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«accia che davano, facendoli poi rimanere adorni in
diversa foggia delle medesime sacre memorie, che
da prima conservavano, ma dipinte dal moderno
pennello di Francesco Ferrari pittore ferrarese, del
quale a suo luogo faremo onorata menzione. L’ o-
pera da muratore fu raccomandata a mastro Giulio
Panizza valente nell’ arte sua, e comecché di co-
desto muratore era amico Nicolò Baruffaldi mio
genitore amante a gran misura delle memorie della
sua patria, raccomandossi a lui, se per sorte nello
scrostare affatto quei muri potesse ricavarne qual-
che pezzo di calcinaccio intero, dove fossero colo-
rite di quelle belle teste grandi al naturale, che
quelle storie sacre componevano. Il valoroso mura-
tore gli promise di usare ogni diligenza, e gli riuscì
ricavarne quattordici pezzi da lui poi ingrossati col
gesso affinchè resistessero, e tutti al mio genitore
in dono liberamente li diede (1). Tra le altre eravi
la testa di s. Maurelio, quella della cieca da lui
sanata, quella di un antico Marchese Estense, quel-
la d’ un povero, quella d’ un chierico, e alquante
altre in diverse attitudini, parte in profilo, e parte
in prospetto, e tutte ben colorite, anzi cariche di
colore, ben conservate fino coi segni ( che i pittori
chiamano calchi ) fatti sul fresco muro, allora che
vi furono disegnate. Queste teste sono sempre state
(i) Gli avanzi di queste pitture5 che conservavansi in casa Baruffaldi, spari-
rono, ed è superflua ogni speranza di confronti. Sarebbe assai utile il poterlo
fare, mentre se per una parte è rispettabile 1’ autorità del mentovano Equicola,
che per molti anni abitò in Ferrara, non è d’ altronde disprezzabile 1’ asserto
del Guarini, imperocché quelle opere erano a pubblica vista, allorché stampava
il suo Compendio istorino nel 1621. Lo Scalabrini s’ attenne al Guarini, e per
le antescritte ragioni ( nota a pag. 185 ) queste pitture sono anteriori al ritorno
del Garofalo dopo contratta relazione con Raffaello. Vedasi 1’ annotazione alla
vita dell’ Ortolano’, pag. 178.
ìM ■
(ìlfelflMW
le tape. p
ijsngere molto t
io e non pii e
tee da’» coi
Ràlrafi
pia dipinte, e
ilrasportabiliao
Amatosi questi
libilo ed a.
I«o HiiraM s
Militali 4
Atonia
pochi
H por (J
«accia che davano, facendoli poi rimanere adorni in
diversa foggia delle medesime sacre memorie, che
da prima conservavano, ma dipinte dal moderno
pennello di Francesco Ferrari pittore ferrarese, del
quale a suo luogo faremo onorata menzione. L’ o-
pera da muratore fu raccomandata a mastro Giulio
Panizza valente nell’ arte sua, e comecché di co-
desto muratore era amico Nicolò Baruffaldi mio
genitore amante a gran misura delle memorie della
sua patria, raccomandossi a lui, se per sorte nello
scrostare affatto quei muri potesse ricavarne qual-
che pezzo di calcinaccio intero, dove fossero colo-
rite di quelle belle teste grandi al naturale, che
quelle storie sacre componevano. Il valoroso mura-
tore gli promise di usare ogni diligenza, e gli riuscì
ricavarne quattordici pezzi da lui poi ingrossati col
gesso affinchè resistessero, e tutti al mio genitore
in dono liberamente li diede (1). Tra le altre eravi
la testa di s. Maurelio, quella della cieca da lui
sanata, quella di un antico Marchese Estense, quel-
la d’ un povero, quella d’ un chierico, e alquante
altre in diverse attitudini, parte in profilo, e parte
in prospetto, e tutte ben colorite, anzi cariche di
colore, ben conservate fino coi segni ( che i pittori
chiamano calchi ) fatti sul fresco muro, allora che
vi furono disegnate. Queste teste sono sempre state
(i) Gli avanzi di queste pitture5 che conservavansi in casa Baruffaldi, spari-
rono, ed è superflua ogni speranza di confronti. Sarebbe assai utile il poterlo
fare, mentre se per una parte è rispettabile 1’ autorità del mentovano Equicola,
che per molti anni abitò in Ferrara, non è d’ altronde disprezzabile 1’ asserto
del Guarini, imperocché quelle opere erano a pubblica vista, allorché stampava
il suo Compendio istorino nel 1621. Lo Scalabrini s’ attenne al Guarini, e per
le antescritte ragioni ( nota a pag. 185 ) queste pitture sono anteriori al ritorno
del Garofalo dopo contratta relazione con Raffaello. Vedasi 1’ annotazione alla
vita dell’ Ortolano’, pag. 178.
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io e non pii e
tee da’» coi
Ràlrafi
pia dipinte, e
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Amatosi questi
libilo ed a.
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Militali 4
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