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segno sulla maniera pafmegianesca, sopra della qua-
le fece egli il suo studio (1).
In differente guisa espresse la medesima Assun-
zione su d’una tavola per la chiesa di s. Maria
del Buon Amore, la quale tuttavia viene conside-
rata per molto diligente lavoro all’ altare destro en-
trandosi in quella chiesa, e in verità in vedersi que’
santi apostoli così correttamente disegnati in atti di
molta operosità, così che nessuno di essi vi paja
ozioso, è cosa che mostra aver avuto Leonardo
un’ ottima scuola, ed una simile attitudine a di-
pingere (2).
Lo stesso gusto dimostrò egli nel quadro fatto
per la chiesa di s. Rocco, sul quale era dipinto
detto santo in atto d’ adorare Maria Vergine ; ma
essendo questo opera di piccola mole pel sito nel
quale andava collocato, fu bensì ivi per qualche
tempo venerata la santa immagine, ma volendo
poi il Ma estrato di Ferrara nell’ anno 1633 alzare
un maestoso altare votivo in onore del detto santo
nella medesima chiesa per essere stata liberata la
città dalla peste che in molta vicinanza facea gran
strage, fu di mestieri che il detto quadro cedesse
il sito ad una meravigliosa opera del cavalier Bar-
bieri detto il Quercino da Cento. Così ritirata 1’ o-
pera del Brescia nel monastero non fu più in caso
d’ essere al pubblico esposta (3).
(i) Questa tavola dovè nuovamente cambiar posto nell’ estate del quan-
do fu innalzato un grandioso organo superiormente alla porta maggiore di questa
chiesa. Starebbe bene nella pubblica pinacoteca patria, stante la sua rarità.
(a) Passò in Roma nella galleria Fesche
(3) Questo dipinto era anzi in tela , e di non piccola dimensione, come ac-
cordano il Guarini ed il Cittadella. Capitò in mano di chi per oggetto di de-
vozione salvò la sola testa grandiosa del s. Rocco, che ora trovasi presso il
sig. Filippo Pasini.
segno sulla maniera pafmegianesca, sopra della qua-
le fece egli il suo studio (1).
In differente guisa espresse la medesima Assun-
zione su d’una tavola per la chiesa di s. Maria
del Buon Amore, la quale tuttavia viene conside-
rata per molto diligente lavoro all’ altare destro en-
trandosi in quella chiesa, e in verità in vedersi que’
santi apostoli così correttamente disegnati in atti di
molta operosità, così che nessuno di essi vi paja
ozioso, è cosa che mostra aver avuto Leonardo
un’ ottima scuola, ed una simile attitudine a di-
pingere (2).
Lo stesso gusto dimostrò egli nel quadro fatto
per la chiesa di s. Rocco, sul quale era dipinto
detto santo in atto d’ adorare Maria Vergine ; ma
essendo questo opera di piccola mole pel sito nel
quale andava collocato, fu bensì ivi per qualche
tempo venerata la santa immagine, ma volendo
poi il Ma estrato di Ferrara nell’ anno 1633 alzare
un maestoso altare votivo in onore del detto santo
nella medesima chiesa per essere stata liberata la
città dalla peste che in molta vicinanza facea gran
strage, fu di mestieri che il detto quadro cedesse
il sito ad una meravigliosa opera del cavalier Bar-
bieri detto il Quercino da Cento. Così ritirata 1’ o-
pera del Brescia nel monastero non fu più in caso
d’ essere al pubblico esposta (3).
(i) Questa tavola dovè nuovamente cambiar posto nell’ estate del quan-
do fu innalzato un grandioso organo superiormente alla porta maggiore di questa
chiesa. Starebbe bene nella pubblica pinacoteca patria, stante la sua rarità.
(a) Passò in Roma nella galleria Fesche
(3) Questo dipinto era anzi in tela , e di non piccola dimensione, come ac-
cordano il Guarini ed il Cittadella. Capitò in mano di chi per oggetto di de-
vozione salvò la sola testa grandiosa del s. Rocco, che ora trovasi presso il
sig. Filippo Pasini.