenza,
nella quale era tenuta, furono 1’ anno 1498 ( viven-
do ancora il suo artefice ) dal vescovo d’ Atene
Antonio Trombetta padovano fatti rifabbricare ed
ornare con pietre intagliate e figure di marmo,
non che con pitture e fregj d’ oro bellissimi. Final-
mente 1’ anno 1586 sotto la protezione di Matteo
Cumeno nobile padovano ogni cosa fu migliorata ,
levandogli gli antichi ornamenti, e restituendoglie-
ne de’ più preziosi ( Politi, sac. Meni, di Pad. c. 31
pag. 25 ).
Visse Stefano sino al 1500, e morendo in Ferrara,
fu il suo corpo sepolto nella chiesa di s. Apollina-
re, dove lungamente è stato a vista comune il suo
deposito, ma poi col tratto del tempo mutando pa-
drone, ha perduta la memoria, rimanendovi fino
a’ miei giorni 1’ arma gentilizia del suo casato
(Guarin. pag.292) (2).
Caroli ( Disc, artista pag. 38 ) , sono con tutta probabilità quelle che vennero
scoperte da un intonaco bianco, e dalle lordure nel 1887 dal valente artista
bavarese Ernesto Forster. Si noti qui di passaggio che quantunque altro ferra-
rese pittore anonimo abbia pure dipinto in Padova nel gran salone , non si
deve confondere con Stefano, mentre Lanzi lo trovò di stile giottesco, e quindi
appartiene ad epoca più remota.
(1) A5 lati di questa immagine si vedono li due santi Giovanni Evangelista e
Battista, il primo sbarbato a destra del quadro, il secóndo a sinistra con gran
barba, vedendosi nella parte superiore inginocchiati due angeli in gloria reg-
gendo una grande corona, sotto la quale due serafini.
(2) Furono soliti gli scrittori delle Guide di Ferrara, compreso Cesare Cittadella,
di attribuire a Stefano due tavole, le quali e per 1’ epoche e per il metodo di
dipingere non possono appartenere ad un solo pittore. Stava una di queste nella
chiesa della Madonna della Porta di sotto detta la Madonnina, ove vedevansi
con buon gusto dipinti li Ss. Giuseppe e Francesco, opera che dal Barotti, dal-
lo Scalabrini, e dal Cittadella viene con sicurezza attribuita a questo nostro
artista, ma che nella Guida del Frizzi con più renitenza si dice lavoro cT uno
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nella quale era tenuta, furono 1’ anno 1498 ( viven-
do ancora il suo artefice ) dal vescovo d’ Atene
Antonio Trombetta padovano fatti rifabbricare ed
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non che con pitture e fregj d’ oro bellissimi. Final-
mente 1’ anno 1586 sotto la protezione di Matteo
Cumeno nobile padovano ogni cosa fu migliorata ,
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Visse Stefano sino al 1500, e morendo in Ferrara,
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a’ miei giorni 1’ arma gentilizia del suo casato
(Guarin. pag.292) (2).
Caroli ( Disc, artista pag. 38 ) , sono con tutta probabilità quelle che vennero
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(1) A5 lati di questa immagine si vedono li due santi Giovanni Evangelista e
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(2) Furono soliti gli scrittori delle Guide di Ferrara, compreso Cesare Cittadella,
di attribuire a Stefano due tavole, le quali e per 1’ epoche e per il metodo di
dipingere non possono appartenere ad un solo pittore. Stava una di queste nella
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