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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 17.1889

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Borsari, Luigi: Di un'epigrafe spettante alla arginatura delle ripe del Tevere
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https://doi.org/10.11588/diglit.13631#0188

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166

Di un'epigrafe spettante alla arginatura

È ormai troppo noto, per ripeterlo, che il collegio dei cinque
senatori era presieduto da un consolare, e che i rimanenti quattro
erano, in conseguenza, di grado minore ('). Non sarà quindi diffi-
cile il riconoscere nel consolare L. Caninius Gallus, il console
dell'a. 2 av. Cr. (752 di E.) il quale viveva ed aveva pubblici
onori anche nell'anno 37. Fu collega suffetto di Augusto, scrive
il Borghesi, nel mentovato consolato del 752 di R.; XVvir sacris
faciiindis, e come tale venne da Tiberio rimproverato nell'a. 785,
per aver proposto al Senato, di ricevere un nuovo libro di oracoli
sibillini. Ascritto al collegio degli Arvali, fu loro maestro nel 789.
Nè altro Caninio Gallo, consolare, può esserci, essendo egli stato
l'ultimo maschio della sua gente (2).

Un Volusenus Catulus, era sinora conosciuto per aver fatto
parto dell'altro collegio, pure istituito da Tiberio, e molto simile
a quello della cura delle ripe e dell'alveo del Tevere, il collegio
cioè istituito per deliberare nelle controversie tra i contini del
suolo pubblico e privato (C. I. L. VI, p. 274 e sg.).

Il nome suo ricorre nei termini inter 2)ublicum et priva-
tuiìij C. I. L. VI, n. 1267 a e b; nel termine scoperto nella
via Merulana, presso l'ingresso degli antichi orti Giustiniani
l'anno 1885 (3) ; e nell'altro rinvenuto nel 1886, a m. 40 circa
di distanza dalla chiesa di s. M. in Cosmedin, andando verso
l'arco della Salara ('). L. Voluseno Cattilo adunque, come C. Cal-
petano Stazio Eufo ricordato nelle epigrafi 1237 e 1266 del
C. I. L. VI, fece parte di ambedue i mentovati collegi. La let-
tera F, che segue il cognome, ancorché indichi fitius, non serve
a determinare quale dei due Voluseni Catuli sia il padre, essendo
i due collegi, come dissi, contemporaneamente stati istituiti da
Tiberio, e potendo i componenti dell'uno far parte anche dell'altro.

(1) Cf. Borghesi, Oeuvr. Ili, p. 363 c C. I. L. VI, p. 266.

(2) Op. cit. II, p. 133.

Notizie degli scavi 1885, p. 474; Bullett. arch. coni. 1885, p. 07.
C) Notizie scavi 1886, p. 274.
 
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