Bìblinr/rafìa
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e corredandolo di copiose note. Il libro del Muffel appartiene più
al genere leggendario delle Mirabilia, che a quello del Rina-
scimento degli stuelli classici; quantunque non sia del tutto in-
dipendente da quest'ultimo, l'autore aveudo senza dubbio consul-
tato il dialogo del Poggio De variolate fortume.
Ibid. Voi. IV, fase, li
Oh. Hììlsen. Antichità di Monte Citorio.
Dopo aver accennato alle varie ed erronee idee che corre-
vano sul Monte Citorio, l'Autore illustra con documenti inoditi
la Colonna di Antonino Pio, ed un antico edifizio che stava sotto
la casa della Missione.
Anteriormente al 1703, della Colonna divi Pii, sporgeva
fuori del suolo un tronco di sei metri, chiamato « la colonna
citatoria i. Nel 1703 tutta la colonna fu scoperta e dello sco-
primento e trasporto di essa hassi una relazione tolta dalle mi-
scellanee del card. Garampi, e pubblicata dal Cancellieri. L'au-
tore di questa poco esatta relazione non è, come credette il
Cancellieri, Francesco Valesio, i diarii autografi del quale si
conservano nell'Archivio Capitolino. Dalle accurate notizie che
danno questi diarii si ricava che al 4 dicembre 1703, già tutta
la colonna col suo basamento era scoperta. Si pensò trasportare
altrove la colonna, e nominatamente di adornarne la Fontana
di Trevi, ma la prima operazione fatta nell'ottobre del 1704,
non riuscì, e solo nel settembre dell' anno seguente la colonna
fu rimossa e calata sulla piazza di Monte Citorio. E noto che un
incendio nel 1764 la danneggiò tanto che con gli avanzi di essa
si decise di risarcire l'obelisco di Monte Citorio. Il Valesio dà
altresì la descrizione della colonna e del piedistallo (ora nel giar-
dino della Pigna). Un documento che è conservato nella Biblio-
teca Chigi, e che l'Autore pubblica ora per la prima volta, cioè il
disegno di un progetto fatto sotto Alessandro VII per la casa
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e corredandolo di copiose note. Il libro del Muffel appartiene più
al genere leggendario delle Mirabilia, che a quello del Rina-
scimento degli stuelli classici; quantunque non sia del tutto in-
dipendente da quest'ultimo, l'autore aveudo senza dubbio consul-
tato il dialogo del Poggio De variolate fortume.
Ibid. Voi. IV, fase, li
Oh. Hììlsen. Antichità di Monte Citorio.
Dopo aver accennato alle varie ed erronee idee che corre-
vano sul Monte Citorio, l'Autore illustra con documenti inoditi
la Colonna di Antonino Pio, ed un antico edifizio che stava sotto
la casa della Missione.
Anteriormente al 1703, della Colonna divi Pii, sporgeva
fuori del suolo un tronco di sei metri, chiamato « la colonna
citatoria i. Nel 1703 tutta la colonna fu scoperta e dello sco-
primento e trasporto di essa hassi una relazione tolta dalle mi-
scellanee del card. Garampi, e pubblicata dal Cancellieri. L'au-
tore di questa poco esatta relazione non è, come credette il
Cancellieri, Francesco Valesio, i diarii autografi del quale si
conservano nell'Archivio Capitolino. Dalle accurate notizie che
danno questi diarii si ricava che al 4 dicembre 1703, già tutta
la colonna col suo basamento era scoperta. Si pensò trasportare
altrove la colonna, e nominatamente di adornarne la Fontana
di Trevi, ma la prima operazione fatta nell'ottobre del 1704,
non riuscì, e solo nel settembre dell' anno seguente la colonna
fu rimossa e calata sulla piazza di Monte Citorio. E noto che un
incendio nel 1764 la danneggiò tanto che con gli avanzi di essa
si decise di risarcire l'obelisco di Monte Citorio. Il Valesio dà
altresì la descrizione della colonna e del piedistallo (ora nel giar-
dino della Pigna). Un documento che è conservato nella Biblio-
teca Chigi, e che l'Autore pubblica ora per la prima volta, cioè il
disegno di un progetto fatto sotto Alessandro VII per la casa