DOI Artikel:
Visconti, Carlo Ludovico: Una testa di Augusto
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.13631#0162
MI
Una resta di Augusto
nello Georgiche, poeticamente figurandosi Augusto divenuto un
nume dei campi, e quasi un novello Trittolemo. se lo imma-
gina colle chioma inghirlandate della pianta sacra a Venere, il
mirto :
Te maximus orbis
Auctorem ftugum tempestatnmqne potentem
Accipiat, cin^ens materna tempora myrto (')
pianta che forniva ancora le corone ai ierofanti ed alle sacerdo-
tesse nei misteri di Cerere, siccome ha insegnato Ennio Quirino
Visconti. Del resto, anche senza ricorrere a questa poetica fan-
tasia di Virgilio, essendo il mirto la pianta prediletta di Venere,
basterebbe questo semplice riferimento, accennato dal poeta colle
parole myrtus materna, a rendere verisimile che un artefice avesse
potuto incoronare Augusto di mirto, in allusione alla pretesa ori-
gine della gente Giulia da Venere ; nel modo istesso come il del-
fino cavalcato da un Amore, notissimo emblema della stessa dea,
accompagna, nella statua impareggiabile di Prima Porta, la figura
di questo gran principe.
Comunque sia, questo singolare accessorio accresce di molto
il pregio e la rarità del monumento. Lo crederei eseguito, se non ai
tempi stessi di Augusto, certo non più tardi di quelli di Claudio,
o di Nerone. La scultura è condotta con franco stile e con fre-
schezza di tocco, sebbene trascurata alquanto ne sia la esecu-
zione dalla parte posteriore, il che fa credere che, busto o statua
che si fosse, dovea essere collocato dentro una nicchia. Nella corona
di mirto è poco dissimulato il lavoro del trapano, senz'altro per la
ragione che l'oggetto dovea vedersi da una qualche distanza. Nel
basso del collo rimane qualche traccia di colore incarnato.
Il nobile ritratto sarà molto oppurtunamento collocato nel
museo capitolino, dove manca una immagine di questo perso-
naggio che abbia il merito della presente.
C. L. Visconti.
(') Georg; I v. 2(3; cf. E. Q. VII conti Opere varie II pag. 1 5 ed mil.
Una resta di Augusto
nello Georgiche, poeticamente figurandosi Augusto divenuto un
nume dei campi, e quasi un novello Trittolemo. se lo imma-
gina colle chioma inghirlandate della pianta sacra a Venere, il
mirto :
Te maximus orbis
Auctorem ftugum tempestatnmqne potentem
Accipiat, cin^ens materna tempora myrto (')
pianta che forniva ancora le corone ai ierofanti ed alle sacerdo-
tesse nei misteri di Cerere, siccome ha insegnato Ennio Quirino
Visconti. Del resto, anche senza ricorrere a questa poetica fan-
tasia di Virgilio, essendo il mirto la pianta prediletta di Venere,
basterebbe questo semplice riferimento, accennato dal poeta colle
parole myrtus materna, a rendere verisimile che un artefice avesse
potuto incoronare Augusto di mirto, in allusione alla pretesa ori-
gine della gente Giulia da Venere ; nel modo istesso come il del-
fino cavalcato da un Amore, notissimo emblema della stessa dea,
accompagna, nella statua impareggiabile di Prima Porta, la figura
di questo gran principe.
Comunque sia, questo singolare accessorio accresce di molto
il pregio e la rarità del monumento. Lo crederei eseguito, se non ai
tempi stessi di Augusto, certo non più tardi di quelli di Claudio,
o di Nerone. La scultura è condotta con franco stile e con fre-
schezza di tocco, sebbene trascurata alquanto ne sia la esecu-
zione dalla parte posteriore, il che fa credere che, busto o statua
che si fosse, dovea essere collocato dentro una nicchia. Nella corona
di mirto è poco dissimulato il lavoro del trapano, senz'altro per la
ragione che l'oggetto dovea vedersi da una qualche distanza. Nel
basso del collo rimane qualche traccia di colore incarnato.
Il nobile ritratto sarà molto oppurtunamento collocato nel
museo capitolino, dove manca una immagine di questo perso-
naggio che abbia il merito della presente.
C. L. Visconti.
(') Georg; I v. 2(3; cf. E. Q. VII conti Opere varie II pag. 1 5 ed mil.