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Trombetta, Paolo
Donatello — Roma [u.a.]: Loescher, 1887

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https://doi.org/10.11588/diglit.66195#0239

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— 185 —

vani membri della famiglia Martelli ; alcuni, anzi, ritraggano
la stessa persona in età diverse.
Nulla s’oppone a creder codesta supposizione fondata. Ma
siano anche dei puri e semplici ritratti codesti busti, son però
dei ritratti, eseguiti da un sommo Artista, di creature piene di
nobiltà, di grazie, d’intelligenza, spiranti gioia e bontà, esu-
beranti di vita — creature che l’Artista ritrae perchè le ama, e
nel ritrarle sente il suo amore per esse aumentare a dismisura,
per la voluttà d’immortalarne le dilette sembianze.
Come ridir tutte le bellezze di questi due ammirabili San
Giovanninf? (V. Tav. XI). Son di quelle che, direbbe Ghiberti,
la vista non le scorge « se non col tatto la mano le trova. »

VI
L’Incarnazione dell’ideale.

Ed eccoci giunti al momento in cui l’Artista, mentre con lo
studio indefesso della Natura, cerca il carattere, dopo averne
epurato con intelletto d’amore gli elementi vari, trova la
Bellezza.
Per la stessa via, venti secoli innanzi, eran giunti a toccar
la stessa meta gloriosa Prassitele e Lisippo, Miron e Policleto.
Momento solenne! È 1’ bora dei Greci —- l’attimo fatale,
cui si vorrebbe a prezzo dell’eternità gridar con Fausto : Ferma!
oh sei pur bello ! È 1’ istante della pienezza vitale, dell’armonia
perfetta, del compiuto equilibrio! l’istante fuggitivo, irrevo-
cabile... Quando si comincia al averne coscienza, è troppo
tardi —■ è già volto! Amore, gloria, bellezza, salute, vita, in-
 
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