CAPITOLO OTTAVO
485
■ Dalle quali considerazioni è ben facile il dedurre quanta riconoscenza lega- Rispoiio e
re ci debba agli antichi artefici che ci aprirono un facile cammino e ci ad- aovutaa> pti.
ditarono meglio cogli esempj che ci rimangono che coi precetti che sono pe- "■> *"•«*••
riti, la via del bello e del grande per cui si arriva d'un salto, ov'essi a lunghi
e penosi stenti salirono dopo il giro di tanti secoli! La cognizione delle opere
dell' antichità è forse stata il primo e il più grande vantaggio per le arti
nell' epoca del loro risorgimento, e si misura 1' incremento maggiore di
queste presso le popolazioni che hanno coltivati tali studj dal grado accor-
dato di stima e di giusta prevenzione per le opere dei greci, avanti che le
scuole diverse prendessero cattive abitudini e di strani difetti si facessero
una seconda infelice natura.
- Le arti si sono elevate e decaddero a misura che questa venerazione e stata
in vigore o è venuta meno, ma dove poi non è mai stata non si è arrivato
ad alcun grado di perfezione rimanendo tutti irremissibilmente sepolti nell' o-
scura mediocrità.
La pericolosa e libera dottrina di Falconet, il Milizia dei francesi, potreb-strana «»;-
-, , . . -, . , , . . ca di Falco*
ne pur molti indurre in errore ove s attenessero a suoi precetti in questo par-nct,
ticolaré. Intende egli di provare che si possa ottenere buon successo scostan-
dosi arditamente da ciò che gli antichi hanno fatto , specialmente in basso
rilievo, per ottenere un buon effetto pittoresco; ma per citare gli effetti di
questo che non può dirsi se non libertinaggio dell'arte, i suoi esempj sono
le Gros, Algardi, Bernino, Melchior Gaffa, Angelo Rossi ec. i quali al di-
re di quest'impetuoso scrittore, hanno dilatato la periferia troppo angusta
che gli. antichi avevano tracciata nei loro bassi rilievi, ed hanno scosso il gio-
go di un' autorità che non può rispettarsi se non quando è ragionevole (l).
fa' analisi e i confronti delle opere di questi artisti ci farà vedere la fallacia
di queste dottrine, e a suo luogo ci farà conoscere per quali vie e per quali
cause si sia deviato dai buoni principj, e le arti abbiano sofferto più da un
tale prestigio d'innovazione e di moda, che da un'irruzione di barbari; ■
A grado a grado si va declinando da queir imperdonabile disprezzo che si
era concepito delle opere che furono occasione del risorgimento delle nostre
arti, e a misura che si è andato verificando come lo scostarsi dalle buone
fonti dell'arte produsse il genio licenzioso delle ultime scuole, si è ricono-
sciuto la purità delle sorgenti dalle quali soltanto attinger si possono i retti
principj e si è resa anche maggior giustizia ai nostri scultori dal XIII secolo
fino a Michelangelo.
(1) Falconet R'cflexions sur la sculpture. Tom. I. pag. 54 •
Voi. I.
485
■ Dalle quali considerazioni è ben facile il dedurre quanta riconoscenza lega- Rispoiio e
re ci debba agli antichi artefici che ci aprirono un facile cammino e ci ad- aovutaa> pti.
ditarono meglio cogli esempj che ci rimangono che coi precetti che sono pe- "■> *"•«*••
riti, la via del bello e del grande per cui si arriva d'un salto, ov'essi a lunghi
e penosi stenti salirono dopo il giro di tanti secoli! La cognizione delle opere
dell' antichità è forse stata il primo e il più grande vantaggio per le arti
nell' epoca del loro risorgimento, e si misura 1' incremento maggiore di
queste presso le popolazioni che hanno coltivati tali studj dal grado accor-
dato di stima e di giusta prevenzione per le opere dei greci, avanti che le
scuole diverse prendessero cattive abitudini e di strani difetti si facessero
una seconda infelice natura.
- Le arti si sono elevate e decaddero a misura che questa venerazione e stata
in vigore o è venuta meno, ma dove poi non è mai stata non si è arrivato
ad alcun grado di perfezione rimanendo tutti irremissibilmente sepolti nell' o-
scura mediocrità.
La pericolosa e libera dottrina di Falconet, il Milizia dei francesi, potreb-strana «»;-
-, , . . -, . , , . . ca di Falco*
ne pur molti indurre in errore ove s attenessero a suoi precetti in questo par-nct,
ticolaré. Intende egli di provare che si possa ottenere buon successo scostan-
dosi arditamente da ciò che gli antichi hanno fatto , specialmente in basso
rilievo, per ottenere un buon effetto pittoresco; ma per citare gli effetti di
questo che non può dirsi se non libertinaggio dell'arte, i suoi esempj sono
le Gros, Algardi, Bernino, Melchior Gaffa, Angelo Rossi ec. i quali al di-
re di quest'impetuoso scrittore, hanno dilatato la periferia troppo angusta
che gli. antichi avevano tracciata nei loro bassi rilievi, ed hanno scosso il gio-
go di un' autorità che non può rispettarsi se non quando è ragionevole (l).
fa' analisi e i confronti delle opere di questi artisti ci farà vedere la fallacia
di queste dottrine, e a suo luogo ci farà conoscere per quali vie e per quali
cause si sia deviato dai buoni principj, e le arti abbiano sofferto più da un
tale prestigio d'innovazione e di moda, che da un'irruzione di barbari; ■
A grado a grado si va declinando da queir imperdonabile disprezzo che si
era concepito delle opere che furono occasione del risorgimento delle nostre
arti, e a misura che si è andato verificando come lo scostarsi dalle buone
fonti dell'arte produsse il genio licenzioso delle ultime scuole, si è ricono-
sciuto la purità delle sorgenti dalle quali soltanto attinger si possono i retti
principj e si è resa anche maggior giustizia ai nostri scultori dal XIII secolo
fino a Michelangelo.
(1) Falconet R'cflexions sur la sculpture. Tom. I. pag. 54 •
Voi. I.