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https://doi.org/10.11588/diglit.63256#0475
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(ore per nome Bortolo Tosi, da Lendinara ; giovine,
che avendo appresi i principi dell’ arte in Padova ,
convenutogli poi di là fuggire, si dilettava su i di-
pinti di valorosi uomini imparare le più recondite
maniere della professione. Raccolti avea il Gioja
molti bei quadri d’ antiche maniere assai commen-
dabili, e fra d’ essi uno ve n’ avea dipinto per
comune sentenza dal Carpi, rappresentante il giudizio
famoso di Salomone: avvenne che pericolò questo
quadro per una caduta e talmente s’ aperse e si
scrostò, che rimase incurabile, anche da mano ben
pratica. Volle il Tosi che dal Gioja gli si donasse
tal frantume, e il Gioja, come cosa derelitta, glielo
rilasciò. Il fine del Tosi fu di scoprire in essa tavola
coll’ arte di fregarlo colla pomice la moltitudine
delle coperte e de’ colori usati dal pittore nel ri-
durlo a fine: cominciò egli adunque colla pomice
a raschiarlo; egualmente in tutte le p.arti a poco
a poco andava scoprendo il decrescimento e 1’ ac-
crescimento de’ colori : ma non fu questo tutto ciò
eh’ egli vide : scopers’ egli a poco a poco varj pen-
timenti, varj disegni, e schizzi di positure diverse,
di pieghe, d’ atteggiamenti, cosicché chi vedea
nascere questa trasformazione non potea a meno
di conoscere la varietà de’ pensieri deposti su d’ essa
tavola dal pittore, prima che si fermasse in quello
che fu noi 1’ ultimo. Il che a me sei ve di fonda-
mento per sempre più credere lo spesso cangiar,
che facea il Carpi, i lavori già fatti (1).
(i) Aggiugneremo qui sotto come si conservino in Ferrara delle opere del
Carpi anche le seguenti, che sono a nostra cognizione
La grandiosa tavola, eh’ era nella cappella Obizzi in s. Maria del Vado,
£d ora è nella comunale pinacoteca : rappresenta un prodigio di s. Antonio,
(ore per nome Bortolo Tosi, da Lendinara ; giovine,
che avendo appresi i principi dell’ arte in Padova ,
convenutogli poi di là fuggire, si dilettava su i di-
pinti di valorosi uomini imparare le più recondite
maniere della professione. Raccolti avea il Gioja
molti bei quadri d’ antiche maniere assai commen-
dabili, e fra d’ essi uno ve n’ avea dipinto per
comune sentenza dal Carpi, rappresentante il giudizio
famoso di Salomone: avvenne che pericolò questo
quadro per una caduta e talmente s’ aperse e si
scrostò, che rimase incurabile, anche da mano ben
pratica. Volle il Tosi che dal Gioja gli si donasse
tal frantume, e il Gioja, come cosa derelitta, glielo
rilasciò. Il fine del Tosi fu di scoprire in essa tavola
coll’ arte di fregarlo colla pomice la moltitudine
delle coperte e de’ colori usati dal pittore nel ri-
durlo a fine: cominciò egli adunque colla pomice
a raschiarlo; egualmente in tutte le p.arti a poco
a poco andava scoprendo il decrescimento e 1’ ac-
crescimento de’ colori : ma non fu questo tutto ciò
eh’ egli vide : scopers’ egli a poco a poco varj pen-
timenti, varj disegni, e schizzi di positure diverse,
di pieghe, d’ atteggiamenti, cosicché chi vedea
nascere questa trasformazione non potea a meno
di conoscere la varietà de’ pensieri deposti su d’ essa
tavola dal pittore, prima che si fermasse in quello
che fu noi 1’ ultimo. Il che a me sei ve di fonda-
mento per sempre più credere lo spesso cangiar,
che facea il Carpi, i lavori già fatti (1).
(i) Aggiugneremo qui sotto come si conservino in Ferrara delle opere del
Carpi anche le seguenti, che sono a nostra cognizione
La grandiosa tavola, eh’ era nella cappella Obizzi in s. Maria del Vado,
£d ora è nella comunale pinacoteca : rappresenta un prodigio di s. Antonio,